ufficiali di taverna sec. XIV - 1797

Il commercio del vino nel comune di Bormio, interamente municipalizzato, era regolamentato rigidamente da disposizioni statutarie e solo le sei osterie comunali di Cortivo, Bagni, Fraele, Fodraglio, Magliavacca, Ombraglio potevano gestirlo (Fumagalli 1991). La gestione della taverna del cortivo era affidata ad amministratori le cui cariche venivano rinnovate annualmente nell’adunanza del consiglio di popolo tra novembre e dicembre: un canepario, uno o pił tavernieri, un cancelliere, due ufficiali, due misuratori, due compratori. Nel periodo compreso tra il 1494 e il 1592 il canipario venne rinnovato ogni quattro mesi, in accordo con disposizioni contenute negli statuti. Il canipario della taverna, che doveva appartenere a turno ad una delle tre valli di Bormio, svolgeva le funzioni di amministratore, venendo retribuito con uno stipendio fisso e con una sorta di provvigione proporzionale alla distanza tra Bormio e la zona d’acquisto del vino. Ai due ufficiali, di cui uno obbligatoriamente del consiglio ordinario, competeva la verifica e la supervisione della gestione: erano tenuti a sigillare le botti in cui era riposto il vino, effettuare misurazioni, autorizzare elargizioni straordinarie, presenziare all’apertura delle nuove botti.
La taverna del Cortivo poteva essere data in locazione previo incanto ovvero gestita direttamente dal comune tramite un oste opportunamente salariato, eletto dal consiglio. Ai compratori competeva la ricerca, contrattazione ed acquisto del vino.

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]