diocesi di Mantova sec. IX - [1989]

Le origini della diocesi di Mantova, di cui è patrono Sant’Anselmo (+1086), vescovo di Lucca, non si possono definire con certezza storica. Secondo l’opinione più comune, esse risalgono all’inizio del secolo IX.
Per il Savio, che accetta la costante tradizione mantovana, la città venne eretta a sede vescovile probabilmente nell’estate dell’804: papa Leone III, venuto a Mantova su invito di Carlo Magno per verificare il ritrovamento del Preziosissimo Sangue, ne stralciò il territorio dalla diocesi di Verona. La mancanza di documenti, riguardanti la vita della diocesi, prima del secolo IX convaliderebbe tale opinione.
Per il Kehr, invece, il vescovado di Mantova dovrebbe risalire agli ultimi anni della dominazione longobarda (760 circa) e forse al secolo VII. Il primo documento storico che attesta l’esistenza di una diocesi perfettamente sviluppata risale all’ultimo decennio del secolo VII o al primo decennio del secolo VIII.
Il Lanzoni, sulla scia del Kehr, non ha difficoltà a portare l’esistenza della diocesi di Mantova al secolo V o VI sulla scorta di argomentazioni di convenienza legate all’importanza storica e strategica di Mantova in quei secoli. Le condizioni politiche e militari degli anni dell’ancora forte dominazione longobarda spiegano facilmente come la chiesa di Mantova, all’epoca sotto dominio bizantino, non sia ricordata nei documenti contemporanei e come dai sinodi romani e dalle adunanze degli scismatici gradensi (Scisma dei tre capitoli) fosse costantemente assente il vescovo di Mantova.
Il Guerrini conforta la tesi del Kehr con la “costante norma organizzativa che la Chiesa ha sempre seguito nel suo sviluppo”: elevare, per prime, a sede vescovile, le città più lontane dalla sede metropolitana, che per Mantova era Aquileia. Così avvenne per Brescia, Torino e Verona. Egli, riallacciandosi agli argomenti del Lanzoni e modificando quelli del Kehr, spiega sia la mancanza di documenti sia l'attestazione degli storici mantovani (che pongono intorno al secolo IX la costituzione della diocesi), ammettendo la scomparsa della sede vescovile negli anni dell’invasione longobarda. Ciò era avvenuto per altre diocesi limitrofe. Mantova, mal difesa dalle truppe bizantine, al dire di Paolo Diacono, fu presa nel 603 da Agilulfo e venne per metà distrutta. L’invasione barbarica sconvolse tutti gli ordinamenti sociali, politici ed economici. Anche le antiche circoscrizioni territoriali religiose vennero modificate: la diocesi di Mantova venne compartita fra quelle confinanti di Verona, Brescia e Reggio. A seguito dell’invasione franca, Mantova sarebbe stata “restituita” a dignità di sede vescovile: tale restituzione fu considerata erroneamente come prima costituzione in chiesa autonoma o diocesi.
Con gli scavi effettuati a partire dal 1958 nell’ambito del vecchio Seminario, particolarmente nella zona del refettorio e della cappella, vennero alla luce, a notevole profondità, tracce di un edificio ottogonale, ritenuto il battistero paleocristiano urbano, separato dalla chiesa esistente prima di quella romanica di San Paolo. Si rinvenne pure una piccola parte di pavimento musivo, che non si dubitò di far ascendere al secolo IV o V della nostra era. Sono resti importanti, sufficienti a giustificare, se non l’affermazione, almeno la persuasione che già prima della sua distruzione da parte dei Longobardi Mantova fosse sede vescovile.
Altra argomentazione portata dagli storici per anteporre la data dell’erezione del vescovado mantovano, è quella che la città doveva avere sicuramente una tradizione di autonomia e prestigio ecclesiali per essere scelta come sede del convegno dell’827, al fine di comporre il dissidio tra Aquileia e Grado, facendo convergere in essa oltre i presuli delle due circoscrizioni in lizza, anche diversi rappresentanti le province ecclesiastiche limitrofe dell’Italia settentrionale.
Già suffraganea di Aquileia, la diocesi di Mantova fu sciolta dalla giurisdizione aquileiense il 13 aprile 1452, quando venne dichiarata immediatamente soggetta alla Santa Sede, anche se nel 1577, il vescovo di Mantova, salvi i privilegi concessi, scelse di partecipare ai sinodi provinciali di Aquileia, a seguito dell’invito rivoltogli dal visitatore apostolico Angelo Peruzzi, vescovo titolare di Cesarea e suffraganeo di Bologna.
Nel settembre 1803, in forza del concordato tra Pio VII e Napoleone I, la diocesi di Mantova fu dichiarata suffraganea di Ferrara, anche se tale disposizione non venne mai attuata.
Dal 19 febbraio 1820, infine, la medesima diocesi venne aggregata alla provincia ecclesiastica lombarda, come sancito dal breve del medesimo Sommo Pontefice. Da allora il suo metropolita è l’arcivescovo di Milano.
