Lombardia Beni Culturali

Introduzione

di Ada Grossi e Marta Mangini

Oltre ad essere particolarmente ricco, l’archivio del monastero di S. Ambrogio tramanda i documenti milanesi più antichi: esso conserva infatti circa 700 pergamene conservate presso l’Archivio di Stato di Milano nei fondi Museo Diplomatico (fino al 1100) e Pergamene per fondi (XII secolo), la più antica delle quali risalente al 721.

L’attuale assetto della documentazione membranacea dell’archivio del monastero di S. Ambrogio è frutto di successive fasi di riordinamento, solo in parte ricostruibili con certezza.

La prima inventariazione sistematica documentata dell’archivio è quella compiuta dai padri Gregorio Tizzone (per il solo materiale cartaceo) e Lorenzo Giorgi (per quello membranaceo) nel periodo tra la fine del XVII secolo e gli anni Trenta del XVIII: entro questa fase, dunque, avvenne lo scorporo delle pergamene. È comunque verosimile che nel corso del Seicento, ai tempi degli studi eruditi del Puricelli [1] e dell’Aresi [2] (oltre a quelli del Puccinelli, perduti) l’archivio fosse già stato riordinato, probabilmente dal monaco Benedetto Torriani [3].

La prima fotografia della consistenza dell’archivio risale al periodo tra il 1727 e il 1730, quando il Giorgi compilò gli Exemplaria diplomatum [4], due volumi contenenti la trascrizione di tutti i documenti fino al 1504, riportati in ordine cronologico: si conserva oggi solo il primo volume, che giunge al XII secolo, mentre il secondo è andato perduto. Nel 1732 il Giorgi compilò l’Elenchus chronologicus, relativo ai soli documenti entro il 1200 [5], mentre qualche anno dopo, rispettivamente nel 1738 e nel 1739, elaborò i due strumenti di corredo principali dell’intero archivio, il Registro o sia compendio e repertorio [6] e la Rubrica seu index chonologicus [7]. Il lavoro di riordinamento prevedeva la suddivisione del materiale in 10 serie per complessive 36 tavole, ciascuna ripartita in cartelle, come dichiarato in apertura della Rubrica [8], e così si presentava l’archivio nella stagione degli eruditi della cosiddetta Scuola Santambrosiana (Fumagalli, Bonomi, D’Adda, Casati) [9].

Le vicende archivistiche successive sono legate alla soppressione dell’ente monastico, avvenuta il 20 marzo 1799: il patrimonio librario a stampa fu riversato per la maggior parte nell’attuale Biblioteca Nazionale Braidense (parte del materiale andò perduto, altro ancora era stato precedentemente ceduto); i codici manoscritti, la cui consistenza è difficile da stabilire in assenza di cataloghi antichi, andarono dispersi; la documentazione cartacea confluì nell’Archivio Generale del Fondo di Religione, mentre quella membranacea rimase inizialmente nell’archivio del monastero sotto la custodia dell’ultimo abate, Carlo Giovanni Venini. Il 27 dicembre 1802, in seguito alla richiesta dello stesso Venini, le pergamene furono trasportate nel Palazzo Nazionale della Repubblica Italiana, presso l’Archivio del Governo affidato al vicepresidente Francesco Melzi d’Eril; nel giugno 1807 le pergamene furono poi depositate presso l’Archivio Nazionale adiacente la chiesa di S. Fedele.

