priorato dei Santi Pietro e Paolo 1079 - 1496

Priorato cluniacense maschile.
La fondazione del priorato dei Santi Pietro e Paolo d'Argon risale al 15 maggio 1079, quando Giselberto della famiglia comitale di Bergamo, donò a Cluny una terra nel suo feudo di Monticelli sita presso il monte Argon in località "Vooplano", per la costruzione di un cenobio in onore di Dio e dedicato ai Santi Pietro e Paolo. La località viene chiamata nel documento di fondazione "Vooplano": a questo toponimo si sostituì presto quello di Buzzone, centro abitato ai piedi del colle (Locatelli, Da Re 1986, p. 113). A beneficio della nuova fondazione Giselberto donò terre e relative decime in Monticelli, a Camisano e a Ombriano; pochi anni dopo, nel 1081, aggiunse parte della cappella e dei beni di Sarnico, il colle di Argon, altre terre a Monticelli (Sigismondi 1979-1981, p. 185) e a Ombriano, dove ora esisteva una cella dedicata a San Paolo (Zavaglio 1991, p. 16).
Nel 1095 Argon ricevette il primo riconoscimento ufficiale dall'autorità pontificia: il 16 marzo di quell'anno Urbano II confermò a Cluny il monastero di San Paolo con le sue dipendenze nel bergamasco, nel cremonese e nel bresciano, a Sarnico, Ombriano, Crema (Zavaglio 1991, pp. 42-43), Madignano, Soncino, Rudiano, Cazzago, Quinzano e a Cantù (Spinelli 1979-1981, p. 507), in gran parte pervenute per donazione dei conti di Bergamo (Sigismondi 1979-1981, p. 186). In quegli anni il cenobio fu posto sotto la protezione apostolica, ad opera di Pasquale II (Kehr 1913, p. 389). All'inizio del XII secolo il monastero ricevette importanti privilegi di conferma dei beni, da Callisto II nel 1121 e da Onorio II nel 1125 (Spinelli 1979-1981, p. 507; Locatelli, Da Re 1986, p. 114), documenti che mostrano come il patrimonio si fosse ampliato e consolidato: comparivano oltre alle precedenti, numerose altre dipendenze pervenute al cenobio con tutta probabilità per donazione dei conti di Bergamo (Sigismondi 19179-1981, p. 186). Le cospicue possibilità economiche del cenobio permettevano in quel periodo la presenza ad Argon di sette monaci più il priore e un presbitero, nonché la facoltà di accogliere viandanti e pellegrini nell'annesso ospizio (Locatelli, Da Re 1986, p. 115).
Poco altro si sa sulla vita del priorato nel XII secolo. Si hanno alcune informazioni sulle dipendenze: nel 1144 la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Clusane d'Iseo venne distaccata dal monastero di San Paolo e attribuita alla pieve di Iseo (Spinelli 2002 b, p. 30). Nel 1155 i monaci di Argon vendettero ai conti bergamaschi Lantelmo e Girardo, pronipoti di Giselberto, i beni detenuti in Ombriano con l'eccezione della quarta parte del castello e della cappella di San Pietro (Zavaglio 1991, p. 17): con l'alienazione di questi beni, passati nel giro di breve tempo a nuovi acquirenti (Zavaglio 1991, p. 19) terminava di fatto l'esistenza della cella cremasca (Degli Agosti 1993, p. 32); i monaci avevano escluso dalla vendita anche la chiesa della Santissima Trinità di Crema (Zavaglio 1991, p. 17 e p. 40), pertinente al monastero bergamasco già dal 1095, "sans que l'on puisse dire si elle comportait un prieuré" (Menant 1979, p. 61). Inoltre, dopo il diploma di Onorio II del 1125 non si ha più notizia della cella dei Santi Nicola, Fabiano e Martino di Capralba (Spinelli 1979-1981, p. 517), mentre nel 1178 la cella di Santa Maria di Cremosano e le relative pertinenze risultavano tra i possedimenti del monastero di San Benedetto di Crema (Zavaglio 1991, p. 63). Per quanto concerne invece i lavori agli edifici monastici, la chiesa di San Paolo venne consacrata dopo oltre un secolo di vita cluniacense a Argon, l'11 aprile 1198 (Locatelli Da Re 1986, p. 115).
Il XIII secolo ad Argon è caratterizzato dall'alternanza di periodi di buona amministrazione con altri di cattiva conduzione e crisi: numerose sono le notizie in questo senso fornite dai visitatori dell'ordine cluniacense. Nel 1277 la comunità era ben governata e composta da otto monaci più il priore e due sacerdoti (Sigismondi 1979-1981, p. 190): solo tre anni dopo la situazione era precipitata dal punto di vista morale e amministrativo, con conseguenti difficoltà per la vita dei dieci monaci e sedici conversi (Sigismondi 1979-1981, p. 190). Altre notizie riguardano i debiti gravanti sul monastero, l'uccisione di un monaco e un clima di generale rilassatezza (Sigismondi 1979-1981, p. 190; Locatelli, Da Re 1986, p. 116). Dal punto di vista amministrativo, si registra il passaggio, nel 1274, della cella di Santa Giulia di Cazzago da Argon al cenobio di San Nicolò di Rodengo, in seguito alla "redistribuzione della giurisdizione sui priorati minori lombardi da parte dei priorati maggiori" (Spinelli 2002 b, p. 33; Archetti 2002 a, p. 79 e p. 99 note 112-113).
