Lombardia Beni Culturali
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Carta emptionis

1152 aprile, [...].

Ardizzone, vescovo della Chiesa di Como, dà ad Anselmo, abate del monastero di Santa Maria d'Acquafredda, edificato in territorio di Lenno, il fitto e gli oneri spettanti a suddetto vescovo, o ai suoi barcaioli di Portexa, detti Caramaze, nel manso di Livronego, al prezzo di venticinque lire di denari Milanesi, le quali vengono destinate all'acquisto dai figli del fu Villano, di Novezano, del feudo e dell'allodio, siti a Morbio e in Valtellina.

Originale, BAMi, Pergamene, n. 1406 [A]. Trascrizione: Bonomi, Diplomatum, BBMi, AE.XV.33, n. 36, cc. 102r-103r. Regesti: Ferrario, Sommario cronologico, c. 445r (barrato, con "B" nel margine); Anonimo cisterciense, Spicileggio, BBMi, Morbio, 30, vol. VII, sub 6, c. 8r; Bonomi, Synopsis cronologica, BBMi, AE.XV.33, c. 397r; Ceruti, BAMi, I 145 suss., n. 30, cc. 8v-9r; Bianchi, Inventario, BAMi, K 202 suss., n. 1406, e nella relativa scheda mobile dell'ordinamento cronologico. Nota di repertorio: Bianchi, BAMi, K 212 suss., p. 202 (alla voce "Monastero di Acquafredda").
Nel margine superiore sinistro del recto segnatura, pure di mano del Bianchi, che rimanda all'Inventario: "1406".
Nel verso, di epoca medievale, di fase A: "Car(ta) [....] Livronego facta a Cumano ep(i)s(cop)o". Inoltre: segnatura di fase C: "B, n. 5"; regesto Ferrario. Infine: segnatura Bonomi, accompagnata da indicazione dell'anno: "36 .MCLII."; segnatura Ceruti in pastello rosso: "30".

Cf. M. DI MARCO, Terre, contadini e massari, pp. 311-370 (pp. 337-340); GRILLO, L'abbazia cistercense, pp. 146-147, ora anche in IDEM, La costruzione di un rapporto, pp. 60-61; LUCIONI, Insediamenti monastici medievali, p. 86. Si segnala che Ugo Monneret de Villard non regestò questa carta.

La pergamena (mm 215/140 x 227/143) nella parte sinistra presenta profonde mutilazioni, insieme a estese lacerazioni e grandi macchie scure, che interessano la scrittura in modo sensibile. Sono inoltre rilevabili lacerazioni in corrispondenza delle antiche piegature. Tale fragilità fece sì che, in epoca non precisabile, al verso della membrana fosse incollata una striscia di carta quale rinforzo (mm 68/213). La restituzione del dettato, che tuttavia presenta alcune lacune, in numerosi casi è stata possibile soltanto con l'ausilio della luce di Wood.
La sottoscrizione del vescovo Ardizzone (conservata fortemente mutila) è autografa.
Non sono presenti elementi imitativi di impronta cancelleresca, tuttavia è ravvisabile un certo clima di solennità dato dal presenziare, in qualità di testimoni, di un camerario del presule comasco, di un suo vicedomino, di un suo avvocato e di un suo sescalco.
Nella storiografia comasca, il documento viene spesso indicato come una donazione che il vescovo avrebbe fatto nei confronti del monastero, sulla scia di quanto asserito dal Tatti, Annali sacri, Decade II, n. 113. Tale errore fu già chiarito dall'anonimo autore dello Spicileggio, come sarà evidenziato nella nota introduttiva al doc. n. 38, il quale fu analogamente considerato dalla storiografia locale una donazione vescovile. Tuttavia giù una lettura superficiale del dettato sgombra il campo dall'equivoco, evidenziando la reale natura della carta.
Riguardo all'abate menzionate nella carta, don Anselmo, egli risulta essere il secondo nella già riferita lista di abati custodita nel codice di Berkeley (riguardo al quale cf. la nota introduttiva al doc. n. 34). Il Leclercq trascrive dal citato codice: ".II. Anselmus de Cagello. Mediolanensis" (LECLERCQ, Manoscritti cisterciensi italiani, p. 473). L'anonimo autore cisterciense nello Spicileggio anche in questo caso accompagna il regesto con il rilievo della presenza del secondo abate, il quale è "milanese di casa Cagelli, come costa dal rolo sovranominato" (c. 8r). L'abate Anselmo è documentato tra le carte dell'archivio di Acquafredda sino al 1156 (doc. n. 41). Egli compare quale autore dei negozi giuridici anche nei docc. nn. 38-40.
Per il rogatario, è da notare che il segno di tabellionato ha una forma alquanto caratteristica, di una stella a cinque punte. Tale elemento discriminante porta ad ipotizzare, con buon margine di probabilità, che si tratti di Alberto giudice e messo regio, attivo a Como nei primi anni '50 del XII secolo. Il professionista è ben documentato per quegli anni tra le scritture della canonica di Santa Eufemia conservate in ASMi. Ringrazio Patrizia Merati per questa segnalazione preziosa.