Il Museo Diplomatico fu costituito il 19 settembre 1807 con decreto del Ministero dell’Interno secondo un progetto di Luigi Bossi, allora prefetto degli archivi e delle biblioteche, che intendeva procedere all’estrazione sistematica di tutte le pergamene dai fondi archivistici delle istituzioni religiose. Conservazione e organizzazione del materiale furono affidate a Michele Daverio, archivista generale di S. Fedele, che a sua volta incaricò Ermete Bonomi [10] di recuperare presso l’amministrazione del Fondo di Religione l’archivio diplomatico di Chiaravalle e di riordinare gli archivi di Morimondo, dei canonici di S. Ambrogio, del monastero di S. Agostino, di Cairate, dei Decumani di Milano e del monastero di S. Apollinare, ma non ancora le carte del monastero di S. Ambrogio. Nel 1816 il Museo Diplomatico fu traslocato presso i locali della canonica di S. Bartolomeo a Porta Nuova e affidato alla direzione di Luigi Settala. Il riordinamento secondo il criterio di provenienza fu intrapreso in modo sistematico a partire dal 1834 grazie all’iniziativa di Paolo Airoldi, che portò a termine l’operazione per i pezzi fino al secolo XI (compresi quelli del monastero di S. Ambrogio), mentre quelli fino a tutto il XII furono oggetto degli sforzi di Giuseppe Cossa e Luigi Ferrario: di questa complessa operazione restano i 5 volumi del Catalogo delle pergamene, che forniscono i regesti dei documenti suddivisi per archivio di provenienza, dai quali restano però fuori le carte del monastero santambrosiano successive al 1100. Dopo il trasloco del 1840 dalla chiesa di S. Bartolomeo all’Archivio Notarile in piazza dei Mercanti e nel 1852 ai locali attigui a S. Fedele, nel 1886 il Museo Diplomatico fu infine trasferito presso il Collegio Elvetico, poi sede del Palazzo del Senato, cioè l’attuale Archivio di Stato. In questa stessa sede, nel 1910, su richiesta dell’allora direttore Luigi Fumi, Cesare Manaresi predispose il riordinamento, ancora secondo il principio di provenienza, degli archivi del Duomo e dei monasteri di S. Ambrogio e Chiaravalle; nel caso dei documenti santambrosiani dal XII secolo in avanti Manaresi ricostituì l’ordinamento del Giorgi, mentre lasciò inalterato il Museo Diplomatico, attribuendo però ai pezzi una nuova segnatura; inoltre, compulsando altri fondi archivistici, riuscì a ricollocare alcuni pezzi dispersi [11].

Queste, in sostanza, le principali vicende dell’archivio santambrosiano: rispetto all’archivio che risulta dall’ordinamento settecentesco le dispersioni sono state minime. Lo stato di conservazione dei pezzi è nel complesso discreto.

Quanto alle tracce materiali degli ordinamenti del passato ancora ravvisabili sulle pergamene, va notato innanzitutto che tutte le pergamene presentano sul verso la segnatura del Giorgi (tabulae e carterae) e il riferimento alla trascrizione dei suoi Exemplaria diplomatum (pagina e numero). Alcuni dei pezzi in peggiore stato di conservazione furono consolidati su supporto cartaceo prima o durante questa fase: la segnatura Giorgi, infatti, è vergata spesso proprio su quel rinforzo. Possono essere inoltre individuate altre segnature seicentesche, che non fanno però riferimento ad alcuno strumento di corredo conservato. Ascrivibili al Sei-Settecento sono anche alcune annotazioni recanti la data e la tipologia del negozio giuridico, talora anche i nomi delle località interessate. Nell’angolo superiore sinistro del verso, infine, si riconosce la mano del Bonomi, che vi appose l’indicazione della data in numeri romani, limitata al solo anno [12]. Ancora, in seno alle operazioni di riordinamento secondo il criterio di provenienza compiute nel corso del XIX secolo, contemporaneamente alla compilazione del Catalogo a cura dell’Airoldi, furono incollate al verso della maggior parte dei pezzi fino a tutto l’XI secolo etichette prestampate compilate di volta in volta con la data cronica e topica, la numerazione corrispondente al Catalogo, segnalazioni relative alla tradizione del documento e solo in alcuni casi un breve regesto: le stesse informazioni, in forma più ampia e corredate di regesto e annotazioni in merito alla cronologia, sono generalmente ripetute sulla camicia cartacea delle pergamene, riferibile allo stesso intervento archivistico. Un’altra camicia, di epoca successiva e di dimensioni maggiori, reca sia la segnatura corrispondente al Catalogo dell’Airoldi che quella relativa al riordinamento del Manaresi, oltre ad ampie osservazioni di varia natura sul contenuto dei documenti. Le due segnature testé citate sono entrambe tuttora valide: la prima segue una numerazione progressiva unica per tutto il Museo Diplomatico, mentre la seconda è ripartita per secoli.