Con ill XIV secolo si registra invece un generale miglioramento, grazie all'oculata amministrazione dei priori in quel periodo (Sigismondi 1979-1981, p. 191). La situazione era tuttavia destinata a cambiare, dato che nel 1347 San Paolo "è classificato tra le case male amministrate, piene di debiti ed i cui beni sono usati a tutt'altro fine che quello cui sono destinati" (Sigismondi 1979-1981, p. 191). Per quanto riguarda le dipendenze del priorato, è noto che nel 1337 al monastero era stato unito il priorato di San Pietro di Madignano, devastato dalle guerre che avevano interessato il cremasco; nel 1342 l'ente era in fase di ricostruzione e il priore, unica presenza della comunità cremasca, dimorava in una dipendenza di San Paolo d'Argon (Sigismondi 1979-1981, p. 191). La situazione spirituale ed economica di San Paolo peggiorò nella seconda metà del secolo, per raggiungere nel 1378 uno stato "a dir poco disastroso" (Sigismondi 1979-1981, p. 192): l'ente era rappresentato da un solo monaco, mancava il priore e l'amministrazione era affidata a laici. La decadenza continuò nel XV secolo, per conoscere il periodo più buio sotto il governo di Andreino da Gerenzano, colpevole di totale disinteresse per l'amministrazione del priorato e di condotta indegna e scandalosa. Questi fatti determinarono l'intervento di un monaco del priorato di San Nicolò di Rodengo, Cristoforo Serguarnerio, che si appellò nel 1432 a Eugenio IV. Andreino fu deposto e al governo di Argon venne posto Serguarnerio: "l'episodio è emblematico della ormai totale assenza di rapporti con Cluny; la mancanza delle visite periodiche a causa delle guerre non fa che accelerare la decadenza dell'Ordine ... tanto che i pontefici intervengono assai spesso con provvedimenti un tempo di gelosa competenza dei Capitoli generali" (Sigismondi 1979-1981, p. 192). Serguarnerio si prodigò per la buona amministrazione e la cura della comunità di Argon, fino alla morte avvenuta nel 1466: in quell'anno, per volontà di Paolo II, che "ordinava che tutti i priorati vacanti ... dovessero dipendere direttamente dall'arbitrio della sede apostolica, che li avrebbe affidati a persone di sua fiducia" San Paolo fu affidato in commenda al protonotaro apostolico Giovanni Battista Colleoni (Sigismondi 1979-1981, p. 193; Locatelli, Da Re 1986, p. 117). Il commendatario era obbligato a non diminuire il numero dei monaci e a non vendere i beni del priorato: all'inizio della commenda si occupò della gestione economica di Argon, ma "non si preoccupava della vita spirituale". Per questo motivo, nel 1477 i monaci di San Paolo chiesero a Sisto IV la separazione del patrimonio monastico, riservandosi i beni in Sarnico, Gorlago, Trescore e Cenate oltre al diritto di libero utilizzo della chiesa del monastero e delle sue pertinenze e il diritto di elezione di un priore che reggesse la comunità senza ingerenze da parte del commendatario. A quest'ultimo rimanevano una cospicua rendita e il godimento dei altri beni di Argon non richiesti dai monaci (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117). La richiesta venne accolta e fu eletto priore Govanni Zilioli di Nembro (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117): in quel periodo erano presenti nel monastero cinque religiosi (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117). In quegli anni Colleoni rinunciò alla commenda e offrì il monastero alla congregazione di Santa Giustina di Padova, con cui aveva preso contatti nel 1487 il priore Zilioli (Sigismondi 1979-1981, p. 194). Il 14 maggio 1496 Alessandro VI, con la bolla "Cathedram praeminentiae pastoralis" unì il monastero di San Paolo alla congregazione padovana, soppresse il titolo di priore e lo sostituì con quello di abate. Il 27 luglio dello stesso anno il monaco delegato, Benedetto Marin, prese ufficialmente possesso della struttura e divenne il primo abate cassinese di San Paolo d'Argon (Sigismondi 1979-1981, p. 194; Locatelli, Da Re 1986, p. 117).

ultima modifica: 13/12/2005

[ Diana Vecchio ]