(S) Anno dominice incarnat(ionis) mill(esimo) cent(esimo) quinquages(imo) secundo, mense aprilis, indic(ione) quintadecima. Presencia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, | dominus Ardicio, Cumanus (a) episcopus (1), dedit et tradidit, proprietario iure, domno Anselmo, abbati monasterii Sancte Marie de Aquafrigida, quod | [constructum est in territorio] de Lenno [.....] quicquid ficti vel condicionis episcopo pertinebat vel nautis suis de Portexa, in manso de Livro|nego, [ut ........ ab hac ho]ra in antea predictus abbas et eius successores in predicto monasterio, et fratres monasterii faciant de predicto | manso, ad partem et utilitatem predicti monasterii, quicquid facere voluerint, proprietario iure, sine suprascripti domini episcopi et suorum successorum contradic|tione; et accepit predictus [dominu]s episcopus a predicto Anselmo abbate, pro predicto ficto mansi et condiciis, argenti denariorum Madiolan(en)s(ium) libras | [v]i[gi]nti et quinque, quos pre[dictus] e[piscopu]s dedit pro emendo feud[o] et alodio quod emit a filiis quondam Villani, de Novezano, in Morbio et in Valtelina. | [Et promi]s[it suprascri]ptus dominus episcopus, per se et per s[uo]s successores, defendere et vuarentare suprascriptum fictum et condiciones ipsi monasterio ab omni homine | [................ usque i]n pena dupli, secundum quod valuerit aut meliorata fuerit sub extimacione in consimili | [loco. …….......….] suprascriptus episcopus, conscilio et laudamento sue familie, propter utilitatem ecclesie episcopatus, pro predicta emptione de Nove|[zano ..……………]dem predicti monasterii de Aquafrigida ut in predicto manso predictum monasterium ad Dei servicium ordinetur | […………..] predicti domini episcopi. |
Ibi interfuerunt Oto (b) camerarius et Iordanus vicedominus et Arialdus ipsius episcopi advocatus et Iohannes sescalchus et Grimaldus de Cur[gnio]l[a] | et Ardericus de T(or)lino rogati testes et [Ar]naldus de Ripa. Et dedit vuaidam (c) Grimaldum de Curgniola pro ipso domino episcopo predicto | ab[bati……….........]re ab ipsis nautis de Porteza, qui dicuntur Caramaze, hoc quod tenebant in ipso | [………............] Ardericum (d) de T(or)lino, de Insula, in pena dupli. |
[Ardicio] Cumanus episcopus subscripsi. |
[(S)] Ego [….. notariu]s ac regis missus interfui et rogatus hanc cartam scripsi et dedi.

(a) In A Cumanu(us), con segno abbreviativo per -us su u, qui e in seguito.
(b) La lettura di Oto è molto probabile, ma non del tutto certa.
(c) Così A.
(d) Ar- corr. da nesso non perspicuo, come pare.

(1) Ardizzone I, vescovo di Como tra il 1135 e il 1162: cf. GAMS, Series episcoporum, p. 787; SAVIO, Gli antichi vescovi, pp. 334-338; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 95-99; Helvetia Sacra, I/6, pp. 114-117.

Edizione a cura di Rita Pezzola
Codifica a cura di Rita Pezzola

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