pieve di Bellagio sec. XIV - 1757

“Risale al 1240 la distribuzione fatta dal marchese Bertoldo di Hohemburg, podestà di Como, e confermata nel 1279, del complesso pievano comasco in quattro parti, attribuite alle quattro porte principali o quattro porte della città” (Gianoncelli 1982) che vedeva la pieve di Bellagio assegnata al quartiere di Porta Sala (Ripartizione pievi comasche, 1240).
Dalla “Determinatio mensurarum et staterarum …” annessa agli Statuti di Como del 1335, la pieve di Bellagio risulta composta dai seguenti comuni: “comune burgi de Bellaxio”, “comune loci de Sancto Iohanne de Bellaxio”, “comune de Lemonta” e “comune de Civena” (Statuti di Como 1335, Determinatio mensurarum).
Dal “Liber consulum civitatis Novocomi” dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli dei comuni del territorio comasco dall’anno 1510 all’anno 1535, rispetto all’elenco degli Statuti del 1335 non compaiono più le comunità di San Giovanni di Bellagio, e di Limonta e Civenna infeudate al monastero Sant’Ambrogio di Milano. Compare invece come parte della pieve la comunità di Ville di Bellagio (Liber consulum Novocomi, 1510-1535).
Tale situazione è confermata anche nel 1644 dove la pieve risulta costituita dai soli comuni di Bellagio e Ville di Bellagio (Relazione Opizzone 1644).
Dal “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 emerge che la pieve di Bellagio comprendeva i comuni di Bellagio, Comune di Mezzo e Comune delle Ville (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
L’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753, delinea la politica di aggregazione di comuni che venne ufficializzata quattro anni più tardi dall’editto teresiano del 10 giugno 1757 per il comparto territoriale dello stato milanese. Secondo tale indice il numero dei comuni che componevano la pieve veniva ridotto ad uno, cioè Bellagio con Comune di Mezzo e Comune delle Ville (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 03/01/2006

[ Domenico Quartieri ]