Lombardia Beni Culturali
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Carta offersionis

1100 ottobre 8, Sondrio.

Rodolfo, Uberto e Guido Capitani di Sondrio, di legge longobarda, insieme ai canonici della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Sondrio, cioè ad Alberto prete e a Bernardo, Alberto e Pietro, con il consenso di Guido <Grimoldi> vescovo di Como e dei canonici della chiesa cittadina, donano alla chiesa dei Santi Martiri Lorenzo e Giorgio, edificata dentro al castello di Sondrio detto di San Lorenzo, la quarta parte di due clausure di terra, site sotto detto castello, e la decima su di essa gravante.

Copia semplice (sec. XVI ex. - sec. XVI in.) di copia autentica inserta nella pagina corroborationis (del 1329 settembre 18) rogata dal notaio Bertramo de Asnago (di cui un esemplare era conservato presso l'archivio del monastero di San Lorenzo [B] ed un altro presso l'archivio dell'arciprebenda nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Sondrio [B'], ambedue attualmente deperditi), APSo, Carte del Capitolo, busta senza numero, fasc. 'Distintivi del capitolo di Sondrio', cc. 1v-2v [C]. Copia semplice di Gian Antonio Paravicini (1638 circa), APSo, Memorie, 'Stato della pieve', cc. 29r-v [C']; copia semplice coeva, APSo, 'Beni della sagrestia', cc. 273r-274r [C'']. Altra copia semplice secentesca (mutila) in ASSo, Fondo Romegialli, b. 22, fasc. 3, subfasc. 1, c. 1v [C''']. Transumptum in lingua italiana in APSo, 'Beni della sagrestia', cc. 206r-v. Ampi stralci nella 'Cronaca historiale' (sec. XVII ex.- sec. XVIII prima metà), in copia semplice del XIX sec. in ASSo, Fondo Romegialli, b. 22, fasc. 6, c. 2r, e in copia semplice di Antonio Giussani del 1918 in ASDC, Curia, Religiosi, b. 34, p. 4. Menzioni in un anonimo memoriale allegato alla relazione della visita pastorale di Giovanni Ambrogio Torriani del 1674 (con riferimento alla carta ma in data 1108), ASDC, VP, b. LX, p. 180; nonché nello 'Stato dell'insigne chiesa collegiata plebana e parochiale', a cura nel 1706 dell'arciprete Ignazio Luigi Guicciardi, in copia semplice del 1779 in 'Miscellanea sumptibus et labore presbiteri Pauli Antonii Carbonera', APSo, A-4-M-4, c. 2. Menzioni pure nei memoriali per le visite pastorali di Francesco Bonesana (del 1706), ASDC, VP, b. XCV, fasc. 1, p. 455, e di Carlo Rovelli (del 1796), ASDC, VP, b. CXCIX, p. 485. B e B' sono così autenticati: Ego Bertramus de Asnago filius quondam Andreę de Asnago de Cumis, notarius et scriba domini episcopi Cumarum, has duas cartas mei rogatu dedi ad explendum infrascripto Maffeo de Lomeno notario et me subscripsi. Ego Maffeus de Lomeno notarius Cumanus, filius quondam ******* de Lomeno de Cumis, has duas cartas rogatu suprascripti Bertrami de Asnago notarii et cancallarii dicti domini episcopi ex autentico explevi et scripsi, non demutatas litteras vel sillabas nec in aliqua parte vitiatas, cancellatas nec abolitas, nec substantiam dictarum duarum cartarum commutatam.
Al verso, C reca regesto e segnatura coeva (a).


Trascrizione: SALICE, Stato della pieve di Sondrio e altri scritti, pp. 96-97.
Cf.: QUADRIO, Dissertazioni, I, pp. 168-169; II, pp. 534; MONTI, Atti della visita pastorale, I, p. 301n; BESTA, I Capitanei, pp. 274-275; BUSTAFFA, Monastero di San Lorenzo; GUSMEROLI, Io stesso le zappai, p. 110-111.


