comune di Crosio sec. XIV - 1757

La località di Crosio, appartenente alla pieve di Varese e citata negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nel 1538 il territorio, che faceva parte della Val Bodia, venne infeudato a Egidio Bossi.
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti Crosio risultava tra le comunità censite nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 50-51).
Nel 1717, il 28 settembre, un decreto del governatore concedeva al marchese Fabrizio Benigno Bossi che la valle assumesse la denominazione di Val Bossa (Casanova 1904).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il territorio, che contava circa 142 anime, era sempre infeudato al marchese Bossi, cui non si pagavano emolumenti per ragione feudale.
Le funzioni giurisdizionali erano esercitate dal podestà feudale Nicola de Cristofori di Varese, che percepiva ogni anno sette lire imperiali come salario. La terra capitale della Val Bossa era la Gazzada; il console però prestava il suo ordinario giuramento alla banca criminale del borgo di Varese.
Il comune non aveva consiglio generale ed era rappresentato da un deputato e da un console, che venivano eletti e sostituiti dagli uomini del comune a loro piacimento e curavano gli interessi dello stesso comune.
Il cancelliere risiedeva in Bosto, castellanza di Varese. Non essendovi archivio né stanza pubblica, le poche scritture esistenti erano custodite dai fratelli Masnaghi di Varese in qualità di primi estimati del comune (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3036, vol. D XVII, Como, pieve di Varese, [1], fasc. 10).

ultima modifica: 07/03/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]