comune di Gazzada sec. XIV - 1757

Nel 1538 Gazzada, facente parte della pieve di Varese, venne infeudata a Egidio Bossi. La comunità risulta citata nei registri catastali del 1558 e del secolo successivo (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 50 – 51). La stessa appariva anche nelle località della pieve di Varese soggette nel XVII secolo al pagamento della tassa del sale (Oppizzone 1634).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune era infeudato al marchese Galeazzo Bossi, ma non effettuava pagamenti al feudatario.
Nel comune, in cui abitavano circa 350 anime, non risiedeva né giudice regio né feudale. Infatti, il giudice regio competente era Massimiliano Pusterla, podestà di Varese. Il giudice feudale, Cristofori, risiedeva anche lui in Varese. Il console non prestava giuramento ad alcuna banca, ma tuttavia portava le denunce sia all’ufficio regio che a quello feudale. Non vi era un consiglio, ma il comune era amministrato da due deputati e dal console. I due deputati si eleggevano in piazza pubblica tramite votazione, premesse le formalità. I rappresentanti venivano sostituiti ogni tre o quattro anni secondo le circostanze e bisogni.
L’incarico di console era svolto a rotazione di casa in casa, mensilmente. Le attività di amministrazione e vigilanza erano svolte con la partecipazione e con il consiglio dei primi estimati. Anche il cancelliere risiedeva a Varese ed era pagato 18 lire all’anno. La cura delle scritture, in mancanza di archivio, era affidata ai deputati (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3036, vol. D XVII, Como, pieve di Varese, [1], fasc. 14).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]