Riguardo a B e a B', la pagina corroborationis fu concessa a Petra de Capitaneis di Sondrio, badessa del monastero di San Lorenzo, dal vescovo di Como Benedetto de Asinago (1328-1339). Detto presule -limitato da Franchino Rusca nell'esercizio delle sue funzioni nel territorio della città- a partire dalla fine dell'estate del 1329 (e sino al 1335) riparò in Valtellina, da dove amministrò la diocesi (riguardo a questo vescovo Helvetia Sacra, I/6, pp. 151-155 e DELLA MISERICORDIA, La disciplina contrattata, p. 271n, e bibliografia citata in questi due contributi). Il documento appare infatti rogato a Sondrio, in ospitio dominorum de Lavizariis de Cumis in quo habitat dictus dominus episcopus. All'interno della medesima pagina è inserta anche l'investitura usque in perpetuum, qui edita al n. 2. L'attività del presule è ampiamente documentata da suo nipote Abondiolo de Asinago, notarius et scriba domini episcopi (su questo notaio cf. MARTINELLI PERELLI, Abondiolo de Asinago notaio in Como). Ma accanto a questa figura di professionista (di cui sono conservati tre cartulari), stanno progressivamente emergendo dalle ricerche anche altri notai vescovili, certamente legati a Benedetto da legami di sangue, ma il cui profilo rimane allo stato attuale degli studi ancora sfumato. E' questo il caso di Bertramo de Asnago, che sottoscrive questa pagina. Non è affatto certa la sua identificazione, proposta da Tarcisio Salice (SALICE, Stato della pieve di Sondrio e altri scritti, p. 98n), con quel Bertramo de Asnago che il 13 ottobre 1332 sarebbe stato nominato arciprete di Olonio (ASCo, AN, vol. I, c. 90. Cf. BUZZETTI, Un prezioso ricordo del castello di Grumello, pp. 14-15) e in seguito arciprete di Chiavenna (MANGINI, San Lorenzo di Chiavenna, cf. i docc. ai nn. 25, 32, 39, 42, 50, 54, 55, 56, 60, 62, 64). E' questo, per ora, anche il caso di Aliolo de Asenago che il 15 febbraio 1333 sottoscrisse la pagina constitutionis et confirmationis concessa dal medesimo presule comasco a Petrino e confratres dell'ospedale di San Remigio di Brusio (cf. 'Le carte degli ospedali di San Remigio di Brusio e di Santa Perpetua di Tirano', ai nn. 7 e 12).
Riguardo a C, non è possibile datare con precisione la copia (sec. XVI ex.- sec. XVII in.) né risalire al contesto specifico che ne portò la redazione. Da una nota dorsale pare emergere l'attinenza a conflittualità relative alla residenza dei canonici; quello che invece appare chiaramente da detta nota è che l'antigrafo di C era B': Copia donationis factę per dominos Capitaneos de Vizola et per canonicos Sondrii de decimis bonorum subtus monasterium Sancti Laurentii favore eiusdem monialium, rogata per Compertum notarium sacri palatii die 8 octobris 1100, in qua canonici vocantur professi videlicet residentes, cuius originale extat in archivio archipresbiteri Sondrii.
La redazione di C' è invece riferibile in modo certo a Gian Antonio Paravicini, arciprete della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Sondrio tra il 1620 e il 1654. Egli copiò il documento all'interno dello 'Stato della pieve di Sondrio', composto verisimilmente in occasione della visita pastorale di monsignor Lazzaro Carafino (1626-1665) occorsa nel 1638. Anche C' aveva probabilmente quale antigrafo B'.
Analogamente a C', anche la redazione di C'' è assai probabilmente da legare alla figura di Gian Antonio Paravicini e al riassetto economico (e archivistico) da lui promosso in quella parrocchia valtellinese. Analogamente a C', anche l'antigrafo di C'' pare essere B'.
Ancora di mano secentesca la copia C''', ora conservata presso l'ASSo. Non è noto il redattore ma, in riferimento all'attuale conservazione e all'analisi delle varianti testuali, pare sia stata redatta sulla base di B.
Riguardo alla 'Cronaca historiale', all'interno della quale sono conservati ampi stralci del documento in esame, si legge: «Si vede tra quelle scritture <del monastero> la copia di due carte di donazione delle decime delle terre che si trovano sotto il monastero da esso possedute (...) l'anno mille e cento, alli 8 d'ottobre indizione ottava nel suo originale, e sono le più antiche memorie che abbia il monastero. Queste due carte non si trovano nel suo originale ma copiate ed inserte in un istrumento di confermazione di detta donazione, quale confermazione fu fatta da fra Benedetto d'Asinago vescovo di Como, ad istanza di Pietra de' Capitanei l'anno 1329 li 18 settembre indizione 13, ritrovandosi allora quel vescovo in Sondrio in casa de' signori Lavizzari suoi feudatarii, esule da Como a cagione delle fazioni e discordie di quella città».

