ministero di polizia generale 1797 giugno 30 - 1799 aprile 26

Dopo la proclamazione della Repubblica Cisalpina il neocostituito Direttorio esecutivo, su mandato del generale Bonaparte, dispose la nomina dei ministri, i quali, secondo quanto stabilito dalla costituzione dell’anno V, non formavano consiglio, erano revocabili dal Direttorio ed erano “responsabili dell’ineseguimento sì delle leggi che degli ordini” emanate dallo stesso; da essi dipendevano inoltre le Amministrazioni dipartimentali, delle quali potevano annullare gli atti e sospendere i membri (costituzione 20 messidoro anno V).
Il dicastero di polizia generale venne allora affidato alla guida di Gaetano Porro, al quale, in attesa della nomina del ministro degli affari interni, avvenuta alcuni giorni più tardi, furono provvisoriamente delegate anche tali funzioni (decreto 12 messidoro anno V),
La profonda instabilità che caratterizzò pressoché tutti i dicasteri cisalpini e più in generale la stessa Repubblica trova nella vicenda del Ministero di polizia generale un paradigma esemplare. Circa quattro mesi dopo la sua costituzione, il 3 novembre 1797 il Ministero venne infatti soppresso e riunito a quello di giustizia (legge 13 brumale anno VI a), con una legge che, già il 30 di quello stesso mese, fu però dichiarata nulla da un altra norma, con la quale il Direttorio venne invitato a nominare un nuovo ministro entro tre giorni (legge 9 frimale anno VI). La nomina cadde allora su Fedele Sopransi, che già il 13 aprile 1798 fu sostituito dal Direttorio esecutivo con Diego Guicciardi (determinazione 24 germinale anno VI), il quale, passato alla guida del dicastero degli interni, il 2 luglio 1798 lasciò a sua volta l’incarico a Vincenzo Brunetti (determinazione 22 messidoro anno VI a).
Poco più lunga la permanenza in carica di quest’ultimo, che, entrato a far parte del Direttorio, il 29 novembre 1798 venne sostituito da Francesco Visconti, già ambasciatore della Repubblica Cisalpina a Parigi (determinazione 9 frimale anno VII), il quale, neppure un mese più tardi fu trasferito alla Legazione Cisalpina presso la Repubblica elvetica. Al suo posto, il 21 dicembre 1798, venne chiamato l’avvocato Pioltini (determinazione 1 nevoso anno VII), che, pochi mesi dopo, fu destituito dall’incarico e sostituito il 15 aprile 1799 da Perseguiti (determinazione 26 germinale anno VII). Nell’arco di neppure due anni si erano dunque succeduti alla guida del dicastero ben sette ministri.
Le attribuzioni del Ministero erano state frattanto stabilite dal Corpo legislativo con una legge promulgata il 1 giugno 1798, secondo la quale esso veniva incaricato “1. della vigilanza sulla sicurezza e tranquillità pubblica; 2. della conservazione della pubblica decenza e del costume pubblico; 3. della polizia dei culti, dei teatri e pubblici spettacoli; 4. dello sbratto dei mendici, de’ vagabondi ed oziosi e dei forestieri sospetti; 5. della polizia delle carceri, case d’arresto, di giustizia, di forza e di detenzione; 6. della ispezione sul servigio della guardia nazionale sedentaria, per tutto ciò che riguarda il mantenimento dell’ordine pubblico” (legge 13 pratile anno VI).
Il ministro, nell’esercizio delle proprie funzioni, poteva “trattare e decidere da sé tutti gli affari di puro ordine, tutto ciò che trovasi espresso dalla chiara disposizione della costituzione, dalla legge o da un decreto del Direttorio; tutti gli oggetti di massima sopra i quali il Direttorio abbia dato particolari e antecedenti istruzioni” (determinazione 26 pratile anno VI).

ultima modifica: 19/01/2005

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