Il vescovo di Mantova, fin dal medio evo, ebbe autorità territoriale con potestà di mero e misto imperio, specie nei territori dell’oltre Po. A partire dalla metà del secolo XIV, e fino alla fine del secolo XVIII, i vescovi di Mantova, non appartenenti alla casa dominante dei Gonzaga, si fregiavano del titolo di principe del Sacro Romano Impero, anche se non si conosce il fondamento dell’uso di tale titolo, uso peraltro contrastato dall imperatore stesso (Annuario diocesi Mantova 2001; Savio 1932; Kehr 1923; Lanzoni 1927; Guerrini 1940 b).
Come non si possono precisare le origini della diocesi di Mantova, così ne restano sconosciuti i primi confini, anche se è plausibile ritenere che essi dovessero coincidere con quelli che ebbe dal secolo IX al secolo XII la circoscrizione civile. A sud-ovest e a sud la diocesi di Mantova era divisa da quelle di Brescia, Reggio, 'Modena' e Ferrara per mezzo dei fiumi Oglio, Zara, Po vecchio, Crostolo (attuale Secchia), Burana-Bondeno; a nord-est il fiume Po la separava da Ferrara, mentre il vecchio confine lasciava a Verona Ostiglia e Villimpenta e parte di Castelbelforte; a nord e a ovest erano escluse dalla diocesi le parrocchie che saranno definite di "giurisdizione delegata" (Acquanegra, Beverara, Mosio, Redondesco, San Fermo, Mariana, Casalromano, Castel Goffredo), di "giurisdizione bresciana" (Castiglione delle Stiviere, Solferino, Medole, Guidizzolo, Birbesi, Bocchere, Canneto, Carzaghetto, Ostiano, Volongo) e di "giurisdizione abbaziale" (Asola, Barchi, Casalmoro, Gazzoli, Acquafredda, Castelnuovo, Casaloldo, Casalpoglio). Non si è in grado di affermare se fin da quei tempi remoti Gazoldo degli Ippoliti fosse feudo imperiale distinto da Mantova e se già allora fosse arcipretura “nullius”.
Dopo il 1154 venne aggregato alla diocesi di Mantova il territorio di Suzzara, chiuso a nord dal fiume Zara, a sud-est e sud dal fiume Po vecchio e a ovest da una deviazione del Po vecchio (attuale corso del Po attorno a Cizzolo). Esso comprendeva le parrocchie di Suzzara, Riva, Tabellano, Sailetto, San Prospero e Brusatasso.
Dopo variazioni temporanee, attuate negli anni 1390, 1466-1484 e 1566, ed intese a far dipendere dal vescovo di Mantova tutti i territori appartenenti al marchesato, poi ducato di Mantova, la diocesi di Mantova mantenne sempre gli stessi confini fino al secolo XVIII (Annuario diocesi Mantova 2001).
Alla fine del secolo XVIII e agli inizi del secolo XIX si registrano diverse variazioni territoriali della diocesi.
L’1l dicembre 1784, con circolare del vescovo di Mantova, emanata in forza di una disposizione civile del 5 settembre 1770, dovevano considerarsi assegnate a Mantova le così dette parrocchie di “giurisdizione delegata”, costituita dalle parrocchie di Acquanegra, Beverara, Casalromano, Castel Goffredo, San Fermo, Mariana, Mosio e Redondesco, giurisdizione già assegnata alla diocesi di Milano nel 1699 e in seguito attribuita “provisionaliter” alla diocesi di Mantova nel 1713 (Guerrini 1940 b; Milani 1977; Diocesi di Mantova 1986; Cobelli, Venturini, Bocchi 2000).
Il 23 gennaio 1787, i vescovi di Verona e Mantova sanzionarono il passaggio alla diocesi mantovana delle parrocchie di Correggioli, San Lorenzo di Ostiglia, Santa Maria nel Castello di Ostiglia, Villimpenta, Pradello e Castelbelforte.
Il 12 marzo dello stesso anno, 1787, fu perfezionato il passaggio a Mantova delle parrocchie bresciane di Castiglione delle Stiviere, Medole, Solferino, Guidizzolo, Birbesi, Bocchere, Canneto sull’Oglio, Fontanella, Carzaghetto, Ostiano e Volongo.
Con il decreto governativo del 24 marzo 1803, venne soppressa l'arcipretura “nullius” di Gazoldo degli Ippoliti e unita alla diocesi mantovana.
Il 3 giugno 1816, il vescovo di Reggio delegò al vicario capitolare di Mantova ogni sua giurisdizione per le parrocchie della sua diocesi comprese nel territorio mantovano, che erano Bondanello, Bondeno, Cizzolo, Gonzaga, Moglia, Palidano, Pegognaga e Rolo. Il passaggio definitivo venne sancito con il dispaccio governativo del 14 luglio 1820. Il 26 gennaio 1872 la parrocchia di Rolo fu staccata da Mantova ed aggregata a Carpi.
