comune di Castellanza sec. XVI - 1757

Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Castellanza risultava tra le comunità censite nella pieve di Olgiate Olona (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 35-36).
Dalla relazione di Ambrosio Oppizzone del 1633, stampata a Pavia nel 1634, emerge che la comunità di Castellanza era tassata, assieme ai massari dei Visconti, per staia 45.2.3 di sale (Oppizzone 1634). Il territorio, insieme alla Cassina Buon Gesù, fu concesso in feudo al giureconsulto collegiato Giovanni Crivelli con istrumento del 16 febbraio 1691. I fuochi erano 59, il prezzo totale pagato fu di 2832 lire. Nel 1748 fu investito del feudo il marchese Carlo Cornaggia (Casanova 1904).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, la comunità di Castellanza, che faceva sempre parte della pieve di Olgiate Olona, era divisa in 8 comuni, con i nomi di comune Brambilla, Crivelli, Cottica, Meraviglia, Custodi, Bonsignore, Fagnano e Caimi, che avevano diviso fra loro il sale in ragione del perticato. La terra era infeudata al marchese Carlo Cornaggia, al quale non si corrispondeva nulla per diritti feudali. Vi risiedeva il luogotenente del podestà feudale, che amministrava la giustizia. Il console prestava giuramento alla banca criminale di Gallarate, ma la comunità non effettuava pagamenti al suddetto luogotenente.
Non vi era consiglio e il comune era regolato dal console, che si eleggeva nella piazza pubblica, con la partecipazione però dei maggiori estimati nelle sue determinazioni.
Il cancelliere risiedeva in Legnano, poco distante, e aveva un salario di 100 lire, dalle quali venivano tolte 23 lire e 16 soldi per il comune Caimi, che aveva un cancelliere a parte.
Il comune non aveva in Milano né procuratore, né agente.
Le anime erano 359, oltre il comune Caimi, che veniva trattato separatamente (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3073, vol. D XV, Milano, pieve di Olgiate Olona, fasc. 4).

ultima modifica: 30/08/2006

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]