Lombardia Beni Culturali

Introduzione

Le pergamene che qui si presentano sono conservate attualmente presso l’Archivio di Stato di Milano, Consiglio degli orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio-Orfanotrofio Maschile-Monastero, cartelle 16, 24, 86, 130, 134, 136, 155. Si tratta di un complesso di trentun atti, risalenti per la massima parte al secolo dodicesimo. Tutti sono conservati in «camicie» cartacee che recano, di mano settecentesca, un regesto (molto sommario e non sempre preciso); deve anche segnalarsi l’esistenza, presso l’Archivio di Stato, di un inventario che offre concise indicazioni sul contenuto di ogni singolo documento. Trattasi dell’inventario analitico a schede compilato, probabilmente nei primi decenni del secolo, a cura di L. Verga, archivista del Consiglio degli orfanotrofi. L’ente ha infatti conservato presso di sé il proprio materiale d’archivio sino a tempi recenti, e solo al 1977-79 risale il versamento all’Archivio di Stato di Milano. Devo queste indicazioni alla cortesia della dottoressa Bernadette Cereghini, dell’Archivio di Stato di Milano, che ringrazio vivamente.

Senza addentrarci in discorsi di carattere storico, che esulerebbero dai criteri di questa collezione, è però necessaria una precisazione: nessuno dei documenti del secolo dodicesimo di S. Pietro in Gessate ed uno solo del secolo tredicesimo riguarda direttamente il monastero; è questa la ragione per cui non mi pare necessario, in questa sede, dilungarmi sulle vicende dell’ente, rimandando alle opere del Puccinelli e del Cattaneo indicate in bibliografia (ove sono pure citati lavori di autori che hanno conosciuto, utilizzato o citato i nostri documenti senza darne un regesto vero e proprio). Non deve comunque stupire che documenti a prima vista estranei alle vicende di S. Pietro in Gessate siano confluiti nel suo archivio, dato che casi analoghi si riscontrano frequentemente nei cartari degli enti religiosi medioevali, spiegandosi in vario modo: il caso più frequente è quello del passaggio di proprietà di beni fondiari comportante la trasmissione al nuovo proprietario anche della documentazione più antica relativa al bene ceduto. Un processo di questo genere si può agevolmente supporre nei riguardi di quello che è il nucleo più consistente degli atti qui pubblicati, concernente negozi di vario tipo (compravendite, permute, locazioni…) relativi al territorio di Linate, non lontano dalla città di Milano, fuori Porta Tosa e nelle vicinanze del Lambro. In questa zona gli Umiliati di S. Pietro in Gessate si inserirono nella seconda metà del Duecento e poi, assai più incisivamente, nel corso del Trecento, segnalandosi in breve fra i maggiori possidenti del luogo e subentrando a diversi privati nella proprietà della terra, nell’uso delle acque, nonché nel possesso della relativa documentazione. Nei dintorni di Linate vasti erano stati, fra Millecento e Milleduecento, i beni della famiglia milanese Menclozzi; ed è per questo che numerosi Menclozzi compaiono, spesso come attori, nelle nostre carte. Un poco paradossalmente (ma forse meno di quanto possa sembrare a prima vista) si potrebbe affermare che sia un caso fortunato quello che ha fatto conservare nei cartari ecclesiastici – i soli che per il medioevo milanese si siano conservati con una notevole organicità – tanti documenti estranei, che ci trasmettono sulla società del tempo notizie che altrimenti non ci sarebbero giunte.

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