priorato di Santa Maria Annunciata sec. XIV - 1652

Priorato maschile celestino.
Le origini del priorato di Santa Maria Annunciata risalgono al 1331, quando Erasmo Campacci, canonico della collegiata di San Fedele di Como, donò con strumento notarile ai monaci celestini beni siti in Maccio, Cermenate, Palanzo e Cernobbio con la condizione che si insediassero in città entro due anni, come si legge in alcuni documenti del XVII secolo conservati nell'archivio della collegiata comasca (Longatti 2001, p. 37).
Un regesto secentesco del celestino Ludovico Zanotti, tratto dall'originale oggi deperdito della donazione, che sarebbe stata datata al 19 marzo 1331 - o al 19 maggio, secondo un inventario del 1680 dell'archivio di San Fedele (Monti 1913, p. 294) - informa inoltre che il Campacci, che vi appare come "Coperius", costituitosi "sua vita durante" economo del monastero, si obbligò a comperare una casa per costituirvi il cenobio, per il quale richiese la presenza di due monaci sacerdoti (Regesti Celestini 3.2, pp. 529-530).
E' da verificare la notizia, che lo Zanotti trasse da un libro liturgico di San Pietro Celestino di Milano, per cui la fondazione del cenobio, stabilito in una casa già destinata a postribolo, sarebbe avvenuta nella festa della conversione di San Paolo (25 gennaio) del 1336, ad opera del celestino "Ioannes de Melere" (Regesti Celestini 3.2, p. 529).
Il monastero dovette avere una certa importanza nella seconda metà del XIV e nella prima del XV secolo, quando da esso provennero due vicari generali del vescovo di Como (Longatti 2001, p. 37).
Dagli atti della visita pastorale del 1592 si apprende che all'epoca il monastero non ospitava più di uno o due sacerdoti professi, cui si potevano aggiungere un chierico professo e un converso (Visita Ninguarda 1589-1593, I, p. 82).
Da una "Nota delle famiglie del quarto quartiero fatta nel capitolo generale 1627 d'ordine della sacra Congregazione del Concilio per il decreto de celebratione missarum", riportata dallo Zanotti, risulta che all'epoca al monastero di Como erano deputati tre monaci e un oblato (Regesti Celestini 5.1, p. 149).
Nell'analoga "Relatione dei stati de' monasterii de' Celestini, et assignatione delle famiglie fatta per ordine di nostro signore e della sacra Congregazione l'anno 1650" il cenobio comasco ricevette una nuova assegnazione di quattro sacerdoti in luogo dei tre che vi si trovavano (Regesti Celestini 5.1, p. 379).
Il cenobio, rientrato nei parametri della soppressione dei "conventini" decisa da papa Innocenzo X, fu soppresso in esecuzione della bolla "Instaurandae regularis disciplinae" del 15 ottobre 1652 (Rovelli 1798-1808, III/2, pp. 313-314), e di una lettera della Congregazione del Concilio del 22 settembre 1653, con cui era ne era demandata l'esecuzione al vescovo di Como. La consegna della chiesa e del monastero ad un sacerdote deputato dal vescovo avvenne il 7 gennaio 1654 (Atti Carlo Pagani 1654-1655).

ultima modifica: 07/09/2005

[ Francesco Bustaffa ]