monastero di San Faustino maggiore 1490 - 1798

Monastero benedettino cassinese maschile.
Il monastero benedettino di San Faustino, fondato nell'841 dal vescovo di Brescia Ramperto, passato in commenda nel 1341, venne aggregato nel 1490 alla congregazione di Santa Giustina di Padova: il riconoscimento ufficiale del passaggio sarebbe avvenuto cinque anni dopo (Guerrini 1931 a, pp. 87-88) ma già dal 1490 il monastero si inserì nel programma di riforme previste dalla congregazione basate sulla rinascita spirituale, la riorganizzazione del patrimonio e la creazione di strutture adatte alla vita religiosa (Belotti 2000, p. 123). Vennero eseguite migliorie agrarie e si procedette al riordinamento amministativo delle proprietà: i beni del cenobio, acquisiti nei secoli IX - XIII, si distribuivano dalla Bassa bresciana alla Franciacorta e comprendevano Bienno e Torbole, importanti possessi le cui parrocchie furono rette dal monastero fino all'età napoleonica (Belotti 2000, pp. 117-122). Con il passaggio ai cassinesi vennero attribuiti al cenobio i benefici di alcune chiese della diocesi, quali San Pietro di Marone, Sant'Alessandro di Valenzano, la parrocchia di Santo Stefano a Ronco di Gussago, e beni a Botticino (Belotti 2000, pp. 136-139). Torbole, dove il monastero di San Faustino esercitava dal XIII secolo una sorta di signoria, fu al centro delle cure dei cassinesi già dal momento del loro insediamento a Brescia (Belotti 2000, pp. 130-132); nel 1567 i monaci vi avrebbero fatto anche costruire un nuovo mulino (Mezzanotte 1996, p. 66). Coi cassinesi iniziò anche la costruzione di nuovi ambienti nel monastero, destinato a rinnovarsi totalmente rispetto al periodo medievale (Mezzanotte 1996, pp. 11-18). Il numero delle presenze della comunità aumentò e le presenze del chiostro furono elevate per tutto il XVI secolo: nel 1560, secondo l'estimo del clero, nel monastero vi erano quaranta monaci, undici conversi e otto servitori (Guerrini 1931 a, p. 39; Mezzanotte 1996, p. 66). Anche l'ospedale di San Faustino, attestato dalla metà del XIII secolo, soggetto al monastero e amministrato da una ministra con l'ausilio di converse e conversi, nonostante la concorrenza con i nuovi e più moderni enti assitenziali urbani, non fu annesso all'Ospedale Maggiore (Mezzanotte 1996, p. 14; Belotti 2000, p. 127). L'antica vocazione culturale che aveva caratterizzato il cenobio benedettino fin dalle origini continuò coi cassinesi: il fisico Benedetto Castelli, allievo di Galilei e maestro di Torricelli vi prese i voti nel 1595; tra il 1748 e il 1751 lo studioso ed erudito bresciano Gian Ludovico Luchi guidò in qualità di abate l'ente (Spinelli 1984 b, p. 417), raccogliendo anche una cospicua biblioteca (Ruggeri 2004, pp. 9-124).
In virtù delle numerose riforme realizzate dopo l'aggregazione a Santa Giustina, il monastero arrivò al XVII secolo in buono stato economico: nell'estimo del 1641 presentava uno dei patrimoni più alti del clero regolare ed era secondo solo al monastero bresciano di Sant'Eufemia. La prosperità economica permise di intraprendere un consistente ed oneroso rinnovo edilizio del complesso monastico e della chiesa, che portò però in breve tempo le finanze al tracollo e costrinse il monastero ad alienare parte del patrimonio fondiario (Belotti 2000, pp. 125-130). Nel XVIII secolo ci fu una sostanziale ripresa, specialmente nel settore agricolo e alla fine del secolo il monastero amministrava ancora un consistente patrimonio (Belotti 2000, pp. 139-147). Nel corso del secolo il cenobio subì un forte controllo da parte del governo della Serenissima, sfuggendo però alle soppressioni decretate dall'amministrazione veneta. Il monastero accolse nel luglio del 1797 i monaci del convento di Sant'Eufemia che era stato soppresso il mese precedente dal governo della Repubblica Bresciana (Belotti 2000, p. 146). Il 14 maggio 1798 subì la stessa sorte, ad opera del direttorio esecutivo della Repubblica Cisalpina; l'11 giugno dello stesso anno i monaci dovettero abbandonare il convento (Spinelli 1992 a, pp. 53-56).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]