comune di Lonate Pozzolo sec. XIV - 1757

Nel X secolo appariva già il paese di Lonnate (Oltrona 1969, p. 10). Nel XIII secolo la Cronaca di Beroldo (a cura di M. Magistretti, 1894), citava Lonate col prefisso di “borgo”. Sempre nel Duecento, Lonate, dove forse già da tempo esisteva un castello, venne in potere dei conti di Biandrate. La presenza di un castello e del borgo è documentata da un rogito del notaio Giovanni Bonalanza del 1303. Nel XIV secolo al termine Lonate venne collegato anche l’appellativo di putheo alto. La località, che si trovava nel territorio del contado del Seprio, venne citata nella forma “Lonà Pozoldo” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e faceva parte della pieve di Gallarate. Era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di San Pietro all’Olmo (Compartizione delle fagie 1346).
Nel XV secolo il comune disponeva di consoli e di un “caneparius”. Veniva anche nominato un sindicus per il disbrigo di specifici affari (Lonate, pergamene). L’ istituto della consularia è attestato per il 1438 in un documento dell’archivio comunale di Lonate Pozzolo; quello della caneparia risulta da un documento conservato a Milano (statuti di Lonate 1496). Nel 1490 Lonate fu concesso in feudo ad Antonio Visconti con diploma del duca Gian Galeazzo Maria Sforza (Casanova 1930).
Negli statuti del 1496, vennero descritte le magistrature e le procedure di nomina. L’ordinamento comunale prevedeva la presenza di consoli, consiglieri e anziani. Per l’elezione dei consoli si riuniva il consiglio ed eleggeva sei persone: i sei eletti gettavano i dadi e risultavano vincitori i due esponenti dei gruppi del paese di sopra e di sotto che ottenevano i maggiori punteggi. I due consoli rimanevano in carica per sei mesi e ricevevano come compenso due lire e dieci soldi imperiali ciascuno; mentre i consiglieri, sempre per sei mesi d’incarico ricevevano una mercede di non più di dieci soldi. Anche gli anziani duravano in carica sei mesi ed erano retribuiti con 15 soldi imperiali; tra i loro compiti vi era quello di preannunciare le vicinanze andando di casa in casa nella loro squadra. Altri funzionari previsti dagli statuti, sempre con incarico semestrale, erano i campari e gli estimatori delle biade e del vino. Nella stessa data delle elezioni dei consiglieri e dei consoli veniva eletto per sei mesi, col salario di cinque lire imperiali, anche il notaio del borgo; la scelta veniva effettuata dai consoli e dai consiglieri. Infine venivano nominati due “servitores”, per accudire al comune e ai suoi rappresentanti, annunciare i consigli e bandire le vicinanze, con la retribuzione di due fiorini ciascuno. Era vietato cedere all’incanto le caneparie, le taglie e le altre entrate comunali. I consoli potevano condannare a pene pecuniarie chi contravvenisse ai precetti statutari o a quelli emanati dagli stessi consoli. La presenza alle riunioni del consiglio e della vicinanza era obbligatoria e i consoli provvedevano a multare gli inadempienti. Per il conto delle spese da fare nel comune e stabilite semestralmente si sceglieva per ogni squadra una persona appartenente non al consiglio ma alla vicinanza. Ogni tre anni venivano nominati sei sindaci o revisori, uno per squadra, con l’incarico di controllare i conti della comunità. I sindaci non potevano far parte del consiglio. Consoli e consiglieri avevano, tra gli altri compiti, quello di predisporre ogni tre anni la riforma dell’estimo. Le scritture comunali dovevano essere conservate in una cassa provvista di due chiavi, di cui una era in possesso del notaio del comune e l’altra era tenuta da un consigliere. Il notaio inoltre non poteva scrivere sul libro mastro della comunità, se non in presenza dei consiglio o della maggior parte dei consiglieri (Statuti Lonate).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVIII secolo Lonate Pozzolo risultava ancora nella pieve di Dairago (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 14-15).
Nel Seicento la comunità risultava inserita nella medesima pieve ed era tassata per 210 staia di sale (Oppizzone 1634).
Secondo le risposte ai 45 quesiti della II giunta del censimento dello stato di Milano del 1751, il comune, che è qualificato come borgo, era coinfeudato ad Alessandro Modrone, ai fratelli Carlo e Filippo Visconti, a Filippo Maria Visconti. Si pagavano 113 lire e 15 soldi all’anno, oltre all’imbottato del grano raccolto nel territorio, in ragione di tre soldi al moggio e al tributo sul vino, che gravava nella misura di cinque soldi per ogni brenta di vino. L’amministrazione della giustizia era affidata al podestà feudale, che abitava a Somma. I consoli prestavano giuramento alla banca del vicario del Seprio.
Il comune disponeva di un consiglio ordinario formato da dodici persone, cioè due consoli e dieci sindaci o reggenti, “secondo l’ordine magistrale dell’anno 1607”. Compiti del consiglio erano l’amministrazione del patrimonio pubblico e la “vigilanza sopra la giustizia de publici riparti”. Lonate Pozzolo disponeva anche di un cancelliere residente in sede, al quale era affidata la cura delle pubbliche scritture e che percepiva una retribuzione di 270 lire annue, oltre agli straordinari. La documentazione era conservata in una stanza adibita ad archivio e utilizzata anche per le riunioni consiliari.
Alla riscossione delle imposte provvedeva un solo esattore, che veniva scelto mediante pubblico incanto ogni tre anni.
La comunità non si serviva al momento di un causidico, ma l’aveva fatto in passato (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072, fasc. 13).

ultima modifica: 10/12/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]