parrocchia di San Michele dell'Arco sec. XIV - 1805

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La prima notizia documentaria relativa a una cappella dedicata nella città di Bergamo a San Michele dell’Arco risale all’anno 897 (Pergamene archivi Bergamo 1988). Si ha menzione della chiesa di San Michele in altra fonte più tardiva, risalente al XIV secolo, e precisamente a una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. La chiesa di San Michele risulta "capela civitatis Bergomi" e vi erano censiti quattro benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 28 settembre 1575, la parrocchia di San Michele dell’Arco risultava godere di un beneficio dal reddito pari a scudi 100 "et ultra". La comunità, costituita da 360 anime comunicate, stipendiava il proprio curato mercenario per 180 lire imperiali, 2 brente di vino e 4 starie di frumento. Presso la parrocchiale risultava eretta la scuola del Santissimo Sacramento. Nella circoscrizione parrocchiale esisteva un oratorio "intra aedes pauperum carceratorum", presso il quale era istituito l’omonimo consorzio (Visita Borromeo 1575).
In occasione della visita pastorale del vescovo Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia cittadina di San Michele dell’Arco risultava censita come chiesa beneficiata. Vi risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento e della Dottriia cristiana per le donne. Il clero era costituito a quest’epoca da un parroco, otto sacerdoti e quattro chierici (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la parrocchiale cittadina sotto l’invocazione di San Michele arcangelo risultava eretta la scuola del Santissimo Sacramento. Nel circondario era compreso un oratorio o "capelletta" nel Palazzo Pretorio e un altro nelle carceri dedicato al Santissimo Crocefisso. A quest’epoca, la comunità di San Michele dell’Arco, retta da un curato titolato e da un cappellano, contava 940 anime di cui 640 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 17 gennaio 1779, risultavano eretti l’esercizio della Dottrina cristiana e la confraternita della Buona Morte. La comunità era retta da un parroco beneficiato, il cui reddito ammontava a 118 ducati, e da tre cappellani amovibili (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di San Michele dell’Arco risultava compresa nella vicaria cittadina. Nel 1734 la comunità contava 848 anime di cui 711 comunicate (Stati del clero 1734-1822).
Venne soppressa nel 1805 e accorpata, in qualità di chiesa sussidiaria, alla parrocchia della Cattedrale (decreto 22 giugno 1805). Le disposizioni governative vennero recepite nel decreto promulgato dal vescovo Dolfin in data 10 gennaio 1806 (decreto 10 gennaio 1806).

Relazioni:
compresa in:
pieve urbana
vicaria urbana

riunita in:
parrocchia di Sant’Alessandro della Cattedrale
1805

ultima modifica: 31/08/2005

[ Roberta Frigeni ]