comune di Inveruno sec. XIII - 1757

L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 21 giugno 1251, trascritto negli “Atti del comune di Milano”, in cui Inveruno è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Inveruno risulta incluso nella pieve di Dairago e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Sancto Petro a l’Olmo” come “el locho da Inveruno” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Inveruno risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 14 e 15).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che Inveruno per ragioni fiscali era composto da due comuni, “cioè il Maggiore formato in 3/4 e il Minore de PP. della Passione formato in 1/4” e contava complessivamente circa 1.000 anime. Essendo anche amministrativamente distinti i due comuni erano regolati da differenti organi: mentre il Maggiore (Inveruno) era gestito da un consiglio costituito da un console e due sindac,i ai quali restavano affidate, “in dipendenza dei primi estimati”, l’amministrazione e conservazione del patrimonio pubblico; il Minore era amministrato da un console ed un sindaco, assistiti da un religioso del Monastero della Misericordia, per la vigilanza “sopra la giustizia dei pubblici riparti”. Entrambi i comuni erano inoltre assistiti da un cancelliere residente in Cuggiono, addetto alla compilazione dei riparti ed alla conservazione delle rispettive pubbliche scritture; due esattori, scelti con asta pubblica, si accollavano infine tutte le operazioni connesse alla riscossione dei riparti annuali (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072).
A metà del XVIII secolo il comune Maggiore, infeudato “sotto il titolo del feudo di Dairago” nel 1538 (Casanova 1930), aveva un podestà feudale residente in Milano ed era sottoposto alla giurisdizione del vicario del Seprio, presso la cui banca criminale di Gallarate, il console, tutore dell’ordine pubblico, era tenuto a prestare l’ordinario giuramento; il console del comune dei PP. della Misericordia era invece tenuto a giurare presso gli uffici del podestà di Milano alla cui giurisdizione la comunità, non infeudata, risultava direttamente sottoposta (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072).

ultima modifica: 13/10/2003

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