comune di Sant'Angelo sec. XVI - 1757

Attestato per la prima volta tra il X e l’XI secolo, all’inizio del Duecento S. Angelo era capopieve; fino alla fine del medioevo il borgo ricorre nella documentazione soprattutto in relazione alle proprietà della mensa vescovile (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato di mezzo e comprendeva Mezzano (Tassa dei cavalli).
Nel compartimento territoriale del 1751 il suo territorio comprendeva i “cassinaggi” di Molino sopra il Lambro, Portinaro sopra il Lambro vivo (sic), cassina di Belfugito, S.Martina, Mezzano, Pedrina, Gibellina, Graminello, cassina detta il Domo, cassina Nova, Marudino, Dondodssola, Montebuono, S.Felice, Monte Albano, Cassina di Maiano, Galleotta, Cassina Battistina, Bofalora, Baselina, Ranera, Dondossola, Altra Ranera, Coda di S.Pietro, Recopina, Branduzza, Borgo S.Maria, Musella, Altra Bofalora, Bosco, Comune de Poveri, Borgo di S. Maria, Borgo di S.Martino, Borgo di S.Rocco con Massaglia, Galeotta con Resica, Bosarda, Dondossola con Molino, Riviera della Cassinazza con Marudino e Cortesina, Ranera, Cà de Frati, Favorita, Belfugito, S.Angelo di Fiorenza, Lissone, Riviera (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Rispondendo ai quesiti diramati dalla regia Giunta per il Censimento, nel 1750 il rappresentante della comunità dichiarò che S.Angelo, infeudato a Matteo Bolognini nel 1452, nel 1644 era stata divisa per fini fiscali nel comune dei nobili Conti Bolognini, nel comune della marchesa Fiorenza e nel comune dei Poveri. Alla metà del secolo XVIII il comune, che da solo contava circa 3000 anime “compresi li storpi, ciechi ed altri questuanti”, era ancora infeudato ai conti Attendoli Bolognini.
Dal punto di vista amministrativo il comune era autonomo, anche se – si precisava nell’inchiesta – la città di Lodi avanzava pretese su di essa, in quanto aggregata ad essa per il pagamento degli oneri fiscali. Nel borgo peraltro si osservavano gli statuti di Pavia, si usavano misure milanesi; ecclesiasticamente, invece, S. Angelo dipendeva dalla chiesa di Lodi.
Ogni due –tre anni i feudatari si alternavano nell’elezione del pretore. Il podestà feudale risiedeva a Milano, ma di tanto in tanto si trasferiva alla pretura di S. Angelo; normalmente nel borgo risiedeva il suo luogotenente. Le denunce erano inoltrate all’officio pretorio del borgo, mentre quelle relative al maggior magistrato erano presentate anche alla pretura di Lodi.
Per le ordinarie incombenze la comunità convocava consigli ordinari “delli reggenti e consiglieri”: eletti in numero di quattro dal consiglio generale con la partecipazione di ventiquattro aggiunti, essi svolgevano il loro mandato per un anno con il titolo di consiglieri, “subentrando col titolo di reggente nel secondo anno, in cui si fa poi elezione di quattro consiglieri, restando cosi’ licenziati li quattro vecchi reggenti”. Per pratiche particolari (ad esempio “quando si deve riconoscere il quinternetto o’ sia il catasto dei censiti”) si convocava il consiglio straordinario, costituito da dodici aggiunti, eletti dai maggiori estimi. In occasione dei riparti, dell’elezione dei quattro consiglieri, dell’elezione dei ventiquattro aggiunti e, in generale, “per affari della maggiore circostanza”, il consiglio generale si riuniva invece con la partecipazione di ventiquattro aggiunti, eletti tra i maggiori estimi. Presso la comunità erano attivi inoltre un console, che prestava giuramento all’officio pretorio della citta’ di Lodi, ed un cancelliere, responsabile dell’archivio della comunita’ e remunerato con il salario annuo di trecento lire. La comunità teneva inoltre un proprio agente in Milano. Le taglie erano corrisposte nei due semestri; l’esattore era tenuto a pagare tutte le taglie “scosso o non scosso” al commissario del contado (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3046).
Nel 1753 era ancora compreso nel Vescovato di Mezzo(Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, S. Angelo con porzione di Galeotta risulta compreso nella X delegazione (editto 10 giugno 1757).

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]