parrocchia di San Martino vescovo sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La parrocchia di San Martino fu matrice di gran parte delle comunità parrocchiali dell’Alta Valle Brembana tra le quali Bordogna (1435), Olmo (1446), Piazzolo (1446), Valnegra (1494), Moio (1494), e Piazzatorre (1532).
Nel 1498 il vicario generale di Bergamo, Bartolomeo Assonica, decretò lo smembramento dalla plebania di Dossena della chiesa di Piazza, erigendo quest’ultima in prepositurale plebana ed assoggettandole tutte le chiese di Oltre la Goggia già di pertinenza di quella di Dossena (Medolago, Reguzzi 1999).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 2 ottobre 1575, la parrocchia arcipresbiterale di San Martino risultava a capo della pieve di "Piazza Brembana". La parrocchia di San Martino era censita come "consecratam et de iure patronatus communitatis", come attestato nel registro relativo agli anni 1546-1560, recante l’elenco degli iuspatronati della diocesi di Bergamo (Iuspatronati 1546-1560). La parrocchia godeva di un reddito di 250 lire. La comunità contava a quell’epoca 700 anime, di cui 450 comunicate. All’epoca della visita apostolica, esistevano la scuola del Corpo di Cristo e quella del Nome di Dio. Entro la circoscrizione parrocchiale risultava eretto un consorzio della Misericordia e un luogo pio chiamato "Caneparia". Vi esistevano una chiesa dedicata a San Bernardo e una cappella campestre dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano (Visita Borromeo 1575).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia di San Martino risultava a capo della vicaria foranea di Piazza Brembana e godere di un reddito di 500 lire, amministrati attraverso il giuspatronato della vicinia. La comunità era retta da un parroco affiancato da un sacerdote. Nella parrocchiale erano erette la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Dottrina cristiana. Si menzionava l’esistenza di un consorzio della Misericordia (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa arcipresbiterale plebana di San Martino Oltre la Goggia compariva sotto la triplice invocazione ai Santi Filippo e Giacomo apotoli e San Martino confessore. Essa risultava amministrata attraverso lo "iuspatronato del Comune", ed era retta da un arciprete vicario foraneo beneficiato affiancato da un cappellano. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori di San Bernardo nella Piazza, San Carlo, Beata Vergine Maria nella contrada di Coltura, San Francesco nella contrada di Cantone e Santa Lucia nella contrada di Cenna. La comunità di Piazza contava a quell’epoca 506 anime, di cui 294 comunicate (Marenzi 1666-1667).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di San Martino risultava a capo dell’omonima vicaria di "San Martino della Piazza". Nel 1763, vicario della medesima circoscrizione risultava il parroco di "Piazzolo" (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il giorno 1 giugno 1780, nell’arcipretale cura plebana di San Martino figuravano la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, la scuola del Rosario presso l’altare omonimo, la scuola della Morte presso l’altare di Santa Caterina e la scuola della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio di San Bernardo, San Carlo, Santa Lucia, Maria Vergine del Carmine, Santi Rocco e Sebastiano, Dolori di Maria Vergine, San Francesco d’Assisi, Maria Vergine della Neve. Esisteva un consorzio della Misericordia. Vi si trovava anche un monastero delle Terziarie. Per la comunità di San Martino, costituita da 1131 anime, di cui 800 comunicate, prestavano servizio un curato e nove cappellani amovibili (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di San Martino vescovo risultava a capo dell’omonima vicaria XXIII. A quest’epoca la comunità contava 1747 anime, ed era retta da un arciprete plebano vicario foraneo e da due coadiutori. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori dipendenti della Natività di Maria Vergine, San Bernardo abate, San Francesco d’Assisi, Beata Vergine della Neve, Beata Vergine del Carmine, San Rocco, Santa Lucia (GDBg).
La parrocchia di San Martino rimase capo vicaria fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi. Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), confluì nella zona pastorale IV, composta dalle parrocchie delle vicarie di San Martino Oltre la Goggia, di Branzi e di Santa Brigida (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia (decreto 27 maggio 1979).

Varianti denominative:
parrocchia di San Martino
parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo apostoli e San Martino vescovo [sec. XVII, Marenzi]
Relazioni:
smembrata da:
Dossena 1498

compresa in:
pieve di Piazza Brembana 1498 - 1568
vicaria foranea di Piazza Brembana 1568 - 1979
zona pastorale IV 1971 - 1979
vicariato di Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia 1979 - [1989]
Matrice di:
Olmo al Brembo [1446]
Moio de Calvi 1494

ultima modifica: 05/09/2005

[ Roberta Frigeni ]