Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum fascicolo da 24 gennaio 1633 29 31 gennaio 1633

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Persone
Balserino Pradella di Semogo
Procedimento giudiziario
Inchiesta su Balserino Pradella di Semogo, per stregoneria (16 novembre 1630 - giugno 1632; 29 - 31 gennaio 1633; 12 gennaio 1633; 12 dicembre 1633 - 11 gennaio 1634; 1 luglio 1633; 15 luglio - 25 agosto 1633; 28 novembre 1758)

Denunciato come correo dalle Chierighe, da Giacomo Franceschina, da Malgherta Pradella e, più tardi, da altri imputati di stregoneria, Balserino, fratello di Domenica Castelera, ha preferito fuggire piuttosto che rischiare la vita davanti a un Tribunale che aspettava soltanto di formalizzare la sentenza di morte. Dall'incartamento che lo riguarda appare anche la contumacia di Cristina del Sartor e delle sorelle Marta e Mighina Trameri.

La sua vicenda processuale è affiancata a quella della sorella nella parte che è finita davanti ai Tribunali ecclesiastici.

Nel 1633 richiese un salvacondotto per difendersi dalle accuse, ormai sicuro di scampare all'eccidio, dopo che da Como erano giunti pareri in contrasto con quelli dei giudici bormini.

Coram domino pretore, citatus per ***, comparuit Vasinus de Pezedo de Turriplano, cui delato juramento.

I. se esso sa che Balsarin di Pradella bandito, sia in Semogo.

R. La sera di san Sebastiano [20 gennaio] mio figliolo Gioan Antonio mi disse che haveva visto passare in dentro Balsarin di Pradella con Francesco di Gioan di Pradella, et che havendoli salutati quel Francesco chiaramente rispose buona sera, et Balsar rispose l'istesso sotto voce. Et questo è quanto io so.

Die sabathi 29 mensis januarii 1633.

Coram dominis regentibus in atrio domus domini Dorici Alberti fuit examinatus Joannes Antonius filius dicti Vasini, cui delato juramento.

Interrogatus super premissis etc.

R. È vero che la sera di san Sebastiano incontrai duoi in Turriplano. (2) Uno era Francesco di Gioan di Pradella et l'altro feci essere Balsarin di Pradella bandito. Io li salutai. Francesco rispose chiaramente buona sera, et detto Balsar disse l'istesso sotto voce.

I. se lo cognobbe certamente.

R. Io lo feci esser lui, (1) et tengo che fosse lui. Né credo fare errore.

Die sabathi 29 januarii.

Coram domino pretore et regentibus examinatus fuit Antonius della Moniga de Semogo, antianus hominum, cui delato juramento.

I. se sa che detto Balsarin sia venuto a casa, et si ritrovi in Semogo.

R. Io ho inteso, sebene non mi riccordo da chi, che dalla festa de Ogni Santi in poi, lui sia statto in Altumera. (3) Ma che hora vi sia non lo so, et tengo più presto di no che di sì.

Die lune ultimo januarii 1633.

Per magnificum concilium fuit ordinatum quod domini pretor et regentes cum provisione conciliarorum possint procedere ad capturam dicti Balsarini, quando certam notitiam habeberunt quod in territorio Burmii reperiatur etc.

(1) Turiplàn, Toriplàn, in Isolaccia anche Toniplàn villaggio fra Premadio e Isolaccia (Longa 314), negli Statuti boschivi Tolipiano, nell'Inventarium del 1553 Toriplano. Il nome deriva probabilmente da Turrium plānum "piano soggiacente le torri" di Fraele. Per chi saliva per la via imperiale era infatti questo l'ultimo terreno degno della qualifica di pianeggiante. Qui i carichi venivano trasbordati dai carri alle some. Il piccolo borgo costituiva una tappa obbligata per chi si muoveva in direzione delle torri con botticelle di vino e per chi tornava d'oltralpe con some di sale. Un altro Turiplàn è segnalato in Valdisotto, a Morignone, sul fondovalle, sotto il luogo che si chiama Casc'telàc' (IT 26,213).

(2) Dial. Mi l'éi féit èser lu "ho ritenuto che fosse lui".

(3) Probabilmente da (prata, pasqua) *autŭmnāria "prati sui quali si prolunga la monticazione fino ad autunno inoltrato". La scelta della località come rifugio da parte del fuggitivo depone per l'esistenza di una suppellettile atta a una permanenza in periodo di freddo anche intenso.