prefettura 1802 - 1815

Dopo la costituzione della repubblica italiana , con il decreto 6 maggio 1802 vennero rimodellati in profondità la struttura e le funzioni degli apparati dell’amministrazione periferica esistenti a livelllo dipartimentale. Il decreto 6 maggio 1802 disponeva infatti l’istituzione delle prefetture e delle viceprefetture, definendo una prima regolamentazione, ancora provvisoria, degli organi amministrativi e delle rispettive competenze.

In base al decreto le prefetture avevano sede nel capoluogo di ogni dipartimento ed erano dirette da un prefetto, affiancato da due luogotenenti con voto consultivo (uno deputato agli affari amministrativi e l’altro agli affari legali e di polizia). Il prefetto era inoltre assistito nelle proprie funzioni da un consiglio generale di prefettura composto da cinque o da sette cittadini nei soli dipartimenti Reno e Olona, con voto solo consultivo. Lo stesso decreto prevedeva l’istituzione delle viceprefetture in alcuni capoluoghi distrettuali indicati in un’apposita tabella. Nei rispettivi distretti il viceprefetto esercitava le medesime funzioni del prefetto. In questo modo venne di fatto introdotta una nuova circoscrizione, il circondario di giurisdizione del viceprefetto, del quale però non vi era espressa menzione nella legge. Tale circondario non coincideva con il distretto, e la soluzione di tale intricata situazione venne provvisoriamente rimessa all’arbitrio del governo, che si riservò di determinare entro tre anni (art. 27).

Il decreto 6 maggio 1802 per lo stabilimento delle prefetture e viceprefetture istituiva anche un organo con eplicite funzioni di rappresentanza degli interessi locali, il consiglio generale dipartimentale (decreto 6 maggio 1802). Con la legge 24 luglio 1802 gli organi dell’amministrazione dipartimentale e le rispettive funzioni vennero precisate e meglio definite: il prefetto venne confermato nel ruolo di organo di trasmissione del potere esecutivo nei dipartimenti (art. 7). Nello svolgimento delle proprie funzioni doveva essere coadiuvato da due luogotenenti e da un segretario generale che formavano il consiglio di prefettura e che erano nominati e potevano essere rimossi dal governo. In base alla legge 24 luglio 1802 al prefetto e ai luogotenenti vennero assegnate nuove competenze fra cui quella di foro giudiziario nelle controversie della pubblica amministrazione. Il voto del consiglio di prefettura era consultivo (art. 13), ma quello dei luogotenenti era necessario (art. 19), e in caso di difformità di opinioni tra prefetto e consiglio di prefettura la questione era sottoposta al giudizio del consiglio legislativo (art. 14). In un primo tempo i componenti del consiglio di prefettura non erano funzionari di carriera, ma venivano scelti fra i cittadini del dipartimento. Il consiglio di prefettura, già previsto dal decreto 6 maggio 1802, venne ad assumere con la legge 24 luglio 1802 la denominazione di amministrazione dipartimentale, e vide definite in modo più preciso le proprie attribuzioni. Gli amministatori dipartimentali erano “solidalmente incaricati (della gestione) di tutti gli affari del dipartimento e della privativa aministrazione dei fondi e spese dipartimentali” (art. 39) (legge 24 luglio 1802). Con il decreto del 6 maggio 1802 venne inoltre modificata la formazione dei consigli generali dipartimentali, organi di rappresentanza i cui membri venivano nominati dai singoli comuni in proporzione al numero di abitanti (art. 53) e si rinnovavano parzialmente per sorte ogni anno e per intero ogni cinque. Avevano competenze in materia finanziaria e si radunavano solo due volte l’anno (in aprile e in ottobre) per i bilanci preventivi e consuntivi. Nel corso dell’anno i loro poteri erano praticamente delegati alle amministrazioni dipartimentali (art. 42).

Le “istruzioni per l’organizzazione interna degli uffici delle prefetture” pubblicate a stampa senza data, ma riferibili al 1802, ne definivano con precisione l’articolazione interna, prevedendo che ciascuna prefettura dovesse avere una segreteria generale e due distinte sezioni per il disbrigo degli affari. Alla prima sezione, a cui era preposto il luogotenente d’amministrazione, risultavano assegnati i seguenti oggetti: censo e imposte; proprietà e debito comunali; manutenzione delle strade; regolazione dei canali demaniali e delle acque in genere; controllo sugli enti assistenziali. Alla seconda sezione, a cui era preposto il luogotenente legale, erano attribuite le seguenti competenze: gestione dell’ordine pubblico; affari di polizia; impiego della guardia nazionale; funzionamento delle carceri e degli ospedali; funzionamento degli uffici giudiziari presenti a livello periferico (Capra 1978).

La formazione del regno d’Italia determinò mutamenti significativi anche negli organi di governo e di rappresentanza a livello dell’amministrazione periferica. Il decreto 8 giugno 1805 sull’amministrazione pubblica (decreto 8 giugno 1805 a) stabiliva la nomina da parte dell’imperatore francese, sovrano del regno d’Italia, di tutti i funzionari delle amministrazioni periferiche .

Per quanto riguarda le prefetture, le modifiche più consistenti introdotte dal decreto 8 giugno 1805 riguardavano il consiglio di prefettura, che subentrava definitivamente all’amministrazione dipartimentale assorbendone le funzioni, e diventava però un organo collegiale, formato da un numero di funzionari di carriera variabile da tre (previsti nei dipartimenti Adda, Adige, Crostolo, Panaro) a quattro (previsti negli altri dipartimenti). Le funzioni dei consigli di prefettura vennero notevolmente allargate includendo le decisioni in merito a controversie per esecuzioni dei regolamenti del censo, le controversie tra la pubblica amministrazione e appaltatori di opere pubbliche, i ricorsi di privati contro gli appaltatori, i ricorsi dei privati per danni derivati dalla costruzione di opere pubbliche e infine le richieste di autorizzazione a stare in giudizio da parte di comuni, istituti pubblici di beneficenza e di istruzione. Il prefetto poteva sospendere o approvare le decisioni dei consigli comunali e distrettuali, ma non quelle dei consigli di prefettura che avevano anche la prerogativa di rivedere il bilancio consuntivo e fissavano quello preventivo delle prefetture.

Ancora in base al decreto 8 giugno 1805 risultarono notevolmente ristrette le funzioni dei consigli generali dei dipartimenti, ridotti unicamente a esporre al ministro degli interni le esigenze e i reclami del dipartimento (art. 10) (Roberti 1947; Ghisalberti 1974; Antonielli 1983; Zaghi 1989).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]