Valle Seriana Superiore sec. XV - 1797

La valle Seriana Superiore durante il dominio veneto era costituita sul territorio i cui confini ricalcavano gli attuali confini geografici della parte settentrionale della valle omonima e comprendeva, a fine Settecento, i comuni di Ardesio, Gromo, Gandellino, Valgoglio (che formavano la quadra di Ardesio), Parre, Premolo, Gorno, Oneta, Cerete, Onore e Songavazzo. Rovetta, Oltressenda alta, Oltressenda bassa, Ponte Nossa e Clusone, che formavano le cosiddette tre quadre (quadra di Gorno, quadra di Castione e comun vecchio di Clusone), Sovere che con Sellere e Bossico formavano la quadra di Sovere.
Geograficamente, quindi, era situata nella parte nord-orientale del territorio bergamasco, delimitata a nord-ovest dalla Valtellina, ad ovest dalla valle Brembana Oltre la Goggia e dalla valle Brembana Superiore, a sud dalla valle Gandino, ad est dalla podesteria di Lovere e dalla valle Camonica (territorio bresciano) e a nord-est dalla valle di Scalve.
Era governata da un podestà e da un consiglio formato dai rappresentanti dei comuni del comprensorio. L’autonomia dalla città, garantita da particolari privilegi, si concretizzava, a livello amministrativo, nelle potestà di governo del consiglio di valle e nel fatto che il rettore di valle eletto dal consiglio fosse un nobile veneziano. Ben diversa era, quindi, questa situazione rispetto a quella degli altri distretti del territorio retti da un vicario che veniva nominato nell’ambito del consiglio maggiore di Bergamo e nei quali i consigli avevano competenze che si potrebbero definire esclusivamente esecutive (Piscitello, 1995B; Statuti di valle Seriana Superiore 1474).
Il capitano di Bergamo Giovanni Da Lezze, alla fine del Cinquecento, afferma che “… si raccoglie formenti, segali et pochi milii et formentoni per sei mesi dell’anno, onde per il viver de gli habitanti si conviene proveder della maggior parte de grani sul bresciano luntano per XV milia, due per terra et XIII per il lago de Ise et sene provede ancora da Bergomo et da Lovere et così de vini. Ricchezze della valle sono in 30 persone incirca che hanno il valore da 30 fino a 50 mila mille scudi di capitale, ma da mille sino X mila ve ne sono più di 400, pocca povertà miserabile si ritrova rispetto al traffico. De negotianti di questa valle che si ritrovano fuori con le familie comode ve ne sono da 50 case trafficando in diverse mercantie come a Venetia, Romagna, Pulia et altri luoghi. Nella valle si fabricano panni alti et bassi circa 4 mila che fanno esito sul mercato di Vertoa et con questo negotio et con la mercantia della ferarezza in diverse terre di essa valle conducendosi il ferro dalle miniere di Scalve”. A quell’epoca era abitata da 16829 persone, delle quali 3120 utili, suddivise in 2892 fuochi; risultavano presenti sul territorio 6003 bovini, 646 equini e 3300 pecore (Da Lezze 1596).

ultima modifica: 09/01/2006

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]