comune di Montagna sec. XIV - 1797

Comune del terziere di mezzo della Valtellina, appartenne alla pieve di Tresivio.
Il toponimo si trova citato nell’atto di vendita (anno 971) di due pezze di terra in Montagna superiore di Valtellina fatta da Dulcipredo d’Isola di Sporiano a Guidone del detto luogo di Montagna (ASMi, Museo Dipl. sez. XI perg. n. III prot. 245) e in un atto con cui i fratelli Giovanni e Stefano figli del fu Sundolo, abitanti nel luogo di Muntania (Montagna), vendevano con altri parenti nel gennaio del 1016 un sedime situato dentro il castello di Tresivio (Atti privati 1001-1025, n. 77).
Nel 1328, fatto podestà del comune di Sondrio Romerio Lavizario, e suo vicario Petrolo Bardolino, fu ottenuto, come si esprimeva Beltramolo de Selva, “il privilegio di detto Comune (Sondrio), e del Comune di Monte (Montagna) et d’Andevenno, che contiene la libertà di detti Comuni” (Cavallari, Leoni 1959). Nel 1335 (statuti di Como 1335) figurava come “comune loci vicinantie de Montanea”.
La parrocchia della Madonna del Carmine, di nomina popolare, fu eretta nel 1428 (Visita Ninguarda 1589-1593).
Già verso la metà del XIV secolo la comunità era divisa in quadre: in un testamento del 7 febbraio 1349 conservato presso l'archivio parrocchiale di Montagna veniva infatti nominata la quadra di San Fedele di Pendolasco.
Nel 1542, in seguito alle liti sorte tra il comune di Sondrio e quello di Montagna causate dalle rivendicazioni sui pascoli fu steso un lodo arbitrale (notaio Gabriele Sermondi) che fissò definitivamente i confini, assegnando a ciascun comune i rispettivi monti e alpi. Nel XVI secolo appartenevano a Montagna i pascoli della Val di Togno e Acqua Negra. Sempre nel 1542 erano attestate le quadre San Giovanni Battista, Prada, Pendolasco; anche Spriana con Marveggia era citata come quadra del comune di Montagna nel XVI secolo. Nel XVII secolo la comunità era ripartita nelle quadre dei Nobili, Santa Maria di Perlongo, de Bono e Dosso Boisio, Lepuzi, con San Giovanni, Masaretia, Prata, Paini, Sant’Antonio: a quest’ultima quadra erano pertinenti le contrade di Spriana e Marveggia in Val Malenco (Sprecher 1617). In un atto del 13 luglio 1623 rogato da Girolamo Quadrio era ulteriormente attestata l’esistenza di una squadra di Spriana, comprendente le contrade tra la Val del Pettine e quella di Scilironi, mentre le contrade tra la Valle di Scilironi e l’Antognasco facevano parte della contrada de Lepuzi (o di San Giovanni Battista).
Ciascuna quadra aveva propri consigli, spese e debiti separati; l’esazione delle taglie avveniva parimenti quadra per quadra. Ogni quadra eleggeva un proprio decano preposto all’amministrazione e che la rappresentava nel consiglio di comunità, organo amministrativo nel quale si discutevano tutti i problemi relativi alla gestione della comunità e ai suoi interessi. La mobilità nel corso del tempo dell’organizzazione in quadre testimonia la difficoltà di gestione di un territorio ampio, con rilevanti contrasti di interesse: nel 1761 furono ripartiti i monti e le alpi goduti collettivamente tra le quadre di San Giovanni di sopra, San Giovanni di sotto, Santa Maria di sopra, Santa Maria di sotto, de Vervi, Prada, San Giorgio, Pendolasco (o San Fedele), Spriana (o San Gottardo).
Sono stati conservati fino ad oggi gli ordini della comunità di Montagna (ordini di Montagna sec. XVIII) dell’8 agosto 1739 in 62 capitoli con un aggiunta del 14 agosto dello stesso anno, redatti dal notaio Carlo Francesco Paini, ma ordini più vecchi esistevano già nel 1648 (Toponimi, Spriana; Montagna 1990).
La comunità di Montagna nel 1589 contava 350 fuochi a cui si dovevano aggiungere le circa 90 famiglie di Pendolasco, 65 di Susana, 60 di Spriana, 66 di Lepuzi (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 Montagna aveva 2.300 abitanti (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, 2.525 abitanti (Massera 1991 a).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]