comune di Brunello sec. XIV - 1757

La località di Brunello venne citata nella forma Brunadello negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, come appartenente alla pieve di Varese. Era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nel 1538 Brunello venne infeudato a Egidio Bossi (Casanova 1904, p. 103).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti Brunello risultava tra le comunità censite nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 50-51).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il territorio di Brunello era infeudato al marchese Galeazzo Bossi, al quale la comunità non pagava alcun emolumento.
La comunità era sottoposta a due giudici che risiedevano in Varese, tanto il regio quanto il feudale. A quest’ultimo si pagavano di salario ogni anno 14 lire, e quando occorressero dei casi criminali si notificavano tanto all’uno quanto all’altro; ma non vi era la consuetudine di prestare alcun giuramento.
Brunello non aveva sotto di sé altri comuni e non pretendeva di separarsi dalla sua provincia. Nella comunità di Brunello era sempre presente un console, che durava in carica un mese. L’ufficio era esercitato a rotazione da tutti gli uomini maggiori di 18 anni. Inoltre vi erano due sindaci, che si eleggevano a voce da parte degli uomini della stessa comunità. Duravano ora un biennio ora un triennio e avevano l’incarico di presiedere alla suddivisione dei carichi e di occuparsi delle necessità del comune. Le riunioni erano precedute dal suono della campana. Il cancelliere era residente in paese e teneva in casa i libri e le scritture appartenenti alla comunità, con il solo salario annuo di 10 lire (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3036, vol. D XVII, Como, pieve di Varese, [1], fasc. 6).

ultima modifica: 11/07/2006

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]