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Un cenno a parte merita la documentazione relativa alle controversie tra i monaci e i canonici nel corso del XII secolo [13], corrispondente a circa 50 pezzi: essi fanno parte dell’archivio del monastero, ma è parso più opportuno considerarli come serie a sé stante, seguendo peraltro l’impostazione dell’ordinamento del Giorgi, che dedicò a questo corpus documentario un volume di trascrizioni apposito, il Codex controversiarum [14]. Anche oggi, infatti, tali pergamene sono conservate in una cartella a parte (AD, pergg., cart. 343), salvo quelle che per antichità sono state scorporate dall’archivio del monastero e collocate nel Museo Diplomatico. Secondo gli strumenti di corredo e le trascrizioni dello stesso Giorgi si può concludere che esse provengono tutte dal solo archivio del monastero. Tra i pezzi archiviati in questa serie, tuttavia, oltre a documenti del monastero in originale e in copia, sono compresi anche documenti della canonica di S. Ambrogio, processuali e non, presentati in causa dai monaci contro i canonici stessi: si tratta prevalentemente di copie semplici, che si devono tutte a tre mani notarili di fine XII-inizio XIII secolo; confrontando margini e linee di taglio è inoltre possibile ricostruire l’ordine in cui esse, a gruppi, furono trascritte sulla stessa pergamena o su membrane cucite tra loro.

L’edizione del materiale relativo alle controversie è attualmente in corso. Diamo quindi solo un elenco provvisorio dei documenti, che riportiamo qui di seguito, tenendo conto delle segnature corrispondenti ai diversi ordinamenti; nel caso del Museo Diplomatico, oltre alla cartella, segnaliamo in particolare la duplice numerazione (quella denominata ‘numero di protocollo’, unica, e quella denominata ‘numero progressivo’, che riparte invece a ogni cambio di secolo).

Archivio del monastero di S. Ambrogio – controversie
MD cart.MD n. prot.MD n. progr.AD, pergg., cart.
776 feb 1116sec. VIII, n. 20
776 apr 13116sec. VIII, n. 20
781 feb 2119sec. VIII, n. 23
852 ott 17373 1/2sec. IX, n. 47
877 giu4122sec. IX, n. 95
887 lug4135 1/2sec. IX, n. 111
894 dic 24141 1/2sec. IX, n. 118
990 feb 69286 1/2sec. X, n. 156
999 giu10333 1/2sec. X, n. 207
1029 ago141081sec. XI, n. 187
1029 ago141082sec. XI, n. 188
1031 mag14535sec. XI, n. 200
1053 gen171083sec. XI, n. 364
1084 apr21902sec. XI, n. 589
1084 ago21905sec. XI, n. 592
1093 mag (2 esemplari)231003sec. XI, n. 697
1098 apr 7241096sec. XI, n. 745
1123 set 1343, c.1, n.1
1124 lug343, c.3, n.8
1129 mag343, c.3, n.7
1143 giu (3 esemplari)343, c.1, n.2
*1144 apr - ago*343, c.1, n.4
1144 ago343, c.3, n.2
1144 nov (3 esemplari)343, c.1, nn.5, 7, 9
*ante 1174 feb 10* (3 esemplari)343, c.1, nn.6, 7, 9
*1174* feb 10 (3 esemplari)343,c.1, nn.7, 8, 9
1174 apr 10343, c.1, n.10
1189 lug 27343, c.1, n.11
1190 mar 3 (2 esemplari)343, c.1, n.13
1190 mar 14343, c.1, n.12
1191 mar 17343, c.1, n.14
1191 dic 11343, c.3, n.3
1198 mar 24343, c.1, n.16
1199 apr 9343, c.1, n.17
1199 mag 24 (2 esemplari)343, c.1, nn.18, 25
*1200 ante dic 8*343, c.1, n.19
*1200 ante dic 8*343, c.1, n.20
*1200* dic 8343, c.1, n.n.
*1200* dic 11 - *1201* gen 8343, c.1, n.21
1200 dic 18 - 1201 mar 13343, c.1, n.22
1201 nov 24343, c.1, n.25

Note

[1] G.P. PURICELLI, Ambrosianae Mediolani basilicae ac monasterii hodie cisterciensis monumenta, Milano 1645.

[2] B. ARESI, Privilegiorum et diplomatum omnium insigni basilicae et imperiali monasterio S. Ambrosii Maioris Mediolani concessorum exemplaria, in Insignis basilicae et imperialis coenobii S. Ambrosii Maioris Mediolani abbatum chronologica series, Milano 1674.

[3] Fondamentale riferimento sulle vicende dell’archivio in rapporto alla storia dell’istituzione resta A. AMBROSIONI, Per una storia del monastero di S. Ambrogio, in Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana, IX, Milano 1980 (Archivio ambrosiano, 40), pp. 291-317, poi ripubblicato in Milano, papato e impero in età medievale. Raccolta di studi, a cura di M.P. Alberzoni - A. Lucioni, Milano 2003 (Bibliotheca erudita. Studi e documenti di storia e filologia, 21).

