comune di Seregno sec. XIII - 1757

L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 14 luglio 1273, in cui due rappresentanti del comune, delegati dall’assemblea dei capi di famiglia riunitasi il 12 luglio di quello stesso anno, sotto la presidenza di tre consoli e dei procuratori generali del comune, vengono investiti delle terre sottratte al monastero di Meda. (Picasso).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Seregno risulta incluso nella pieve di Desio e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Niguarda” come “el borgo da Seregnio” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Seregno risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 16 e 17).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che la comunità di Seregno era divisa in quattro “comuni” – Dominante, Odescalchi, Porta e Cassina Savina – e contava in totale circa 3.000 anime.
Il comune era amministrato da tre sindaci, tre deputati e da un console, unico per tutti quattro i “comunetti”, eletto da tutto il “popolo” convocato in pubblica piazza. Ad altri due deputati, detti cavalieri, nominati dai compadroni nobili della comunità, veniva invece affidata la compilazione e la ripartizione delle imposte annuali, riscosse da un esattore.
I comuni Dominante, Odescalchi e Porta erano infine assistiti da tre cancellieri, residenti tutti tre in loco, ai quali restava affidata la custodia delle rispettive scritture pubbliche (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3063).
A metà del XVIII secolo la comunità, già parte del feudo di Desio dal 1476, poi scorporata e rinfeudata dalla regia camera nel 1713 (Casanova 1930), aveva il podestà feudale residente in Milano e rappresentato in loco da un luogotenente, a cui corrispondeva un onorario “a titolo di podestaria”, ed era sottoposta alla giurisdizione regia del vicario della Martesana, presso la cui sede di Vimercate il console, tutore dell’ordine pubblico, era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3063).

ultima modifica: 13/10/2003

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