comune di Santa Maria del Monte sec. XV - 1757

Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti Santa Maria del Monte risultava tra le comunità censite nella pieve di Varese (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 50-51). Secondo L. Giampaolo, la comunità, già frazione del comune di Velate, divenne comune autonomo nei secoli XV-XVI per concessione dei signori di Milano. Uno stato d’anime del 1574 segnalava la presenza di 230 abitanti, di cui 45 risiedevano nella Cascina Moroni (Giampaolo 1977).
La terra di Santa Maria del Monte aveva assegnate 9 staia di sale nel 1633, secondo quanto risulta dalla relazione Oppizzone, pubblicata l’anno successivo a Pavia (Oppizzone 1634).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il territorio, che contava circa 270 anime, era infeudato al conte Giulio Visconti Borromeo Arese, a cui non si effettuavano pagamenti per tale feudo.
Le funzioni giurisdizionali erano esercitate dal giudice regio, che risiedeva in Varese, e dal giudice feudale, all’epoca Carlo Bartolomeo Porta, che risiedeva in Gavirate, e non percepiva alcun emolumento.
Il comune teneva consiglio generale nella pubblica piazza, con l’intervento del sindaco, dei deputati, del console e della maggior parte dei capifamiglia. Le riunioni erano precedute dal suono della campana e in esse si eleggevano e si sostituivano il sindaco, i deputati e il console. Ai detti ufficiali erano affidate l’amministrazione del poco patrimonio della comunità e la vigilanza sopra “la giustizia del pubblico riparto”.
Il comune non aveva cancelliere, né scritture, né archivio. Gli originali dei riparti venivano conservati sotto la cura del console (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3036, vol. D XVII, Como, pieve di Varese, [2], fasc. 25).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]