A conclusione di questo breve testo introduttivo, si evidenzia che la formula relativa alla professione di legge lascia dubitare di una cattiva lettura già presente nella copia trecentesca; infine si sottolinea che la formula di defensio appare costruita mediante cattive letture e travisamenti.
Indizione settembrina.

Considerata la storia di trasmissione di C e la sua integrità, nonostante alcune palesi sviste di trascrizione, esso viene assunto come punto di riferimento della presente edizione, con le sue peculiarità formali ed ortografiche. Nell'apparato critico si dà sempre conto delle varianti di C', C'' e di C''', segnalando anche le semplici varianti ortografiche.

Anno ab incarnatione (a) domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo, octavo mensis octobris, indictione nona. Ecclesia quę est ędificata in honorem Dei et Sanctorum Laurentii et Georgii martiyrum (b) Christi in loco Sondrii (c) infra castrum quod (d) dicitur castello Sancti Laurentii, nos Rodulphus (e) et Ubertus (f) et Vidus Capitani (g), de loco de Sondrio, et canonici Sanctorum Gervasii et Prothasii, [[scilic]]et (h) Albertus pręsbiter (i), Bernardus et Albertus et Petrus professi qui confessi sumus nos lege vivere Longobardię (j), [[presentibus diximus:]](k) quisquis in sanctis ac venerab(ilibus) (l) locis (m) de suis rebus aliquid contulerit, iusta Auctoris voce(m) (n), in hoc sęculo centuplum accepit (o) et super (p), quod melius est, vitam possidebit ęternam (1). Ideo nos supra(scripti) comunit(er) (q) Capitanii (r) et canonici, cum consilio domini Vuidonis (s) episcopi (2) necnon etiam (t) canonici Cumanę eccelsię, pro animabus nostris et pro omnibus fidelibus defunctis nostris (u) successoribus, donamus et offerimus ad eamdem ecclesiam decimam et quartum (v) clasuris (w) duabus de terris quę iacent sub ipso castro infra istis locis (x): a mane via, a meridie montibus, terra de supra et fossatum de ipso castro supra (y) clasuram et viam monialis (z). Et supra decimam (aa) et quartum, inintegrum (bb), ab hac die ecclesię (cc) donamus (dd) et offerimus per (ee) presentem cartam ofersionis (ff) in eadem ecclesia affirmamus (gg), faciendum exinde (hh) proprietario (ii) iure quidquid facere voluerint (jj), tantum desuper clasuris (kk) cum decima et quantum in ante (ll) in ęcclesia supra(scriptorum) sanctorum (mm), sine omni nostra (nn) et successorum nostrorum contradictione. Quidem spondimus ac promittimus nos sup(rascrip)ti Capitanii (oo) et canonici, cum consilio domini Vuidonis (pp) episcopi necnon etiam (qq) canonici Cumanę eccelsię, una cum hęredibus, apud iam dictam ecclesiam (rr) istam confessionem, qualiter superius, inintegrum (ss), ab omni homine defensare; quid <si> defendere quid potuimus eis et successoribus agere et causari proferimus in duplo (tt) vobis supra decimam et quartum (uu) restituamus sub exstimatione in eodem loco, quia sic est mea bona voluntas. Actum intus castro [[........]] (vv). Quam cartam ofersionis (ww) ut supra fieri rogaverunt (xx) ego Redulphus (yy), et Albertus pręsbiter et Bernardus et Albertus et Ioannes et Petrus et [[...............]](zz) canonicus (aaa), Oldophredus (bbb) et Peregrinus testes.
Ego Compertus notarius sacri pallatii(ccc) scripsi et tradita (ddd) complevi et dedi.

