Lombardia Beni Culturali
APPENDICE
12

Cartula investiture

1170 dicembre 24, Como.

Alla presenza di Alberico e di Enrico Piperis, canonici della chiesa matrice di Como intitolata a Santa Maria, di Guidone de Brienno, di Ospino Canis e di Martino Pellegrini, parrocchiali di Sant'Eusebio, e dei consoli della città Giovanni Caccia, Arialdo Greco e Lamberto Della Torre, nonché di altri uomini, il vescovo di Como Anselmo, con il libro che teneva tra le mani, investe Aveduta, badessa del monastero di San Faustino, della chiesa cittadina di Sant'Eusebio e di tutti i beni e i diritti ad essa pertinenti, fatti salvi la ragione della suddetta chiesa matrice e il diritto che il vescovo deve esercitare sul cappellano di quella chiesa; detta badessa da parte sua avrà l'obbligo di mantenere presso detta chiesa un cappellano - acclamato dai vicini, eletto dalla badessa e confermato dal vescovo - che presti quotidianamente servizio a favore dei vicini stessi. Ma se le monache non onoreranno questi impegni, i vicini siano in diritto di chiamare un prete a prestare servizio in predetta chiesa e costui abbia in usufrutto i beni della chiesa di Sant'Eusebio, che tuttavia dovranno essere sempre mantenuti ben distinti da quelli del monastero di San Faustino, sui quali solo le monache possono esercitare diritti; mentre se le monache onoreranno il loro impegno possano disporre di tutti i beni, sia di quelli di San Faustino, sia di quelli di Sant'Eusebio, sempre fatto salvo il diritto del vescovo.

Originale, BAMi, Pergamene, n. 1430 [A]. Regesti: Ceruti, BAMi, I 145 suss., n. 52, cc. 11v-12r; Bianchi, Inventario, BAMi, K 202 suss., n. 1430, e nella relativa scheda mobile dell'ordinamento cronologico. Nota di repertorio Bianchi alla voce "Monastero dei Santi Faustino e Giovita", BAMi, K 212 suss., p. 219.
Nel margine superiore sinistro del recto segnatura, pure di mano del Bianchi, che rimanda all'Inventario: "1430".
Nel verso, di epoca moderna: "S(anc)ti Eusebii". Segnatura Ceruti in pastello rosso: "52".
Regesto: CERUTI, Liber statutorum, col. 273, nota 4.
Cf. Helvetia Sacra, I/6, p. 122, nota 4 (il doc. è citato all'interno del profilo del vescovo Anselmo).

La pergamena (mm 429/422 x 243/228) presenta modeste lacerazioni in corrispondenza delle antiche piegature, specie della mediana verticale. Lungo il margine laterale sinistro rosicature interessano la scrittura tra le righe 4 e 6.
Rigatura a punta secca, a destra anche con linea verticale delimitante lo specchio di scrittura (tuttavia la scrittura occupa sistematicamente anche lo spazio del margine).
Si evidenzia che il documento fu rogato congiuntamente da Giovanni Caccia iudex, consul Cumanus, e da Ogerio iudex. Quest'ultimo professionista risulta attivo per conto dell'episcopato comasco e per Anselmo (in particolare cf. la vendita e investitura del 1173 giugno 25, Como, edita al n. 70 tra le scritture dell'Acquafredda e a nota introduttiva che correda quella carta). La rogatio congiunta ("rogatus cum") sembra rappresentare pariteticamente le due componenti coinvolte nella scrittura: la componente ecclesiastica (vescovo di Como, monastero di San Faustino, clero della chiesa di Sant'Eusebio) e quella civica (comune di Como, vicini di Sant'Eusebio). Il dibattito che condusse alla redazione finale pare testimoniato dagli interventi correttivi sul dettato, analiticamente presentati in apparato: essi appaiono tutti favorevoli alla tutela dei diritti episcopali. Così risulta, in particolare, nel caso della rasura della seconda prerogativa in un primo tempo concessa ai vicini di Sant'Eusebio (e poi ridimensionata) nel caso di inadempienza da parte delle monache nel mantenimento del cappellano (dovrebbe essere stata erasa l'espressione "et eligendi", all'interno del binomio "vocandi et eligendi": la nota b in apparato). Così pure, in modo ancor più evidente, nella conclusione del textum, allorchè vengono ribaditi i diritti delle monache, viene specificato - tramite una aggiunta dello scriptor nell'interlinea - che l'esercizio dei diritti del cenobio è esercitato "salvo iure quod episcopus habet in capellano predicte ecclesie Sancti Euxebii" (cf. la nota d nell'apparato).
Tutte le sottoscrizioni sono autografe, compresa quella del vescovo Anselmo, preceduta dal suo consueto segno di croce, per il quale si rimanda - tra le scritture di Acquafredda - ai doc. n. 68 e n. 121.

