Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum fogli allegati 3 9 20 21 febbraio 1632

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Persone
Domenica Pradella di Semogo, detta Castelera
Procedimento giudiziario
Inchiesta su Domenica Pradella di Semogo, detta Castelera, per stregoneria (7 novembre 1630 - 16 maggio 1632; 3 - 21 febbraio 1632; ...; 28 febbraio - 6 maggio 1633; 12 maggio 1632; 25 giugno ...)

La vicenda giudiziaria che vide protagonista Domenica Pradella è tra quelle più travagliate per coloro che in quegli anni sedevano in tribunale come giudici. La donna infatti fu rilasciata in un primo momento in quanto gravida e, quando si riaprì il procedimento dopo il parto, bisognò fare i conti con la Curia episcopale di Como che, in quel difficile frangente storico, contribuì non poco ad arginare gli eccidi delle streghe, anche perché il contrasto giurisdizionale per la competenza del tribunale a giudicare coloro che avevano peccato soprattutto contro Dio creava un terreno favorevole all'insediamento, allora molto contrastato dai maggiorenti bormini, del tribunale della Santa Inquisizione.

Domenica riuscì a scampare al tragico epilogo, che invece toccò a molti altri sventurati, accusati dello stesso reato, e la sua salvezza dovette essere vissuta dai giudici come un grande scorno in quanto, come racconta un testimone «lei e[ra] tenuta da tutto il popolo per tale (ossia strega) et era più mormorata che niuno di quelli sono statti giusticiati». Maria di Colombano Guerrini di Isolaccia ribadisce nella sua deposizione: «Quando dissero la messa nova del reverendo prete Nicolò Quadrio, io fui accanto la finestra della prigione di detta Domenica, et parlandogli gli dissi: Comare, se voi non sete stria, hanno fatto torto alla metà. Lei era piccolina piccolina, et era in concetto di esser stria sino allhora, et gli dicevano la striattola di quelli di Pradella».

Deo Optimo Maximo.

Essendo Appollonia detta del Folonaro in confortaria (1) (per quanto mi raccordo, né credo falli la memoria) retrattò meco la nominatione fatta di sua sorella Dominica, et havendo io ciò accennato al signor arciprete, acciò la retrattatione si facesse in forma, mi rispose essere di già nel processo accomodata la particola.

In fede di che io p[rete] Lorenzo Nisina ha fatta la presente et sottoscritta.

p[rete] Lorenzo detto.

Adì 3 febraro 1632.

A favor di Domenica de Casteler s'intende sian essaminati li seguenti testimonii circa l'infrascritti capitoli.

Prima sia essaminato il signor dottor Imeldi s'è vero che habbi visitato Cristina, moglie di Vasin Morzello, nella sua infirmità et s'ha ritrovato che la sua infirmità fusse una mola, et non altra, et in sua absenza, con licenza del signor vicario, sia essaminato il signor curato di Semogo s'è vero sia che il detto signor dottore habbi protestato il simile con servi.

Sia essaminata Maria de Lorenzo del Ponti et Mighina, sorella de Stephano de Christoforo Morzello se vero sia che detta Cristina si sia lamentata con esse di tal infirmità nei primi parti che fece, avanti dormisse con detta Domenica, et de che tempo, et se sanno che detta Cristina habbi imputate altre che Domenica sudetta.

Sia essaminata ancora quella donna di Murignone che faceva del medico circa questo, qual fu a visitarla, se pur vene.

Sia essaminata la moglie presente de Tonio de Gioan de Pedrotto, che cosa ne sappi circa le cose sudette, et ad instantia del medico di Camoascho sia statta presente che l'habbin applicati medicamenti alla parte offesa, per li quali li sia rotta et aperta la ferita, da qual poi è morta.

Item s'essaminarano Polonia de Poloniino et Margarita di Bartolomeo de Christopherino della Scala, se sono statte presenti che Antoniola del Cotol, madre d'Antonio della Moniga, trovandosi in errore d'haver calunniata detta Domenica per l'infirmità di suo figliolo, essa nella sua ultima infirmità habbi dimandato perdonanza ad Andrea Morzello, suo marito, et di questo si potrà ancor essaminare il signor curato predetto, se qualche cosa ha inteso extra confessionem.

Si dimanda ancora a favor de Domenica Castelera che sia essaminato il signor curato di Semogo se è vero che, sentendosi detta Domenica improperata, ricoreva da lui per conseglio se dovesse ricorer della Raggione, et che conseglio li desse. Et sia interogato ancora di quanto sappi et habbi altrimenti inteso a favor di questa supposta rea.

Sian essaminati il signor regente Nesina et servitori di palazzo, se hanno inteso che mentre erano condotte insieme Domenica Chieriga et Domenica Castelera per confrontarsi, essa Chieriga disse a Domenica nella cucina del palazzo: Se sei da bene, sta' pur, perché se ho detto qualche cosa contra te, l'ho detto per forza de tormenti. O simili parole.

Et siano ancor interogati detti servitori et il canevaro Maiolano se intesero mai nelle pregioni dette Chierighe parlar fra esse, o altrimente che deventasse torto, se Domenica de Pradella perché fosse convertita se pur era etc., et che era più d'un anno che non era vista alli balli.

Die ***.

Coram domino pretore, dominus Ioanninus Nesina regens, super antescripto interrogatorio metu iuramento tactis Scripturis, deposuit se nihil scire in omnibus, addens: Quando io l'havessi inteso, l'haveria fatto pure alli processi.

Die lune 9 februarii [1632].

Coram dominis regentibus citatus comparuit Andreas Maiolanus antescriptus, cui delato iuramento prout tactis iuravit, dixit et deposuit: Io sentii il confronto fatto tra la Chieriga et detta Domenica. Et poi, scusandosi, Domenica la Chieriga disse: Ti potresti essere convertita.

Die veneris 20 februarii [1632].

Coram magnifico concilio constitutus Nicolaus Rampus famulus, habito iuramento super antescriptis etc.

Interrogatus, respondit se nihil scire in omnibus.

Successive constitutus ut supra dictus Dominicus de Baldi de Furva famulus, habito iuramento, interrogatus super predictis, respondit se prorsus nihil scire.

Die sabathi 21 mensis februarii.

Coram dominis regentibus citatus comparuit Petrus del Tramerio, famulus, testis inductus etc., cui delato iuramento veritatis dicende, prout tactis [Scripturis] iuravit, dixit et deposuit super antescriptis ut sequitur: Io non ho sentito niente, né so niente di quanto mi interrogate.

De voce et fama della detta Domenica, siano essaminati Crestoforo del Baron, Cristina, sua moglie, Crestofen de Malench, Gioan Francot, Mighina sua moglie, Gioan de Vachariz, Vasin de Lanfranch, quali sono stati vicini et praticato assai in casa di detto Andrea marito. Et se non fosse per attediare il magnifico conseglio si potrebbe esaminare una buona parte de vicini de Semogo, quali deponerebbero della bona fama di detta Domenica.

(1) Nel luogo dove i condannati venivano preparati alla morte e confortati prima dell'esecuzione. La morte di Appollonia del Folonaro fu sentenziata il 27 gennaio 1631.