(a) C' incarnat(ion)is
(b) C', C'', C''' martiris
(c) In C''' in loco Sondrii ripetuto e depennato.
(d) C''' infra castro ubi
(e) C', C'' Redulfus; C'' Redulphus
(f) C''' Ubtus privo di segno abbreviativo.
(g) C'', C''' Capitanei
(h) Integrazione sulla base di C'''; in C' e C'' Ioannes nell'interlineo, con segno d'inserzione, su parola depennata (probabilmente scilicet).
(i) C''' presbiter
(j) C sumus lege camerę longobardię
(k) In C lacuna; C' ip(s)e disi; C'' ipse dixit; C''' ipse dixi
(l) C' venerabilis; C''' venerabilibus
(m) C omette locis
(n) C, C'' iusta ac bona voce; C' iusta(m) ac bona(m) voce(m); C''' iusta ac bona dote
(o) C'', C''' accipit
(p) C supra
(q) In C lettura dubbia; C'' communiter; C''' comune
(r) C'' Capitanei; C''' Capitaneis
(s) C, C', C'' Virodani
(t) C', C'', C''' et
(u) C vestris; C'' omette omnibus
(v) In C' e C'' lacuna in corrispondenza di quartum
(w) C'' clausuris, qui e in seguito.
(x) C''' ipso loco
(y) C', C''' super
(z) C' moniallis
(aa) C''' decima
(bb) C', C''' lacuna in corrispondenza di quartum, inin(tegrum); in C'' quantum a cui segue lacuna.
(cc) In C' lacuna in corrispondenza di eccelsię
(dd) C donavimus
(ee) C, C' omettono per
(ff) C confessionis; C' ofrissionis; C'' offerissionis in interlino su confessionis depennato; C''' ofresionis
(gg) C affermare; C'' confirmamus
(hh) In C''' segue parola depennata.
(ii) In C' lacuna in corrispondenza di proprietario
(jj) C''' voluerit
(kk) C, C', C'' ut super clasuris
(ll) In C et quartu montis; in C' e C'' lacuna in corrispondenza di quantum in ante
(mm) In C' lacuna in corrispondenza di sanctorum
(nn) In C''' segue molestia depennato.
(oo) C', C'' Capitanei
(pp) C Virodanis; C' Yyidonii; C'' Vidonii
(qq) C', C'' et
(rr) C' ecclesia
(ss) In C'' qualiter supra a cui segue lacuna in corrispondenza di inintegrum; la medesima lacuna anche in C'.
(tt) C' in duplum; C'' ut causari proferimus in duplum
(uu) In C' e C'' lacuna in corrispondenza di quartum
(vv) In C' ub(i) d(i)ci(tur) (lettura incerta). Feliciter; in C'' predicti. Feliciter
(ww) C confessionis; C' offrissionis; C'' offerissionis
(xx) C' rogarunt
(yy) C' Redulfus; C'' Rodulphus
(zz) C' e C'' Glibardus, Guadienus
(aaa) C' Simonus; C'' Zanonus
(bbb)C' Oldefredus; C'' Adefedus
(ccc) C' e C'' palatii
(ddd) Così C, C', C'''.

(1) Cf. Math. 19, 29.
(2) Guido Grimoldi resse la cattedra vescovile di Como tra il 1098 e il 1125: UGHELLI, Italia sacra, tomo V, coll. 290-291; GAMS, Series episcoporum, p. 787; SCHWARTZ, Die Besetzung der Bistümer Reichsitaliens, p. 50; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, pp. 331-333; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 89-93; Helvetia Sacra, I/6, pp. 109-111. Riguardo a questo vescovo, cfr. una prima nota nel testo introduttivo al doc. n. 6 delle 'Carte degli ospedali di San Remigio di Brusio e di Santa Perpetua di Tirano'.

Edizione a cura di Rita Pezzola
Codifica a cura di Rita Pezzola

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