Lombardia Beni Culturali
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Memoria consecrationis

1117 novembre 4, <Teglio>

Guido <Grimoldi>, vescovo di Como, consacra in onore delle sante Eufemia, Agnese e Cecilia, vergini e martiri, la chiesa di Santa Eufemia di Teglio, presso la quale sono conservate numerose reliquie.

Memoria del sec. XV?, ASSo, Diplomatico, b. 1, n. 1.
Nel verso regesto settecentesco e altre annotazioni di epoca moderna; inoltre segnatura, probabilmente settecentesca (617).


Trascrizioni: MONTI, Il comune di Como, p. 42; SCARLATA, L'archivio di Stato di Sondrio (alla data 1117 novembre 8), p. 15 (con riproduzione fotografica in copertina); GARBELLINI, Tellina vallis (pure alla data 1117 novembre 8), p. 164.
Cf.: PFLUGK-HARRTUNG, Iter Italicum, p. 781; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, p. 331; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, p. 93; BESTA, Le valli dell'Adda, p. 118, p. 381; GARBELLINI, San Pietro di Teglio ( riproduzione fotografica a p. 64); Helvetia Sacra, I/6, pp. 109-110; GARBELLINI, Le chiese di Teglio, p. 25.

La membrana presenta sensibili lacerazioni in corrispondenza delle antiche piegature, talora accompagnate da macchie; macchie sono pure presenti in corrispondenza dei fori dei chiodi (vide infra). Si rileva inoltre la presenza di punti di abrasione accidentale dell'inchiostro oltre ad uno strappo negli angoli superiore destro e inferiore sinistro.

Questa memoria solleva numerose problematiche relative a diversi aspetti.
La prima delle domande riguarda il modo di datare questa scrittura. Infatti l'indicazione del giorno lunare rimanda ad un contesto di pratica tipicamente liturgica. La pronuntiatio lunae, in particolare, faceva parte della lettura del martirologio (e addirittura fruiva di una intonazione melodica nella proclamazione prevista dall'ufficio corale dopo l'ora prima e nell'officium capituli delle comunità monastiche). Per martirologi si intendono quei libri «che attestano e in seguito regolano il culto dei santi venerati in una chiesa locale, in una provincia ecclesiastica o in una regione ancora più estesa» (SAXER, Santi e culto dei santi nei martirologi, p. VII). La rubrica del martirologio romano edito dopo il Concilio di Trento sotto Gegorio XIII (nel 1584) ancora prescriveva: «Legitur autem semper precedenti die lectio illa, quae memorias sanctorum sequentis diei continet, preponendo kalendas, nonas vel idus, et quantitates lunae eiusdem sequentis diei» (Martirologium Romanum, p. 28). Questa rubrica canonizzava una tradizione altomedievale, la quale, per i calcoli lunari si rifaceva al trattato di Beda il Venerabile (cf. BEDA, De temporum liber). Era normale anche che i testi tradizionali dei martirologi fossero supplementati con le date delle feste particolari delle chiese locali, quale la data della consacrazione della chiesa propria, oppure con indicazioni obituarie.

Comunque la presenza della pronuntiatio lunae non implica la derivazione diretta della scrittura qui edita da un martirologio (oppure anche da un calendario liturgico), anche se ciò è possibile. Ciò che appare incontestabile è l'uso ecclesiastico di associare ad una data calendariale l'età della luna calcolata sulla base di un complicato tradizionale computo, il quale aveva e conserva la funzione di richiamare la centralità della Pasqua quale festa culmine di ogni evento cristiano ed originante di ogni azione sacra (come, appunto, la consacrazione di una chiesa).

