vicario sec. XIV - 1750

Vicari, commissari, podestà e governatori erano i rappresentanti del principe nelle diverse giurisdizioni periferiche in cui era diviso il territorio mantovano.

Le prime notizie sull’esistenza dei vicari risalgano ai primi anni del secolo XIV e si può ipotizzare che questa istituzione fosse presente in un primo tempo solo nelle località di importanza strategica del territorio mantovano. Solo con Ludovico Gonzaga, III capitano di Mantova (1369-1382), l’ufficio dei vicari venne istituito in varie località del distretto mantovano, anche se questa organizzazione amministrativa non costituiva ancora un sistema di poteri esteso uniformemente a tutto il territorio, ma era caratterizzata dalla presenza di giurisdizioni particolari funzionali alla difesa degli ordinamenti vigenti (Vaini 1994). Negli anni 1370-1380 il territorio mantovano era infatti articolato nei vicariati di Cavriana, Volta, Ceresara, Goito, Marmirolo, Castiglione Mantovano, Rivalta, Marcaria, Montanara, Borgoforte, Governolo – Roncoferraro, Serravalle, Suzzara, Luzzara, Reggiolo o Gonzaga, San Benedetto, Quistello, Revere, Sermide (Vaini 1994).

I poteri del vicario riguardavano la materia fiscale e l’amministrazione della giustizia civile, limitata in genere a cause che non superassero una somma stabilita, anche se vi erano casi in cui potevano esercitare il “merum et mixtum imperium,” attenendosi alla normativa consuetudinaria locale. Il vicario aveva funzioni di controllo e sorveglianza sulle comunità della sua giurisdizione e sui movimenti della popolazione, egli stesso era vincolato al domicilio nella giurisdizione assegnatagli, dalla quale non poteva allontanarsi senza licenza. Era tenuto a informare dettagliatamente il principe e i suoi delegati (vicari generali) su ogni avvenimento, portando particolare attenzione ai movimenti di milizie che accadevano lungo i confini del territorio. Il vicario era coadiuvato nelle sue mansioni da vari funzionari: un notaio, i capitani delle rocche, vari messi o cavallari per lo scambio della corrispondenza, oltre a vari informatori e spie (Vaini 1994).

Negli anni immediatamente seguenti l’elevazione di Mantova da marchesato a ducato, avvenuta nel 1530, risultava esserci un vicario a Bagnolo, Bigarello, Castellaro, Castellucchio, Ceresara, Curtatone, Due Castelli, Gonzaga, Mariana, Marmirolo, Medole, Piubega, Poletto Mantovano, Rodigo, Sacchetta, Serravalle, Sustinente, Suzzara, Villimpenta, Volongo (Mantova 1958-1963), mentre nei primi decenni del XVII secolo erano sede di vicariati Marmirolo, Ceresara, Piubega (Magini 1967).

Dalla “specificazione dell’attuale sistema de’ tribunali di Mantova con altri uffizi giurisdizionali e non giurisdizionali, tanto cioè di giustizia come di governo, co’ nomi di quelli che sonovi impiegati anche nelle parti dello stato, ridotti nelle sue distinte classi, assieme co’ loro rispettivi soldi ed emolumenti” del 1737 non risultavano esserci nello stato mantovano magistrati con il titolo di vicario (Sistemazione tribunali Mantova, 1737).

I criteri di reclutamento di vicari e commissari e la durata della loro carica non sono noti, in quanto dipendenti probabilmente dall’arbitrio del principe (Navarrini 1989).

La carica del vicario come quella di commissario aveva in ogni caso un carattere più onorifico che di funzione, legata allo status del rappresentante ducale, per cui in una stessa località potevano alternarsi in periodi successivi vicari e commissari (Mantova 1958-1963; Navarrini 1989).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]