commissario plenipotenziario imperiale 1814 maggio 14 - 1816 gennaio 2

Quando l’8 maggio 1814 giunse a Milano il plenipotenziario austriaco Heinrich Bellegarde, ciambellano, consigliere intimo di stato dell’imperatore Francesco I, presidente del consiglio aulico di guerra e feldmaresciallo comandante in capo dell’esercito austriaco nell’Italia del nord, il governo napoleonico di Eugenio Beauharnais era già disciolto e a seguito della rivoluzione del 20 aprile il potere politico in città era esercitato dalla Reggenza provvisoria del governo di Lombardia nominata dal consiglio comunale.
Nonostante l’annessione della Lombardia e del Veneto all’Impero austriaco con il proclama 12 giugno 1814, conseguenza della pace di Parigi (30 maggio 1814) e l’incorporazione delle due regioni all’Austria successivamente sancita dal congresso di Vienna (atto conclusivo 9 giugno 1815), sin dal 25 maggio 1814 il Bellegarde emanò un proclama col quale comunicava la sua nomina a commissario plenipotenziario per le province del cessato Regno d’Italia avvenuta il 14 maggio.
Nello stesso proclama il Bellegarde, confermando l’operato della Reggenza fino a quel punto svolto, ne annunciava la cessazione della attività come istituto autonomo e anzi ne assumeva la presidenza. Dal luglio 1814 quindi, con l’assunzione formale del governo da parte del plenipotenziario, i membri milanesi della Reggenza persero progressivamente il peso politico fino a quel momento esercitato e il centro decisionale e operativo del governo milanese divenne la segreteria privata del plenipotenziario.
Al Bellegarde era stato affidato il compito di smantellare il Regno napoleonico e preparare, creandone le premesse favorevoli, l’annessione delle province all’Impero asburgico. In pratica l’opera del plenipotenziario si può riassumere in due fasi, una dedicata allo scioglimento dell’esercito napoleonico, che avvenne tra l’agosto e l’ottobre 1814, e l’altra allo smantellamento dei ministeri centrali del cessato Regno: i suoi primi atti furono l’abolizione del senato, del consiglio di stato e dei Collegi elettorali (che si erano riuniti in una sorta di assemblea costituente). Tra il 27 e il 29 luglio furono soppressi il ministero di giustizia, quello dell’interno (concentrandone i poteri nella Reggenza), il ministero delle finanze (istituendo contemporaneamente una intendenza generale delle finanze), il ministero del culto; furono inoltre dichiarate cessate le funzioni della corte dei conti (sostituita da una direzione generale di contabilità) e del ministero del tesoro. Il 16 agosto al soppresso ministero della guerra e della marina subentrò una commissione straordinaria. Contemporaneamente il plenipotenziario procedette all’espulsione dalla Lombardia dei “forestieri” ma bloccò in gran parte le epurazioni ideologiche ad personam dell’apparato burocratico che i membri milanesi della Reggenza stavano attuando anche perché il Bellegarde, oltre mostrare una certa ammirazione per il funzionamento della burocrazia napoleonica, si rese conto ben presto che l’Impero avrebbe avuto bisogno della collaborazione di quelle intelligenze sia per la necessità di conoscere e comprendere le caratteristiche e le peculiarità del territorio appena occupato sia per evitare che l’occupazione austriaca della Lombardia si trasformasse in una pura e semplice occupazione militare.
Anche grazie alle conoscenze acquisite il plenipotenziario divenne infine uno degli interlocutori privilegiati della commissione aulica centrale di organizzazione, istituita a Vienna nel luglio del 1814 con il compito di formulare progetti e proposte per l’integrazione e l’incorporazione delle province riconquistate.
Dopo aver richiesto più volte il richiamo a Vienna essendo in disaccordo con le decisioni che si prendevano sul futuro ordinamento costituzionale e amministrativo del nuovo Regno, il Bellegarde fu inizialmente nominato luogotenente del viceré (lettera sovrana del 5 aprile 1815); poi, dal marzo 1816, rimase a Parigi, prima di riprendere la carica di ministro della guerra e membro del consiglio di Stato. Si ritirò a vita privata nel 1825. La Reggenza provvisoria di governo venne sciolta definitivamente il 2 gennaio 1816, con l’entrata in vigore dell’ordinamento stabilito dalla patente imperiale 7 aprile 1815 (l’atto di istituzione del Regno Lombardo-Veneto) e la nomina del regio governo imperiale presieduto dal conte Francesco Sarau (Meriggi 1981 b; Meriggi 1983; Meriggi 1987; Raponi 1967; Sandonà 1912; Spellanzon 1960 a).

ultima modifica: 19/01/2005

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