Con la bolla “De salute dominici gregis”, il 26 giugno 1818 venne soppressa l’arcipretura-commenda “nullius” di Asola, che passò alla diocesi di Mantova con le parrocchie a essa soggette, ossia Acquafredda, Barchi, Casalmoro, Casaloldo, Casalpoglio, Castelnuovo e Gazzoli (Annuario diocesi Mantova 2001).
Il 18 ottobre 1978, per consentire l’adeguamento dei confini delle diocesi di Mantova e Verona con quelli delle rispettive province (Mantova e Verona) e regioni (Lombardia e Veneto), la parrocchia di Pampuro - dal 1844 frazione del comune veronese di Sorgà - passò dalla diocesi di Mantova a quella di Verona, mentre le parrocchie di Castellaro Lagusello, Monzambano e Ponti sul Mincio - dal 1798 parte della giurisdizione mantovana (Istituzioni Mantova 1999) - da veronesi divennero mantovane (Annuario diocesi Mantova 2001).
Il 14 luglio 1990, in attuazione del decreto della Congregazione per i vescovi del 21 giugno precedente, Acquafredda, parrocchia mantovana in territorio bresciano, è passata dalla diocesi di Mantova a quella di Brescia.
Attualmente il territorio della diocesi mantovana è compreso nella provincia di Mantova, ad esclusione delle terre poste oltre il fiume Oglio, con l’eccezione di Cizzolo, a sud-est. Sono inoltre soggette alla diocesi mantovana le parrocchie di Volongo e Ostiano in territorio cremonese.
Attualmente la diocesi di Mantova confina con le diocesi di Ferrara, Carpi e Reggio Emilia-Guastalla a sud, Rovigo-Adria a est, Verona a nord-est, Brescia a nord-ovest; Cremona a ovest (Annuario diocesi Mantova 2001).
Il più antico elenco delle pievi spettanti al vescovo di Mantova è contenuto in un diploma dell’imperatore Corrado II il Salico del 1037. In esso sono enumerate le seguenti 35 pievi: 1. “plebs Mantuanae civitatis”, 2. “plebs Sasselli quae est in Porto”, 3. “plebs de Suave”, 4. “plebs in Auri”, 5. “plebs Sancti Metri”, 6. “plebs de Octavo”, 7. “plebs de Riverso”, 8. “plebs de Gudi”, 9. “plebs de Volta”, 10. “plebs de Bonago”, 11. “plebs de Cavriana”, 12. “plebs de Calzago”, 13. “plebs de Gusfenago”, 14. “plebs de Capite Tartari”, 15. “plebs de Marcareia”, 16. “plebs de Ludulo quae est in Scurzariolo”, 17. “plebs de Turiselle “, 18. “plebs de Saviuna”, 19. “plebs de Castellione Mantovano”, 20. “plebs de Bonefitio”, 21. “plebs de Bigarello”, 22. “plebs Sancti Georgii”, 23. “plebs de Ponterioli”, 24. “plebs de Burbasio”, 25. “plebs de Carizidolo”, 26. “plebs de Sancti Cassiani”, 27. “plebs de Sancti Martini in Casali Barbati”, 28. “plebs Sancti Laurentii in Casale”, 29. “plebs de Gubernule”, 30. “plebs de Septingenti”, 31. “plebs de Sermete”, 32. “plebs de Sancta Maria”, 33. “plebs de Bangiolo”, 34. “plebs in Flumine Novo”, 35. “plebs de Pletulae”.
In un diploma del 1045, emesso dal re Enrico III, si ha un ulteriore elenco delle pievi di pertinenza del vescovo di Mantova. Alla serie delle 35 pievi citate nel 1037, si aggiungono, altre tre pievi, che sono la “ plebs de Castelluclo”, la “plebs de Campedello” e la “plebs de Redaldescho”. L’elenco è chiuso dalla locuzione “cum omnibus aliis plebibus et capellis”, che lascia intendere l’esistenza di altre chiese plebane e sussidiarie non citate.
In un altro diploma del 1055, la lista delle pievi di pertinenza del vescovado mantovano, oltre a quelle già precedentemente citate, si arricchisce di altre tre pievi, che sono la “plebs de Ronco Rolandi”, la “plebs de Marmoriolo” e la “plebs de Curte Atonis”.
Si ha inoltre notizia di altre pievi di fondazione, il cui nome emerge da documenti sucessivi al 1055. Nel 1057 sono menzionate la “plebs de Fornicata” e la “plebs de Cepata”. Nel 1105 nell’isola di San Benedetto vi è la “baptismalis ecclesia Sancti Floriani”. Risale forse al 1047 l’origine della “plebs Ripaltae”, pieve esistente di certo nel secolo XII. Quasi sicuramente del 1101 è la chiesa plebana di Roncoferraro, uno dei villaggi sorti nell’area della “curtis” di Barbasso, della cui area faceva parte anche l’”ecclesia Sanctae Mariae” in casale Barbato, menzionata come “baptismalis” nel 1105. Non improbabile che nel secolo XIII fossero battesimali la chiesa di Ceresara e quella della corte di Assila nei pressi di Buscoldo, chiese che avevano un clero colleggiato nel 1230 (Marani 1977).
