monastero dei Santi Cosma e Damiano 1495 - 1797

Monastero benedettino cassinese femminile.
Il monastero dei Santi Cosma e Damiano, importante ente benedettino di antica fondazione, sorto nel cuore amministrativo e politico della città di Brescia, la "platea concionis", e trasferito alla fine del XIII secolo nella località dei Campibassi, conobbe nel XV secolo un periodi di intensa decadenza religiosa e spirituale; fu più volte oggetto dei provvedimenti del governo veneto per il rispetto della regola e dell'osservanza e la regolarità dell'elezione abbaziale, contesa tra i membri delle più importanti famiglie bresciane. Un cambiamento di rotta e tentativo di riforma si erano già verificati dal 1460, grazie alla badessa Scolastica Avanza (Buffoli 1981, p. 267); un mutamento definitivo si ebbe nel 1495, quando la badessa Caterina Martinengo rinunciò alla carica e ottenne il passaggio del monastero nella congregazione di Santa Giustina di Padova, sotto il controllo dell'abate del monastero di San Faustino di Brescia (Buffoli 1981, pp. 268-269). Risale a questo periodo la nascita del culto di san Tiziano, vescovo bresciano del V secolo ritenuto tradizionalmente il fondatore del cenobio (Trotti 2000, p. 45-55). Il monastero visse sotto il controllo della congregazione padovana una nuova prosperità; all'ente fu unito nel 1507 il monastero di San Pietro in Calino, i cui beni a Poncarale, Onzato, Flero, Dello entrarono nel patrimonio monastico, in fase di accrescimento in quel periodo anche nella zona limitrofa al monastero (Buffoli 1981, pp. 269-270). Le monache richiesero in quegli anni l'ampliamento delle strutture per poter accogliere nuove monache: lavori che furono concessi e iniziarono nel 1545 (Buffoli 1981, pp. 270-271). Il monastero fu visitato nel 1580 da Carlo Borromeo, in visita apostolica alla diocesi di Brescia: nell'ente vivevano novantuno monache (Turchini, Archetti 2003, p. 417), i lavori di ristrutturazione non erano ancora finiti e per questo motivo il bilancio del monastero era in passivo (Buffoli 1981, p. 273). Poche notizie si hanno per il XVII secolo: continuarono lavori nel monastero e nella chiesa, nel 1660 venne affidata a Domenico Barili la redazione della "Cronica" del monastero, che sarebbe poi continuata fino al 1742 (Buffoli 1981, p. 273). Si conoscono diverse liti sostenute dalle monache per le acque e le proprietà monastiche nella Bassa bresciana, a Dello e Onzato (Buffoli 1981, p. 274). Alla fine del XVIII secolo anche il cenobio dei Santi Cosma e Damiano fu interessato dal provvedimento di soppressione da parte del Governo Provvisorio Bresciano. Il primo ottobre 1797 le monache di San Cosma vennero fatte uscire dal cenobio e condotte nel monastero di Santa Giulia in vista della soppressione del loro cenobio, decretata il 24 ottobre dello stesso anno dal Governo Provvisorio (Buffoli 1981, p. 275; Trotti 2000, p. 45).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]