monastero di San Benedetto in Valmarina 1487 - 1798

Monastero benedettino femminile.
Il monastero di San Benedetto di Valmarina, nell'antico borgo di Santo Stefano, ha origine nel XV secolo dall'unione tra i monasteri di Santa Maria in Valmarina, al quale era stato aggregato nel 1459 il monastero di Santa Margherita di Brembate Sotto, e di Santa Maria Novella, al quale erano uniti dal XIV secolo i monasteri di San Giorgio di Spino e di San Giuliano di Bonate (Locatelli, Da Re 1986, p. 310) e sorge sul sito precedentemente occupato da Santa Maria Novella. Nel 1468 le monache di Santa Maria in Valmarina, monastero risalente al XIII secolo, si erano trasferite a Bergamo presso il cenobio di Santa Maria Novella. Il 6 novembre 1487 Innocenzo VIII decretò l'unione dei due enti (Locatelli, Da Re 1986, p. 312): per alcuni anni le due comunità rimasero distinte e tali risultano nei documenti. L'ultima attestazione del titolo di Santa Maria Novella nella documentazione sembra risalire al 1491 (Locatelli, Da Re 1986, p. 311) e si ha la prevalenza di quello di Santa Maria in Valmarina. Nel 1504 appare un'unica comunità composta da ventisette monache: proprio la presenza di una numerosa comunità determinò l'ampliamento e ricostruzione delle strutture monastiche (Locatelli, Da Re 1986, p. 313), effettuati nel 1504 e ripresi nel 1516 (Locatelli, Da Re 1986, pp. 311-314). Per finanziare i lavori le monache alienarono parte del patrimonio, sito in gran parte a Bergamo e nel bergamasco, a Stezzano e Mozzo (Locatelli, Da Re 1986, pp. 313-314). All'inizio del XVI secolo, sicuramente dal 1519, il monastero passò all'osservanza di Santa Giustina di Padova (Locatelli, Da Re 1986, p. 312). La nuova chiesa monastica fu consacrata l'11 settembre 1547 con il titolo di santa Maria di Valmarina e san Benedetto: quest'ultimo titolo avrebbe prevalso per rimanere poi l'unica denominazione del cenobio (Locatelli, Da Re 1986, p. 314). La comunità di San Benedetto condusse nel XVI secolo una vita spirituale e religiosa esemplare: giudizi favorevoli sulla condotta, il mantenimento della clausura e l'idoneità delle strutture monastiche furono espressi nelle visite pastorali compiute nel 1551 dal vescovo Soranzo, nel 1573 dal vescovo Cornaro e ancora nel 1575 dal visitatore apostolico Carlo Borromeo: in quell'anno erano presenti nel cenobio trentadue monache e quattro converse (Locatelli, Da Re 1986, pp. 314-316). Per volontà del Borromeo, nel 1575 le monache di San Fermo di Plozarno furono trasferite dal loro convento, troppo isolato, a San Benedetto (Locatelli, Da Re 1986, pp. 316-317). Legato al monastero di Valmarina è anche il monastero di San Carlo di Gandino, fondato nel 1610 e inaugurato nel 1622: nella nuova istituzione si trasferirono tre monache di Valmarina che presero la direzione della comunità monastica. Dal 1659 il monastero di Valmarina ospitò anche le benedettine di San Pietro di Borgo di Terzo, che erano state trasferite dal vescovo Barbarigo affinchè il loro monastero, sito in un luogo isolato, fosse ricostruiro a Borgo di Terzo presso la chiesa dei Santi Michele e Bartolomeo: nel 1667, a lavori ultimati, le monache lasciarono San Benedetto e fecero ritorno a Borgo di Terzo (Locatelli, Da Re 1986, p. 319; Spinelli 1988, pp. 229-230). Il cenobio venne soppresso dalla Repubblica Cisalpina il 18 giugno 1798. Riaperto nel 1799 al momento dell'occupazione di Bergamo da parte degli Austro-Russi, fu quindi nuovamente soppresso dai Francesi nel 1810 (Spinelli 1984 a, p. 35; Locatelli, Da Re 1986, p. 320).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]