Circa la divisione della diocesi di Mantova in vicariati, nelle “Constitutiones Synodales“ del 1610 risultava che “le parochie rurali divise in vicarie” erano così elencate: “vicario foraneo, parochia di San Giorgio”, “vicario foraneo Castelli, San Paolo primo eremita, parochia”, “vicario foraneo, Castellaro, La Madonna, parochia”, “vicario foraneo, Barbasso, San Pietro, parochia”, “vicario foraneo, Governolo, Sant’Agostino, parochia”, “vicario foraneo, Sostinente, San Michele, parochia”, “vicario foraneo, Quistello, San Bartolomeo, parochia”, “vicario foraneo, Il Poggio, Santa Maria Alba, parochia”, “vicario foraneo, la Pieve, La Madonna, parochia”, “vicario foraneo, San Benedetto, parochia San Floriano”, “vicario foraneo, Bagnolo Santi Vito e Modesto, parochia”, “vicario foraneo, Cerese, la Madonna, parochia”, “vicario foraneo, Saviola, San Michele, parochia”, “vicario foraneo, Suzara, Sant’Ippolito, parochia”, “vicario foraneo, Borgoforte, San Giovanni Battista, parochia”, “vicario foraneo, Campitello, San Celestino, parochia”, “vicario foraneo, San Silvestro, parochia”, “vicario foraneo, Castellucchio, San Giorgio, parochia”, “vicario foraneo, Marcaria, San Giovanni Battista, parochia”, “vicario foraneo, Piubega, San Giacomo, parochia”, “vicario foraneo, Goito, San Pietro, parochia regolare”, “vicario foraneo, Roverbella, La Madonna, parochia”, “vicario foraneo Capriana, La Madonna, parochia “, “vicario foraneo, Porto, San Michele, parochia” (Constitutiones 1610).
Dal “Catalogo di tutto il clero, monasteri, luoghi pii e confraternite, co’ loro rispettivi rettori della città, diocesi, e terre dette delegate al vescovado di Mantova dell’anno MDCCLXX”, la diocesi di Mantova risultava così articolata: vicaria di San Giorgio, vicaria di Due Castelli San Paolo, vicaria di Castellaro, vicaria di Barbasso, vicaria di Governolo, vicaria di Sustinente, vicaria di Quistello, vicaria di Poggio, vicaria di Pieve di Revere, vicaria di Sermide, vicaria di Bagnolo San Vito, vicaria di Cerese, vicaria di Saviola, vicaria di Suzzara, vicaria di Borgoforte, vicaria di Campitello, vicaria di San Silvestro fuori, vicaria di Castellucchio, vicaria di Marcaria, vicaria di Piubega, vicaria di Goito, vicaria di Roverbella, vicaria di Cavriana, vicaria di Sant’Antonio Fuori di Porto. La parrocchia di San Floriano in San Benedetto era vicariato in luogo. Della diocesi mantovana facevano parte anche le “terre dette delegate”, che comprendevano la vicaria di Redondesco e la vicaria di Acquanegra, mentre la parrocchia di Castel Goffredo era vicariato in luogo (Catalogo clero diocesi di Mantova 1770).
Dallo “Statto delle parrocchie forensi della diocesi di Mantova” del 1793 risulta che, oltre ai vicariati compresi nel “Catalogo” del 1770, vi fossero la vicaria di Villimpenta, la vicaria di Ostiglia, la vicaria di Canneto, la vicaria di Ostiano, la vicaria di Castiglione delle Siviere, per cui la diocesi di Mantova risultava così divisa: I. Vicaria di San Giorgio, II. Vicaria di Castel Bonafisso, III. Vicaria di Barbasso, IV Vicaria di Governolo, V. Vicaria di Sustinente, VI. Vicaria di Villimpenta, VII. Vicaria di Ostiglia, VIII. Vicaria di Pieve di Revere, IX. Vicaria di Sermide, X. Vicaria di Poggio, XI. Vicaria di Quistello, XII. Vicaria di Saviola, XIII. Vicaria di Suzzara, XIV. Vicaria di Borgoforte, XV. Vicaria di Bagnolo San Vito, XVI. Vicaria di Cerese, XVII. Vicaria di San Silvestro, XVIII. Vicaria di Castellucchio, XIX. Vicaria di Campitello, XX. Vicaria di Marcaria, XXI. Vicaria di Piubega, XXII. Vicaria di Redondesco, XXIII. Vicaria di Acquanegra, XXIV. Vicaria di Canneto, XXV. Vicaria di Ostiano, XXVI. Vicaria di Castiglione delle Stiviere, XXVII. Vicaria di Cavriana, XXVIII. Vicaria di Goito, XXIX. Vicaria di Roverbella, XXX. Vicaria di Sant’Antonio. Le parrocchie di Castelgoffredo e di San Floriano in San Benedetto di Polirone, erano vicariati in luogo (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793).
