parrocchia dei Santi Nazaro e Celso sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Brescia.
Nel "Catalogo capitolare del 1410", la chiesa dei Santi Nazaro e Celso è attestata come "curata" retta da un preposito secolare, Lanfrancus, coadiuvato da due presbiteri incaricati di celebrare le messe e da tre canonici. La fonte elenca inoltre quattro benefici sacerdotali con le relative ubicazioni (Guerrini 1924, pp. 118-119).
Il "Catalogo queriniano del 1532", preziosa fonte del clero bresciano, la attestata in qualità di prepositura collegiata sotto la guida di Fabio Averoldi. Il Catalogo attribuisce alla chiesa un "primoceriatus" possieduto da Gerolamo "de Duchis", otto canonicati con i rispettivi possessori e sette cappelle, di cui sei nuove ed una più vecchia, dedicata a San Giovanni Battista, appartenente a Gerolamo de Gambarinis "ad collationem capituli" (Guerrini 1925, pp. 41-42).
Nel 1580, all'epoca della visita apostolica di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia, il reddito annuo della prepositura assommava a circa 2000 aurei. Nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso esistevano due dignità: prepositura e primiceriato. I canonicati erano otto, le cappellanie sei, i chiericati cinque. Il numero delle anime era di circa 5000, di cui 3200 comunicati. All'interno della parrocchiale si trovavano i seguenti altari: maggiore; dei canonici di San Pietro in Roma, della Concezione della Beata Vergine; del Corpo di Cristo; di san Tommaso; di Santa Barbara; di San Bartolomeo; di San Giovanni Battista; di San marco; di San Michele; di San Rocco; dei Santi Nazaro e Celso; vi erano inoltre erette le scuole della Carità, del Corpo di Cristo, di San Rocco, dei Disciplini dei Santi Nazaro e Celso. Nel territorio parrocchiale esistevano le seguenti chiese: di Santa Maria dei Miracoli; di Santa Maria dei cavalieri Gerosolomitani; di Santa Maria di Bottonaga; di Sant'Antonio, dei Gesuiti; del monastero di San Francesco. Vi erano anche il luogo pio del Soccorso e gli oratori di casa Porcellaga; di Santa Maria di Invernago; di San Michele in Fontanela; di Santa Maria del Serpente; dei Disciplini dei Santi Nazaro e Celso (Visita Borromeo, I, Brescia, pp. 241-284).
Nel 1701, durante la visita pastorale del vescovo Marco Dolfin alla diocesi di Brescia, nella chiesa parrocchiale e collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso, consacrata nel 1505, esistevano due dignità: la prepositura e il primiceriato. Dei canonicati, complessivavente undici, tre appartenevano al preposito, due erano di giuspatronato dei "Ducchis", due di giuspatronato degli Averoldi, uno della scuola del Santissimo Corpo di Cristo, due dei Ferini, uno del Capitolo e della famiglia "Guadanee". Le cappellanie, o mansionarie, erano quattro e tutte di giuspatronato del preposito. Nella chiesa parrocchiale risiedevano un sostituto del primicerio di San Marco di Venezia, sette "inservientes seu ministri ecclesie", quattro coristi e altrettanti accoliti. I sacerdoti e chierici abitanti nella parrocchia erano rispettivamente 61 e 18. Il numero delle anime era di 5434, di cui 3751 comunicati. All'interno della predetta chiesa vi erano dieci altari: maggiore; di San Giovanni Battista o della Beata Maria Vergine; della confraternita dei Disciplini; di San Michele arcangelo, di giuspatronato dei "Soncinis"; della scuola del Santissimo Sacramento; di San Bartolomeo, con la confraternita detta "Carità di San Bartolomeo"; di San Carlo; di San Rocco, con l'omonima confraternita; di Santa Barbara, di giuspatronato dei "Ducchis"; della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, di giuspatronato degli Averoldi.
Nel territorio parrocchiale, esteso dentro e fuori la città, si trovavano le chiese urbane di Santa Maria della Mansione; di Santa Maria dei Miracoli; la chiesa della Beata Maria, detta del Mercato del Lino; di San Francesco, dei frati Minori conventuali; di Sant'Antonio abate, unita al monastero dei padri della Società di Gesù; di Santa Maria degli Angeli, unita al monastero femminile; di Santa Croce, delle monache; di Sant'Andrea, del pio luogo del Soccorso; di Sant'Agnese, del pio luogo delle Zitelle; di San Carlo, del pio luogo "Domus Dei"; l'oratorio di San Nicola da Tolentino, sede dell'omonima confraternita; gli oratori della confraternita dei Disciplini e di San Bernardino, di diritto dei Disciplini di San Francesco. "Extra urbem" vi erano gli oratori della Presentazione della Beata Maria Vergine, detto "la Madonnina"; della Visitazione della Beata Maria Vergine, in contrada Bottonace; di San Michele, "de iure de Moronis", nella medesima contrada; di Santa Maria, detto del Serpente; dei Santi Faustino e Giovita, "de iure" della vicinia di Cotignole; di Sant'Antonio abate, "de iure" della prepositura di Sant'Agata; infine la chiesa dell'Assunzione della Beata Maria Vergine.
Nel distretto parrocchiale, fuori città, si trovavano la chiesa di Santa Maria "alla Noce", in località Botonaga; gli oratori dell'angelo Michele, "alli Girelli"; di Santa Teresa, detto dei Morti;quello detto "la Madonnina", in località Ortaglie; di Sant'Antonio di Padova, "alli Moroni"; di Sant'Antonio di Padova, "alli Alberghini" ( Visita Dolfin, 67, Brescia, ff. 22r-29r).
In seguito alla promulgazione del "Direttorio diocesano per le zone pastorali", riguardante la revisione territoriale della diocesi e attuato nel 1989 con decreto vescovile (decreto 14 aprile 1989), la parrocchia dei Santi Nazaro e Celso in Brescia è stata attribuita alla zona urbana XXXII - Centro Storico.

ultima modifica: 10/01/2005

[ Elena Mazzetti ]