monastero di San Nicolò di Plozarno 1310 - 1789

Monastero celestiniano maschile.
Il monastero venne fondato a Bergamo nel 1310, nel borgo suburbano di Plozarno, oggi borgo di Santa Caterina, dal cardinale Guglielmo de' Longhi, benefattore dei celestini e fondatore anche del monastero di Santo Spirito di Bergamo e dell'annesso ospedale (Spinelli 1984 a, p. 37). Il cardinale aveva acquisito nel 1309 dal nipote beni in Bergamo e nel bergamasco e su questi e altri possedimenti costruì il cenobio e la chiesa di San Nicolò (Locatelli, Da Re 1986, p. 281). Il 10 settembre 1311 il vescovo di Bergamo consacrò la nuova chiesa; nel corso della prima metà del secolo le strutture monastiche e la chiesa, di dimensioni modeste, subirono i primi rifacimenti e ampliamenti (Locatelli, Da Re 1986, p. 284). Tra i benefattori del monastero nel XIV secolo furono probabilmente i membri della casata nobiliare Bonghi (Locatelli, Da Re 1986, p. 282); negli anni '50 visse presso il monastero l'insigne giurista bergamasco Alberico da Rosciate, che alla sua morte fu seppellito nella chiesa monastica (Locatelli, Da Re 1986, p. 284). Nella seconda parte del secolo il monastero conobbe l'arresto del priore per un debito contratto con un privato per beni poi sequestarti da Bernabò Visconti; alla fine del secolo fu coinvolto nelle lotte cittadine tra fazioni guelfe e nel 1393 fu assaltato dai ghibellini. Un nuovo assedio ebbe luogo nel 1438 da parte dell'esercito milanese (Locatelli, Da Re 1986, p. 285). In seguito all'allontanamento dei confratelli celestini dal monastero e ospedale di Santo Spirito, decretato da Sisto IV su richiesta della città di Bergamo nel 1476, i celestini di San Nicolò tentarono invano di ottenere quelle strutture (Locatelli, Da Re 1986, p. 285; Spinelli 1988, p. 216). Nel 1514 il monastero fu occupato dal vicerè di Spagna nel corso delle battaglie tra gli spagnoli e il comune di Bergamo (Locatelli, Da Re 1986, p. 286). Nel secolo successivo i celestini di San Nicolò, "non più ben visti dalla cittadinanza, lontani dal centro della loro congregazione ... in Abruzzo, sopravvissero senza molto decoro": nonostante i restauri delle strutture monastiche e l'attivismo dell'abate Regazzoni nel seconda metà del XVII seclo la piccola comunità conobbe un irreparabile stato di crisi spirituale e religiosa, aggravatasi nel corso del XVIII secolo, fino alla soppressione decretata nel 1789 dalla Repubblica di Venezia (Locatelli, Da Re 1986, pp. 287-288; Spinelli 1984 a, p. 37; Spinelli 1988, p. 216).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]