Dall’”Elenco dei sacerdoti in diocesi di Mantova”, redatto probabilmente nel 1817, la diocesi di Mantova era articolata nei seguenti vicariati: I. Acquanegra, II. Sant’Antonio, III. Bagnolo San Vito, IV. Barbasso, V. Borgoforte, VI. Bondeno, VII. Cerese, VIII. Castellaro, IX. Cavriana, X. Castellucchio, XI. Castiglione delle Stiviere, XII. Campitello, XIII. Canneto, XIV. Cizzolo, XV. Due Castelli, XVI. Governolo, XVII. Goito, XVIII. Gonzaga, XIX. Marcaria, XX. Ostiano, XXI. Ostiglia, XXII. Piubega, XXIII. Poggio, XXIV. Pieve di Coriano, XXV. Pegognaga, XXVI. Palludano, XXVII. Quistello, XXVIII. Revere, XXIX. Roverbella, XXX. Redondesco, XXXI. Sermide, XXXII. Sustinente, XXXIII. San Silvestro, XXXIV. Suzzara, XXXV. Villa Saviola, e Villimpenta (Elenco sacerdoti diocesi Mantova, 1817).
Nel 1821 erano istituiti i vicariati di Asola e Castel Goffredo (Istituzione vicariati Castel Goffredo e Asola, 1819-1821).
Negli anni venti dell’800 i vicariati della diocesi di Mantova erano ridefiniti, in modo che ogni giurisdizione vicariale dovesse “coincidere con il distretto, cosicché erano capoluoghi di vicaria foranea ecclesiastica i capoluoghi di distretto civile” (Tessaroli 1934; Diocesi di Mantova 1986).
Dal “Prospetto della diocesi di Mantova in ciò che riguarda alle parrocchie ed al clero al principio dell’anno 1843”, la diocesi mantovana risultava suddivisa nelle seguenti vicarie: 1. vicaria foranea di Cerese nel distretto I, frazione I, 2. vicaria foranea di Frassino nel distretto I, frazione II, 3. vicaria foranea di Sant’Antonio nel distretto I, frazione III, 4. vicaria foranea di Governolo nel distretto I, frazione IV, 5. vicaria foranea di Ostiglia nel distretto II, 6. vicaria foranea di Roverbella nel distretto III, 7. vicaria foranea di Volta nel distretto IV, 8 vicaria foranea di Castiglione delle Stiviere nel distretto V, 9. vicaria foranea di Castel Goffredo nel distretto VI , 10. vicaria foranea di Redondesco nel distretto VII, 11. vicaria foranea di Marcaria nel distretto VIII, 12. vicaria foranea di Borgoforte nel distretto IX, 13. vicaria foranea di Suzzara nel distretto XIII, 14. vicaria foranea di Gonzaga nel distretto XIV, 15. vicaria foranea di Revere nel distretto XV, 16. vicaria foranea di Sermide nel distretto XVI, 17. vicaria foranea di Asola nel distretto XVII (Prospetto diocesi Mantova 1843).
Dallo “Stato personale del clero della città e diocesi di Mantova al 1 gennaio 1868” risulta che la diocesi di Mantova risultava costituita invece dai seguenti vicariati: I. vicariato foraneo di Cerese, II. vicariato foraneo di Frassino, III. vicariato foraneo di Sant’Antonio, IV. vicariato foraneo di Governolo, V. vicariato foraneo di Ostiglia, VI. vicariato foraneo di Roverbella, VII. vicariato foraneo di Volta, VIII vicariato foraneo di Castiglione delle Stiviere, IX. vicariato foraneo di Castel Goffredo, X. vicariato foraneo di Canneto sull’Oglio, XI. vicariato foraneo di Marcaria, XII. vicariato foraneo di Borgoforte, XIII. vicariato foraneo di Suzzara, XIV. vicariato foraneo di Cizzolo, XV. vicariato foraneo di Gonzaga, XVI. vicariato foraneo di San Benedetto Po, XVII. vicariato foraneo di Revere, XVIII. vicariato foraneo di Sermide, XIX. vicariato foraneo di Asola (Stato clero diocesi di Mantova 1868).
Nel 1876 si aggiungeva il XX vicariato foraneo di Castel d’Ario, come risulta dallo “Stato personale del clero della città e diocesi di Mantova al 1 agosto 1876, arricchito delle epoche interessanti e delle cronotassi dei papi e dei vescovi mantovani” (Stato clero diocesi di Mantova 1876), mentre nel 1887 compaiono i vicariati di Campitello, in luogo di quello di Marcaria, e quello di Rivalta (Stato clero diocesi di Mantova 1887).