[4] ASMi, AD, pergg., cart. 350, Exemplaria diplomatum et documentorum quae in archivio imperialis monasterii Sancti Ambrosii Maioris Mediolani adservantur ab anno regni Liutprandi nono usque ad saeculum XI, in tre partes distribuita ad laudabilem antiquitatis memoriam conservandam, sub regime illustrissimi et reverendissimi patri domini domini Iohannis Andreae Gambarana, predicti monasterii abbatis, Campillioni, Civennae, Limontae comitis et domini imperialis. Anno salutis MDCCXXVII, 1727.

[5] ASMi, AD, pergg. cart. 353bis, Elenchus chronologicus ex autographis et apographis pubblicarum ex membranis tabularum ab anno Christi DCCXXI ad MCCI, quae in archivo monasterii Ambrosiani Cisterciense adeservantur. Parva mantissa emendationum ac observationum ad calcem subiecta. Anno salutis MDCCXXXII. Una copia è conservata anche a Roma presso la Biblioteca del monastero di Santa Croce in Gerusalemme (cod. Sessor. 186).

[6] ASMi, AD, pergg., cart. 354, Registro o sia compendio e repertorio di tutti li documenti in carta pergamena dell’archivio del monastero di S. Ambroggio Maggiore a Milano … Nell’anno della Salute 1738.

Esso risulta diviso in 22 parti nel modo seguente:

  1. Monastero di Sant’Ambrogio Maggiore di Milano
  2. Beni altre volte di raggione di detto monastero come pure di diversi monasteri e particolari con alcuni rescritti per il clero e città di Milano
  3. Bolle, brevi e lettere per l’ordine cistercense congregazione di s. Bernardo in Italia e provincia di Lombardia
  4. Patrimonio della cassa di congregazione della provincia di Lombardia cioè Abbazia del Casaletto, possessione della Camuzana e di Vione
  5. Monastero di Chiaravalle di Milano
  6. Monastero di S. Pietro di Cereto
  7. Monastero di S. Tomaso di Torcello
  8. Monastero di S. Pietro in Verzolo di Pavia
  9. Monastero di Chiaravalle della Colomba
  10. Monastero di S. Agrippino di Acquafredda
  11. Monastero di S. Martino di Parma
  12. Monastero di Rivolta in Piemonte
  13. Monastero di S. Steffano del Corno
  14. Monastero di S. Ambroggio di Parabiago
  15. Monastero di S. Maria Maddalena della Cava
  16. Monastero di S. Maria di Quartazola
  17. Monastero di Lucedio del Monferato
  18. Monastero delli Tre Re Maggi di Voghera
  19. Monastero di S. Giovanni Battista di Caravaggio
  20. Monastero di S. Croce in Gerusalemme
  21. Monastero di Casanova in Piemonte
  22. Monastero di S. Bernardo di Crema

Avvertimento: ogni compendio è marcato con le lettere A T. C. N. La prima delle quali denota armario, T tavola, C cartera in cui vengono custoditi li documenti, alchuni però di questi sono marcati Chart che denota uno o l’altro delli 4 cartari o siano libri ne’ quali detti documenti si contengono.

[7] ASMi, AD, pergg., cart. 353, Rubrica seu index chronologicus omnium ex membranis documentorum ab anno salutis 721 ad annum 1728, quae in trigintasex tabulas distributa in armario II et III archivi monastici Ambrosiani adservantur. Literae C immediatum ipsorummet documentorum receptaculum, vulgo cartera, N capitalem eorundem numerum indicant; quia vero documenta ab anno 721 ad annum 1201 in duobus chartaceis codicibus referuntur, ideo addita est litera P quae codicis paginam in qua referuntur denotat. Anno salutis MDCCXXXIX.

[8] Documenta in trigintasex tabulas hoc ordine distributa sunt:

