comune di Rovellasca sec. XIV - 1757

Già citata come “Cassina de Rovelasca” nel “Liber consulum civitatis Novocomi”, dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli dei comuni del comasco dal 1510 sino all’anno 1535 (Liber consulum Novocomi, 1510-1535), la terra di “Rovelasca” figura compresa nel 1652 tra quelle che componevano la pieve di Fino (Focolari pievi di Fino, Zezio, Ugiate, 1652) e infeudata, in forza dell’istrumento rogato il 18 ottobre 1538, a Giacomo Antonio Carcano. Successivamente, il comune con tutto il feudo giunse nella mani della famiglia Arconati (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Rovellasca era sempre inserito nella pieve di Fino (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, infeudato al conte Giuseppe Arconati al quale la comunità doveva annualmente consegnare “due forme di formaggio comasco” a titolo di onoranza, contava circa 1200 abitanti.
Rovellasca disponeva di un consiglio, formato dai capi di casa, che si riuniva di norma nel giorno del riparto dei carichi, al suono della campana e alla presenza del luogotenente del podestà. In consiglio, nel medesimo giorno, venivano eletti due sindaci e, per incanto, il console.
Il comune si avvaleva inoltre di un cancelliere che veniva retribuito con un salario annuo ed aveva tra l’altro il compito della cura delle pubbliche scritture. Sempre nel giorno dei riparti veniva pubblicamente eletto un solo esattore.
Il comune era sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale, rappresentato in loco da un luogotenente a cui la comunità erogava un onorario di un “filippo” ogni anno nel giorno del riparto.
Il console prestava l’ordinario giuramento alla banca criminale di Lomazzo (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3026).
Il comune di Rovellasca compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente alla pieve di Fino (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]