Dallo “Stato personale del clero della città e diocesi di Mantova al 1 gennaio 1894”, la diocesi di Mantova appariva divisa nei seguenti vicariati: I. vicariato foraneo di Sant’Antonio, II. vicariato foraneo di Asola, III. vicariato foraneo di San Benedetto Po, IV. vicariato foraneo di Borgoforte, V. vicariato foraneo di Canneto sull’Oglio, VI. vicariato foraneo di Castel d’Ario, VII. vicariato foraneo di Castel Goffredo, VIII vicariato foraneo di Castiglione delle Stiviere, IX. vicariato foraneo di Cerese, X. vicariato foraneo di Cizzolo, XI. vicariato foraneo di Frassino, XII. vicariato foraneo di Gonzaga, XIII. vicariato foraneo di Governolo, XIV. vicariato foraneo di Marcaria, XV. vicariato foraneo di Ostiglia, XVI. vicariato foraneo di Quistello, XVII. vicariato foraneo di Redondesco, XVIII. vicariato foraneo di Revere, XIX. vicariato foraneo di Rivalta, XX. vicariato foraneo di Roverbella, XXI. vicariato foraneo di Sermide, XXII. vicariato foraneo di Suzzara, XXIII. vicariato foraneo di Volta (Stato clero diocesi di Mantova 1894).
Nel 1927 si aggiungevano il vicariato di Bagnolo San Vito e quello di Ostiano, mentre la sede di quello di Rivalta era trasferita a Castellucchio, come risulta dallo “Stato personale della diocesi di Mantova al 1 dicembre 1927” (Stato clero diocesi di Mantova 1927), e nel 1961 scompariva il il vicariato di Cizzolo, che veniva aggregato al vicariato di Suzzara (Annuario diocesi Mantova 1961).
Nel 1967 l’articolazione dei vicariati della diocesi di Mantova veniva completamente ristrutturata. I vicariati non erano più identificati con una sede definita e i vicari foranei erano nominati “ad personam” dal vescovo. La nuova configurazione vicariale della diocesi di Mantova risultava costituita da otto vicariati così articolati:
Vicariato della Città, n. 1, denominato “Santi Apostoli”, costituito dalle seguenti 16 parrocchie: 1. Cattedrale, 2. Concattedrale, 3. Angeli, 4. Santa Apollonia, 5. San Barnaba, 6. Cittadella, 7. Sant'Egidio, 8. Frassino, 9. Santi Gervasio e Protasio, 10. San Giuseppe Artigiano, 11. San Leonardo, 12. San Luigi Gonzaga, 13. Santa Maria della Carità, 14. Santa Maria del Gradaro, 15. Ognissanti, 16. San Pio X.
Vicariato n. 2, denominato “Madonna delle Grazie”, formato dalle seguenti 33 parrocchie: 1. Sant'Antonio, 2. Bagnolo San Vito, 3. Bancole, 4. San Biagio, 5. Boccadiganda, 6. Borgoforte, 7. Buscoldo, 8. Campitello, 9. Canicossa, 10. Cappelletta, 11. Casatico, 12. Castellucchio, 13. San Cataldo, 14. Cerese, 15. CesoIe, 16. Formigosa, 17. Gabbiana, 18. San Giacomo Po, 19. Levata, 20. Marcaria, 21. Marmirolo, 22. San Michele in Bosco, 23. Montanara, 24. San Nicolò Po, 25. Ospitaletto, 26. Pietole, 27. Rivalta, 28. Rodigo, 29. Romanore, 30. Sarginesco, 31. Scorzarolo, 32. San Silvestro, 33. Soave.
Vicariato n. 3 denominato “San Carlo Borromeo”, composto dalle seguenti 24 parrocchie: 1. Acquafredda, 2. Acquanegra, 3. Asola, 4. Barchi, 5. Beverara, 6. Bocchere, 7. Canneto, 8. Carzaghetto, 9. Casalmoro, 10. Casaloldo, 11. Casalpoglio, 12. Casalromano, 13. Castel Goffredo, 14. Castelnuovo, 15. San Fermo, 16. Fontanella, 17. Gazoldo, 18. Gazzoli, 19. Mariana, 20. Mosio, 21. Piubega, 22. Ostiano, 23. Redondesco, 24. Volongo.
Vicariato n. 4, denominato “San Luigi Gonzaga”, formato dalle seguenti 18 parrocchie: 1. Birbesi, 2. Castelgrimaldo, 2. Castiglione delle Stiviere, 4. Cavriana, 5. Ceresara, 6. Cereta, 7. Cerlongo, 8. Goito, 9. Gozzolina, 10. Grole, 11. Guidizzolo, 12. San Martino Gusnago, 13. Medole, 14. Solarolo, 15. Solferino, 16. Vasto, 17. Villa Cappella, 18. Volta Mantovana.