(S) Anno d(omi)nice incar(nacionis) mill(esimo) centes(imo) septuag(esimo), octavo die exeunte m(en)se d(e)cembr(is), indicione t(er)cia. In presentia d(omi)ni Alberici archidiaconi et Henrici Piperis, canonici Cumane matris | ecclesie, et Guidonis de Brienno et Ospini Canis et Martini Pellegrini, qui sunt parochiales Sancti Euxebii, item Iohannes Caza et Arialdus Grecus et Lambertus de Turri, consules Cumani (1), ibi fuerunt et alii homines, d(omi)n(u)s | Anselmus Cumanus episcopus (2), per librum quem in sua tenebat manu, investivit d(omi)nam Avedudam abatissam, ad partem Sancti Faustini, nominative de ecclesia Santi Euxebii, cum omnibus illis rebus que modo | [ad i]psam ecclesiam pertinent vel de hinc in antea Deo annuente advenerint, salva illa racione quam matrix ecclesia Sancte Marie habet in predicta ecclesia Sancti Euxebii et salvo iure quod episcopus | Cumanus debet habere in capellano predicte ecclesie Sancti Euxebii. Ita tamen quod iamdicta abatissa et servitrices ipsius ecclesie Sancti Euxebii debent tenere capellanum qui cottidie debet servire vicinis | ipsius ecclesie, quem vicini debent clamare et predicta abatissa eligere debet et episcopus confirmare. Ita tamen, si abatissa vel eius succedens fraude dimitteret quod ibi in predicta ecclesia Sancti Euxebii | presbiterum non teneret ad serviendum (a) Deo et vicinis, ut supra dictum est, quod vicini predicte ecclesie habeant potestatem vocandi (b) presbiterum in predicta ecclesia, qui debet ibi servire et habere | usumfructum earum rerum que modo pertinent ad predictam ecclesiam Sancti Euxebii vel de cetero adquisite fuerint, contemplacione Sancti Euxebii et non contemplacione Sancti Faustini. Et d(omi)na abatissa, cum suis | sororibus et que pro tempore fuerint, debent habere et tenere omnes res, que modo pertinent ad ecclesiam Sancti Faustini vel que de cetero adquisite fuerint, contemplacione predicti monasterii Sancti Faustini, ita quod nec vicini | nec presbiter iamdicte ecclesie Sancti Euxebii debent habere potestatem in rebus que pertinent vel pertinuerint suprascripto monasterio Sancti Faustini. Et si ipsa abatissa vel eius succedens voluerit tenere presbiterum | qui serviat Deo et vicinis, ut supra dictum est, tunc abatissa, cum suis sororibus, debet habere intregaliter (c) omnes res que pertinent vel pertinuerint ad ecclesiam Sancti Euxebii et monasterio Sancti Faustini, salvo iure quod episcopus habet in capellano predicte ecclesie Sancti Euxebii (d). Actum | Cumis, in Cumano palacio. |
† Ego Anselmus Cumanus episcopus subscripsi. Ego Enricus subscripsi. Ego Aliprandus subscripsi. |
(S) Ego Iohannes iudex, consul Cumanus, ut supra legitur, interfui et rogatus hanc cart(u)lam cum d(omi)no Ogerio (e) iudice scribendam dedi et subscripsi. |
(S) Ego Ogerius iudex interfui et rogatus et cum d(omi)no Iohanne Cacia tradidi hanc car(tulam) (f) et ad scribendum dedimus et subscripsi. |
(S) Ego Daniel iudex, iussu Ogerii iudicis, hanc car(tu)lam scripsi.


(a) s- corr. da lettera principiata, come pare.
(b) Segue rasura, quasi certamente di et eligendi, come pare dall'analisi delle aste ascendenti e discendenti superstiti.
(c) Così A.
(d) salvo iure | q(uo)d ep(iscopu)s habet i(n) capellano p(re)dicte eccl(esi)e S(an)c(t)i Euxebii add. nell'interlineo.
(e) O- corr. da altra lettera, con asta discendente parzialmente erasa.
(f) hanc car(tulam) add. nell'interlineo con segno d'inserzione.

(1) Per i consoli di giustizia citati: CAMPICHE, Die Comunalverfassung, p. 382.
(2) Anselmo vescovo di Como resse la cattadra vescovile almeno dal 1170: oltre che nell'investitura qui per la prima volta edita, in quell'anno il presule compare per la prima volta in una sentenza del 3 giugno quale arbitro in una controversia fra gli abitanti di Piuro e i canonici di San Lorenzo di Chiavenna (FOSSATI, Codice diplomatico della Rezia, 5, 1885, n. 140, pp. 393-396, cit. in Helvetia Sacra, I/6, p. 121). Resse la cattedra episcopale sino al 1193 o al 1194: GAMS, Series episcoporum, p. 787; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, pp. 344-346; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 101-105; Helvetia Sacra, I/6, pp. 120-122.

Edizione a cura di Rita Pezzola
Codifica a cura di Rita Pezzola

Informazioni sul sito | Contatti