parrocchia di Santa Maria Assunta sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Como. Alle origini della diocesi di Como l'intitolazione della chiesa cattedrale risulta variare con il mutare della sua sede, generando una questione controversa e ancora oggi aperta a differenti ipotesi su quale chiesa, tra quelle di San Carpoforo, Sant'Abbondio e Sant'Eufemia, ricoprisse l'antico ruolo di cattedrale comense (Xeres 2001). Tuttavia un diploma di Enrico II dell'anno 1015 attesta il riconoscimento della chiesa di Santa Maria a nuova e definitiva cattedrale comense, citandola come "eidem sanctae matrici ecclesie ad honorem Dei genitricis et virginis Marie dicate" (MGH, Dipl. Regg. et Impp. Germ., vol. III, pp. 426-427; Xeres 1995). Sotto l'episcopato di Rainaldo, nella seconda metà dell'XI secolo, sarebbe poi avvenuta la sua consacrazione con la dedicazione a Santa Maria (Turazza 1930; Helvetia sacra I/6). Nel 1187 il vescovo Anselmo ottenne da Gregorio VIII il permesso di fissare a venti il numero dei canonici (Helvetia sacra I/6).
Alla fine del XIII secolo al capitolo annesso alla cattedrale di Santa Maria Maggiore risultavano soggette le "capelle dicte ecclesie seu capituli cumani" di San Michele di Rovena, Sant'Andrea "de Portellio", Cernobbio, Moltrasio, Blevio, Civiglio, Ponzate, Brunate, Tavernerio, Capiago, Grandate, Chiasso, Piazza, San Bartolomeo "ad la Pessina", San Colombano di Como. Nelle "Rationes decimarum" del 1295-1298 erano inoltre citate le chiese di San Fedele, San Giorgio di Vico, San Marco di Vico, le chiese appartenenti alla vicina pieve di Zezio e i monasteri di Sant'Abbondio, San Carpoforo, San Giuliano con annesso ospedale, San Lorenzo "extra muros", Cernobbio, Monte Olimpino e il cosidetto "monastero femminile"; alle dipendenze di Sant'Abbondio figuravano anche le chiese di San Giovanni e Santa Tecla di Torno, San Provino di Como e San Bartolomeo di Chiavenna. Risultavano infine alle dirette dipendenze del vescovo di Como la chiesa di Sant'Antonio con annesso ospedale e la chiesa "de Caregio"; i canonici erano diciannove, compresi l'"archidiaconus" e l'"archipresbiter" (Perelli Cippo 1976).
Nell'elenco del clero allegato agli atti del sinodo convocato nel 1565 dal vescovo Gianantonio Volpi, compaiono il "vicarius episcopalis ac canonicus", l'"archidiaconus", il "prepositus" e sedici canonici della chiesa cattedrale di Como (Sinodo Volpi 1565).
La parrocchia della cattedrale figura negli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Ninguarda alla fine del XVI secolo nella città di Como, con la dedicazione all'Assunzione della Beata Vergine Maria; il numero di parrocchiani, "excepta arce", era di 684 di cui 460 comunicati (Visita Ninguarda 1589-1593). Nella relazione ad limina del vescovo Feliciano Ninguarda del 1590 il collegio canonicale risultava composto dalle tre dignità dell'arcidiacono, arciprete, "cui cura animarum imminet", e preposito e da diciassette canonici (Perotti, Xeres 1999).
Dal compendio delle croniche del clero della diocesi di Como risalente al 1619 si ricava che nella chiesa cattedrale di Santa Maria erano istituite le dignità capitolari dell'arcidiaconato, arcipretato e prepositura, e vi si trovavano inoltre diciassette prebende canonicali distinte in sacerdotali, diaconali e subdiaconali; alle sue dipendenze figuravano la pieve di Zezio e trenta chiese collegiate (Compendio delle croniche 1619). Nel 1651 la chiesa della cattedrale compariva tra le parrocchie cittadine (Ecclesiae collegiatae 1651).
Nel 1765, durante la visita del vescovo Giambattista Mugiasca nella città di Como, nella chiesa cattedrale erano istituiti il sodalizio del Santissimo Sacramento; il sodalizio del Suffragio; il sodalizio di Sant'Abbondio; nella chiesa di Santo Stefano figurava la confraternita del Santissimo Crocefisso, eretta dal vescovo Filippo Archinti il 22 febbraio 1612 e aggregata all'omonima arciconfraternita nella chiesa di San Marcello di Roma il 26 agosto 1616. Il numero dei parrocchiani era di 640, esclusi i detenuti nelle carceri. Entro i confini della parrocchia di Santa Maria Maggiore della cattedrale esistevano la chiesa filiare di Santo Stefano e l'oratorio di Santa Maria degli Angeli alle carceri (Visita Mugiasca, Città II).