Vicariato n. 5, denominato “San Pio X”, costituito dalle seguenti 24 parrocchie: 1. Barbasso, 2. Barbassolo, 3. Bigarello, 4. Cadè, 5. Canedole, 6. Casale, 7. Castelbelforte, 8. Casteldario, 9. Castiglione Mantovano, 10. Governolo, 11. Malavicina, 12. Marengo, 13. Nosedole, 14. Pampuro, 15. Pellaloco, 16. Pozzolo, 17. Pradello, 18. Roncoferraro, 19. Roverbella, 20. Stradella, 21. Villa Garibaldi, 22. Villagrossa, 23. Villanova Maiardina, 24. Villimpenta.
Vicariato n. 6, denominato “Sant'Anselmo”, composto dalle seguenti 14 parrocchie: 1. Bondeno, 2. Brusatasso, 3. Cizzolo, 4. Gongaza, 5. Motteggiana, 6. Palidano, 7. San Prospero, 8. Riva, 9. Sailetto, 10. Suzzara (Beata Maria Vergine Immacolata), 11. Suzzara (Sacra Famiglia), 12. Tabellano, 13. Torricella, 14. Villa Saviola.
Vicariato n. 7, denominato “San Benedetto”, costituito dalle seguenti 15 parrocchie: 1. Bardelle Gorgo, 2. S. Benedetto Po, 3. Bondanello, 4. Brede, 5. S. Giacomo Segnate, 6. Galvagnina, 7. Moglia, 8. Nuvolato, 9. Pegognaga, 10. Polesine, 11. Portiolo, 12. Quingentole, 13. Quistello, 14. S. Rocco, 15. San Siro.
Vicariato n. 8, denominato “Madonna della Comuna”, formato dalle seguenti 24 parrocchie: 1. Bonizzo, 2. Borgofranco, 3. Carbonara, 4. Carbonarola, 5. Correggioli, 6. Santa Croce, 7. Felonica, 8. San Giovanni del Dosso, 9. Libiola, 10. Magnacavallo, 11. Malcantone, 12. Moglia di Sermide, 13. Ostiglia, 14. Pieve di Coriano, 15. Poggio Rusco, 16. Quattrelle, 17. Revere, 18. Sacchetta, 19. Schivenoglia, 20. Sermide, 21. Serravalle, 22. Stoppiaro, 23. Sustinente, 24. Villa Poma (RDMn 1967).
Nel 1969 si aveva una nuova ridefinizione dell’organizzazione vicariale della diocesi mantovana che toccava in particolare i vicariati n. 2 e n. 5, oltre ad attribuire la parrocchia di Formigosa al vicariato di città e le parrocchie di Pegognaga e Polesine al vicariato n. 6. Dopo questa revisione la diocesi di Mantova risultava suddivisa in dieci vicariati, così articolati:
Vicariato della Città n. 1, denominato “Santi Apostoli”, formato dalle seguenti 17 parrocchie: 1. Cattedrale, 2. Concattedrale, 3. Angeli, 4. Sant'Apollonia, 5. S. Barnaba, 6. Cittadella, 7. Sant'Egidio, 8. Frassino, 9. Santi Gervasio e Protasio, 10. San Giuseppe Artigiano, 11. San Leonardo, 12. San Luigi Gonzaga, 13. Santa Maria della Carità, 14. Santa Maria del Gradaro, 15. Ognissanti, 16. San Pio X, 17. Formigosa.
Vicariato n. 2, denominato “Madonna delle Grazie”, formato dalle seguenti 16 parrocchie: 1. Bagnolo San Vito, 2. San Biagio, 3. Boccadiganda, 4. Borgoforte, 5. Buscoldo, 6. Cappelletta, 7. San Cataldo, 8. Cerese, 9. San Giacomo Po, 10. Levata, 11. Montanara, 12. San Nicolò Po, 13. Pietole, 14. Romanore, 15. Scorzarolo, 16. San Silvestro.
Vicariato n. 3, denominato “San Carlo Borromeo”, formato dalle seguenti 24 parrocchie: 1. Acquafredda, 2. Acquanegra, 3. Asola, 4. Barchi, 5. Beverara, 6. Bocchere, 7. Canneto, 8. Carzaghetto, 9. Casalmoro, 10. Casaloldo, 11. Casalpoglio, 12. Casalromano,13. Castel Goffredo, 14. Castelnuovo, 15. San Fermo, 16. Fontanella, 17. Gazoldo, 18. Gazzoli, 19. Mariana, 20. Mosio, 21. Piubega, 22. Ostiano, 23. Redondesco, 24. Volongo.
Vicariato n. 4, denominato “San Luigi Gonzaga”, formato dalle seguenti 18 parrocchie: 1. Birbesi, 2. Castelgrimaldo, 2. Castiglione delle Stiviere, 4. Cavriana, 5. Ceresara, 6. Cereta, 7. Cerlongo, 8. Goito, 9. Gozzolina, 10. Grole, 11. Guidizzolo, 12. San Martino Gusnago, 13. Medole, 14. Solarolo, 15. Solferino, 16. Vasto, 17. Villa Cappella, 18. Volta Mantovana.