In questa prospettiva, e con particolare precisione, vanno considerati come significativi i caratteri estrinseci di questa memoria. Infatti essa risulta essere stata scritta su una pergamena destinata ad una conservazione esposta.
Oltre alla presenza - ai quattro angoli e a metà dei margini laterali - dei fori dei chiodi, lo testimonia la scelta dell'uso di una scrittura libraria, l'impaginazione del testo e la presenza di tracce di marginatura a piombo, nonché la presenza di capilettera ornati. In particolare l'iniziale A in «Anno ab incarnacione» è in inchiostro rosso e bruno con decori a bianco risparmiato. E così pure le lettere I in «In ipso vero», «In altari a dextra», «In altari in sinistra parte», che discendono nel margine sinistro per circa quattro righi di scrittura, sono vergate in inchiostro rosso, con misurati decori e lievi svolazzi. Si tratta di caratteri che accomunano questo esempio di pergamena tellina 'da esposizione' con altri esempi analoghi: forse non è superfluo richiamare qui anche la 'Cronaca historiale' del monastero di San Lorenzo di Sondrio (nelle carte della chiesa di San Lorenzo di Sondrio, cf. la nota introduttiva al doc. n. 4), in cui si legge che «di questa consacrazione <della chiesa di San Lorenzo> si conserva l'istrumento ed un'altra memoria in una tavoletta col nome delle reliquie dei santi riposti in quegli altari» (ASDC, Curia, Religiosi, b. 34, pp. 5-6). Ma l'analogia è particolarmente evidente con le tre membrane esposte, narranti i miracoli della Beata Vergine Assunta di Morbegno, conservate presso l'archivio della confraternita dei battuti di Morbegno; ed anche con l'interessante membrana che raccoglie quattro memorie relative a donazioni di reliquie e privilegi concessi a detta scuola e alla sua chiesa (queste scritture sono tutte edite in PEZZOLA, Et in arca posui, pp. 129-135; 142-146). Si tratta di scritture tutte risalenti alla seconda metà del Quattrocento, che sembrano fornire elementi utili anche per collocare cronologicamente la redazione della memoria tellina qui edita. Un contemporaneità pare evincersi sia in relazione alla modalità di conservazione esposta della membrana - che per lo meno in area valtellinese nel corso del Quattrocento assume caratteristiche che vanno oltre l'eccezionalità -, sia in ragione delle scelte applicate - per questa finalità - nella definizione dei caratteri estrinseci.
Un altro dato pare avvalorare questa ipotesi, non suffragabile a sufficienza da una analisi prettamente paleografica. Si tratta dell'evento della riedificazione dell'edificio e del suo assetto secondo il gusto aggiornato tra il XV e il XVI secolo. La memoria della parola esposta diviene partecipe e coeva del processo di ristrutturazione degli edifici e dei cicli iconografici (pittorici e scultorei) del rinnovato edificio. Spazio architettonico e documento memoriale si pongono in relazione tanto più stretta quanto più il nuovo aspetto architettonico sembra differenziarsi dall'arché istitutiva dell'edificio sacro (anche in questo caso si rimarcano le analogie con le memorie dei battuti di Morbegno: PEZZOLA, Reędificari et reparari facere inceperant, pp. 166-170).
Non è noto dove fosse collocata questa membrana, ma è verisimile ipotizzare che si trovasse esposta presso la stessa chiesa di Santa Eufemia; e proprio la differente storia della sua trasmissione rispetto a quella delle altre carte dell'archivio - che oggi risultano quasi interamente deperdite relativamente a tutta la parte medievale e sino a buona parte del Seicento (si veda la nota introduttiva generale) - parrebbe in qualche modo averne tutelato la conservazione.

Dal punto di vista dei contenuti trasmessi, infine, si rimarca che la consacrazione della chiesa di Santa Eufemia (che - lo si noti - non è detta chiesa pievana, ma chiesa nella pieve di Teglio) è evidentemente correlata con le altre consacrazioni di chiese in quel medesimo periodo effettuate da Guido Grimoldi (1098-1125). Il riferimento è alla chiesa di San Lorenzo di Sondrio (tra quelle carte cf. il doc. n. 4) e forse anche alla chiesa di San Remigio di Brusio (tra quelle carte cf. il doc. al n. 6).

Si è scelto di editare questa memoria, comprendendola così tra i fondi minori valtellinesi, sia allo scopo di fornire una informazione più completa in relazione alle consacrazioni celebrate dal vescovo Guido, sia quale unica traccia rinvenuta della pur ricca storia tellina. Inoltre essa si offre quale ulteriore e significativa attestazione dell'uso di valorizzare certe scritture su membrana mediante la loro locale significativa esposizione.

Anno ab incarnacione Domini m(illesim)o c(entesim)o .xvii. pridie nono novembris, luna .vi., consecrata fuit eclesia Beate Eufemie virginis in plebe Tilii a d(omi)no Guidone Cumano episcopo, anno episcopatus eius .xxi., in honore Sancte Eufemie virginis et martiris et Sancte Agnetis virginis et martiris et Sancte Cecilie virginis et martiris.
In ipso vero maiori altari continentur reliquie sanctorum martirum Cosme et Damiani, Tiburcii et Valariani et Maximiani et sanctorum martirum Proti et Iacinti et sancti Rufi martiris et sanctarum Eufemie et Agnetis et Cecilie virginum et martirum.
In altari a dextra parte ipsius eclesie, consecrato in honore Beate Marie virginis et Sanctarum undecim milium virginum, continentur reliquie sancte Marie et sancti Simonis apostoli et sanctarum undecim milium virginum.
In altari in sinistra parte ipsius eclesie, consecrato in honore Sancti Ioh(an)is Baptiste, continentur reliquie sancti Ioha(n)is Baptiste et sancti Fabiani pape et martiris et sancti Ilarii confesoris et episcopi.

Edizione a cura di Rita Pezzola
Codifica a cura di Rita Pezzola

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