  • praecepta imperalia, regalia et ecclesiastica cum caeterae chartae pagenses ab anno 721 ad annum 1201 - tab. 1, 2, 3, 4, 5, 6.
  • Praecepta imperalia et regalia ac diversarum Italiae civitatum rescripta ab anno 1201 ad annum 1698. - tab. 29.
  • Praecepta et rescripta ecclesiastica pro Ambrosiano monastero ab anno 1201 ad annum 1728 - tab. 30, 31.
  • Indulgentiae pro diversis Ambrosiani monasteri ecclesiis ab anno 1250 ad annum 1728 - tab. 31.
  • Controversiae inter monachos et canonicos S. Ambrosii ab anno 1123 ad annum 1631. - tab. 32.
  • Documenta canonicorum Sancti Ambrosii contra monachos producta - tab. 32.
  • Documenta et ecclesiastica rescripta pro ecclesia S. Satyri in porta Romana aliisque ecclesiis ac monasteriis ab anno 1231 ad annum 1676 - tab. 33.
  • Bullarium Cisterciense pro Lombardiae et Tusciae provinciis ab anno 1139 ad annum 1676 - tab. 34, 35.
  • Litterae abbatis Cistercii aliorumque superioris Ordinis Cisterciensis ab anno 1339 ad annum 1608 - tab. 35.
  • Romanae curiae confessiones de decimis et quindeniis ab anno 1390 ad annum 1642 - tab. 36.
  • Reliqua ex membranis documenta ab anno 1201 ad annum 1673 - tab. 7, 8, 9, 10 et seqq.

[9] G. SEREGNI, La cultura milanese del Settecento, in Storia di Milano, XII: L’età delle riforme (1706-1796), Milano 1959; A.R. NATALE, La ricerca della ‘verità storica’ e la scoperta degli archivi durante l’Illuminismo in Lombardia, «Ricerca scientifica ed educazione permanente», 4 (1977); G. VITTANI, Ordini religiosi e studi in un grandioso disegno di riforma sotto Maria Teresa e Giuseppe II, «Archivio Storico Lombardo», s. V, 50 (1923), pp. 262-270; G. VITTANI, Il primo governo austriaco nei rapporti dell’insegnamento della diplomatica in Lombardia, in «Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano per l’anno 1912», Milano 1912; N. BARONE, Angelo Fumagalli e la cultura paleografica e diplomatica dei suoi tempi in Italia, in Atti dell’Accademia Pontaniana, XXXVI, Napoli 1906; B. PAGNIN, Pio D’Adda diplomatista e paleografo all’inizio del XIX secolo, in «Ricerche Medioevali», 2 (1967), pp. 137-155.

[10] L. GUERCI, Bonomi Ermete, in Dizionario biografico degli Italiani, XII, Roma, 1970; A. RATTI, Del monaco cistercense don Ermete Bonomi e delle sue opere, in «Archivio Storico Lombardo», s. III, v. III, 22 (1895), pp. 302-382; M.A. CONTE, Ermete Bonomi archivista cistercense. Studi su Medioevo e Diplomatica in Sant’Ambrogio di Milano nel Settecento, in «Archivio storico lombardo», s. XI, v. V (1988), pp. 151-182.

[11] C. MANARESI, Rapporto presentato all’illustrissimo signor direttore del Regio Archivio di Stato in Milano sulle condizioni generali delle pergamene (Fondo di religione) e riordinamenti compiuti nell’anno 1910, in «Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano per l’anno 1911», Milano 1911.

[12] Tale indicazione è presente su tutti i pezzi: la trascrizione dei documenti santambrosiani ad opera dello stesso Bonomi giunge invece solo fino al 1150, cfr. Biblioteca Nazionale Braidense, ms. AE XV 17, 18, 19, rispettivamente Tabularii cenobii Ambrosiani exemplaria ab anno DCCXXI ad annum DCCCC, Tabularii cenobii Ambrosiani exemplaria ab anno DCCCCIII ad annum MXXX, Tabularii cenobii Ambrosiani exemplaria ab anno MXXXIII ad annum MCL.

[13] P. ZERBI, La Chiesa ambrosiana di fronte alla Chiesa romana dal 1120 al 1135, Excursus I: La controversia fra i monaci ed i canonici di S. Ambrogio nella storiografia milanese dei secoli XVII e XVIII, in P. ZERBI, Tra Milano e Cluny. Momenti di vita e cultura ecclesiastica nel secolo XII, Roma 1978 (Italia Sacra, 28).

[14] ASMi, AD, pergg. cart. 352, Codex cartaceus controversiae inter monachos et canonicos ecclesie Sancti Ambrosii Maioris Mediolani ab anno Christi MCXXIII ad annum MDIV. Premittuntur indices chronologici et alphabetici documentorum et rerum omnium, quae in hoc codice continentur sub regimine illustrissimi et reverendissimi patris domini domini Iohannis Andreae Gambaranae predictae ecclesiae abbatis Campilioni, Civennae, Limontae comitis et domini imperialis. Anno salutis MDCCV, 1735.

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