Vicariato n. 5, denominato “San Pio X”, formato dalle seguenti 15 parrocchie: 1. Sant'Antonio, 2. Bancole, 3. Bigarello, 4. Canedole, 5. Castelbelforte, 6. Castiglione Mantovano, 7. Malavicina, 8. Marengo, 9. Marmirolo, 10. Pellaloco, 11. Pozzolo, 12. Roverbella, 13. Soave, 14. Stradella, 15. Villanova Maiardina.
Vicariato n. 6, denominato “Sant'Anselmo”, formato dalle seguenti 16 parrocchie: 1. Bondeno, 2. Brusatasso, 3. Cizzolo, 4. Gongaza, 5. Motteggiana, 6. Palidano, 7. San Prospero, 8. Riva, 9. Sailetto, 10. Suzzara (Beata Maria Vergine Immacolata), 11. Suzzara (Sacra Famiglia), 12. Tabellano, 13. Torricella, 14. Villa Saviola, 15. Pegognaga, 16. Polesine.
Vicariato n. 7, denominato “San Benedetto”, formato dalle seguenti 15 parrocchie: 1. Bardelle Gorgo, 2. San Benedetto Po, 3. Bondanello, 4. Brede, 5. San Giacomo Segnate, 6. Galvagnina, 7. Moglia, 8. Nuvolato, 9. Pegognaga, 10. Polesine, 11. Portiolo, 12. Quingentole, 13. Quistello, 14. San Rocco, 15. San Siro.
Vicariato n. 8, denominato “Madonna della Comuna”, formato dalle seguenti 24 parrocchie: 1. Bonizzo, 2. Borgofranco, 3. Carbonara, 4. Carbonarola, 5. Correggioli, 6. Santa Croce, 7. Felonica, 8. San Giovanni del Dosso, 9. Libiola, 10. Magnacavallo, 11. Malcantone, 12. Moglia di Sermide, 13. Ostiglia, 14. Pieve di Coriano, 15. Poggio Rusco, 16. Quattrelle, 17. Revere, 18. Sacchetta, 19. Schivenoglia, 20. Sermide, 21. Serravalle, 22. Stoppiaro, 23. Sustinente, 24. Villa Poma.
Vicariato n. 9, denominato “San Leone Magno”, formato dalle seguenti 13 parrocchie: 1. Barbasso, 2. Barbassolo, 3. Cadè, 4. Casale, 5. Castel d’Ario, 6. Governolo, 7. Nosedole, 8. Pampuro, 9. Pradello, 10. Roncoferraro, 11. Villa Garibaldi, 12. Villagrossa, 13. Villimpenta.
Vicariato n. 10, denominato “San Giuseppe”, formato dalle seguenti 12 parrocchie: 1. Campitello, 2. Canicossa, 3. Casatico, 4. Castellucchio, 5. Cesole, 6.Gabbiana, 7. Marcaria, 8. San Michele in Bosco, 9. Ospitaletto, 10. Rivalta, 11. Rodigo, 12. Sarginesco (RDMn 1969).
Il 18 ottobre 1978, le parrocchie di Castellaro Lagusello, Monzambano e Ponti sul Mincio, a seguito del loro passaggio dalla diocesi di Verona alla diocesi di Mantova contro la cessione della parrocchia di Pampuro, vennero aggregate al vicariato n. 4, di “San Luigi Gonzaga”, (Annuario diocesi Mantova 2001).
Il 26 giugno 1986, con suo decreto, il vescovo di Mantova erigeva canonicamente in persone giuridiche le parrocchie della diocesi, determinandone sede e denominazione e, contemporaneamente, dichiarava estinte quelle di tutti gli enti denominati "chiesa parrocchiale". Per tale atto furono anche soppresse le parrocchie di Beverara, Bocchere, Carbonarola e Carzaghetto, il cui territorio fu aggregato alle parrocchie limitrofe di Acquanegra sul Chiese, San Martino Gusnago, Carbonara di Po e Fontanella Grazioli; mentre, smembrando il territorio delle parrocchie preesistenti di Borgo Angeli, Sant'Antonio di Porto Mantovano e Villanova Maiardina, furono erette quelle di Borgochiesanuova e Colle Aperto nel comune di Mantova e di San Giorgio nel comune di San Giorgio di Mantova (decreto 27 giugno 1986). In seguito con decreto n. 18 del 15 gennaio 1987, emanato dal Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana, era conferita alle parrrocchie canonicamente erette la qualifica di “ente ecclesiastico civilmente riconosciuto”, dichiarando perduta la personalità giuridica da parte di tutti gli enti "chiesa parrocchiale". Il 24 febbraio 1987, con decreto del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana era conferita la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto alla diocesi di Mantova (decreto 15 gennaio 1987 a).
Il 20 giugno 1990, dal vicariato n. 3 di “San Carlo Borromeo” venne staccata la parrocchia di Acquafredda, che passò dalla diocesi di Mantova a quella di Brescia.
Le parrocchie della diocesi di Mantova attualmente sono 168: 19 urbane e 149 del forese (Annuario diocesi Mantova 2001).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Giancarlo Cobelli ]