Nello stato di tutte le chiese parrocchiali della città e diocesi di Como spedito dal vescovo Mugiasca al governo di Milano nel 1773, i redditi del parroco, computati indistintamente rispetto alla prebenda arcipretale, assommavano a lire 1139.16; la parrocchia di Santa Maria nella cattedrale aveva inoltre redditi dal consorzio di cappellani per lire 173; da cinque benefici di libera collazione per lire 2645 (Nota parrocchie diocesi di Como, 1773). Nel 1781, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la prepositura di Santa Maria possedeva fondi per 54.1 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 672 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nel 1788, la rendita netta del beneficio arcipreturale assommava a lire 1000 e quella del beneficio arcidiaconale a lire 900, rispettivamente aumentate di lire 640 per la residenza. Entro i confini della parrocchia della cattedrale esistevano la chiesa patronale di San Provino e le chiese di San Nazaro e di San Giacomo dei filippini (Sistemazione parrocchie diocesi di Como, 1788).
Verso la fine del XVIII secolo la parrocchia di Santa Maria della cattedrale, con annesse le soppresse chiese di San Nazaro (prepositurale), di San Giacomo (parrocchiale) e di San Provino (priorale), risultava compresa tra le parrocchie cittadine (Ecclesiae collegiatae 1794).
Secondo quanto si desume dal confronto con la "nuova divisione dei distretti compresi nel Regno d'Italia e spettanti alla diocesi di Como per le scuole normali" compilata nel 1816, la parrocchia della cattedrale risultava elencata tra le parrocchie cittadine comprese nella "pieve detta urbana" (Distrettuazione pievana diocesi di Como, 1816).
Nel 1892, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari nella città di Como, la rendita netta del beneficio parrocchiale della cattedrale assommava a lire 1895.25; esistevano inoltre tre benefici vicariali con rendita in quell'anno rispettivamente di lire 1289.98 e lire 346.44 (Sant'Eusebio) e lire 871.38 (San Nazaro), due benefici coadiutorali e un mansionariato con rendita in quell'anno di lire 3221.16. Entro i confini della parrocchia di Santa Maria Assunta esistevano le chiese succursali di San Giacomo, San Provino, Sant'Eusebio, San Nazaro (vicaria filiale del duomo), e l'oratorio privato del Sacro Cuore di Gesù, presso le suore orsoline di Sant'Eusebio. Nella cattedrale erano istituite la confraternita maschile del Santissimo Sacramento della cattedrale, unita alla confraternita maschile del Santissimo Sacramento di San Nazaro e alla confraternita maschile di San Provino, e ascritta fin dal 21 giugno 1607 all'arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Santa Maria sopra Minerva in Roma; la confraternita femminile del Santissimo Sacramento, istituita canonicamente con decreto vescovile 3 maggio 1879 e aggregata alla confraternita del Santissimo Sacramento. Il numero dei parrocchiani era di 6053. La parrocchia era di nomina pontificia (Visita Ferrari, Città di Como e Pieve di Zezio).
Nel 1904, anno della visita pastorale del vescovo Teodoro Valfré di Bonzo nella città di Como, i parrocchiani della cattedrale erano 5657. Nel territorio parrocchiale esistevano le chiese di San Giacomo; San Provino; San Nazaro; Sant'Eusebio. Nella chiesa parrocchiale erano erette la confraternita del Santissimo Sacramento, composta di due sezioni con due priori e con amministrazione propria: la sezione di San Provino e la sezione di San Nazaro; la confraternita del Santissimo Rosario, fondata nel 1819 ed eretta canonicamente il 29 dicembre 1866; l'arciconfraternita del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria, aggregata alla primaria di Parigi nel 1864; la confraternita del terz'ordine di San Francesco, eretta nel 1874; la confraternita di San Giuseppe, eretta e aggregata alla primaria di Roma il 25 giugno 1883. La parrocchia era di nomina pontificia (Visita Valfré di Bonzo, Città e Pieve di Zezio).
Con rescritto 5 dicembre 1924 della Sacra Dataria, con altro rescritto 20 febbraio 1925 e solennemente con bolla 4 aprile 1925, in occasione della nomina del primo parroco prevosto Giovanni Martinelli, si decretò che "modo et in perpetuum" venisse separata dall'arcipretura della cattedrale qualsiasi cura parrocchiale, ma data e congiunta al beneficio di un semplice canonico, eretto in prepositura. Con decreto 16 novembre 1926 del vescovo Adolfo Luigi Pagani la parrocchialità della cattedrale fu stralciata dall'arcipretura, prima dignità capitolare, e data al beneficio canonicale semplice di San Francesco, elevato dall'ordine subdiaconale all'ordine presbiterale con giurisdizione parrocchiale (decreto 16 novembre 1926) (Fondo parrocchie, Cattedrale). Infine, con decreto 30 giugno 1939 del vescovo Alessandro Macchi, si determinarono diritti e facoltà di vicarii e coadiutori rispetto al parroco prevosto (decreto 30 giugno 1939) (Fondo parrocchie, Cattedrale).
Dal 1938 la parrocchia di Santa Maria Assunta di Como figura sede dei vicariati orientale e occidentale della città, nelle persone rispettivamente dell'arciprete e dell'arcidiacono (decreto 1 gennaio 1938 I/1) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968), fino al decreto 29 gennaio 1968, in seguito al quale fu assegnata alla zona pastorale I di Como e al vicariato di Como (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968); con decreto 10 aprile 1984 è stata inclusa nel vicariato A di Como centro (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Marina Regina ]
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