parrocchia di Sant'Alessandro sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo in Porta Ticinese della città di Milano (Notitia cleri 1398). Elencata alla metà del XV secolo tra le parrocchie di Porta Ticinese nella città di Milano (Indice 1454) e ancora nel 1524 nella rubrica di tutte le parrocchie di Milano (Rubrica parrocchie città di Milano, 1524). Sant’Alessandro in Zebedia è attestata come rettoria nel 1564, nella città di Milano (Liber seminarii 1564). Risulta compresa tra le parrocchie di Porta Ticinese nel 1576 (Decreti Famagosta 1576). La rettoria di Sant’Alessandro in Zebedia figura nel registro dei benefici della diocesi di Milano portante il prospetto delle imposte per gli anni 1579-1585 (Registro benefici diocesi di Milano, 1579-1585). Fino al 1589 la parrocchia venne retta dal clero secolare, in seguito affidata ai chierici regolari di San Paolo o barnabiti (DCA, Alessandro, chiesa di S.). Tra XVI e XVIII secolo la parrocchia di Sant’Alessandro è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili tra le parrocchie di Porta Ticinese.
Nella “distinzione della quantità delle chiese, confraternite, scuole, conventi, monasteri ed oratorj” nel distretto delle parrocchie entro i confini censuari della Porta Ticinese figuravano nel 1768 la chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro in Zebedia; il collegio dei reverendi padri barnabiti in SantAlessandro in Zebedia; il luogo pio del Santissimo Sacramento, il luogo pio di San Pancrazio, la compagnia del Riscatto, le scuole pubbliche dette Arcimbolde, il collegio dei nobili o collegio imperiale Longone, la scuola della dottrina cristiana eretti nella chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia (Elenco chiese città di Milano, 1768).
Nella tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano risalente al 1781, la rendita netta della parrocchia di Sant’Alessandro in Zebedia dei padri barnabiti assommava a lire 279.10, la nomina del titolare del beneficio spettava ai barnabiti, il numero delle anime era di 862 (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Con il piano di riduzione delle parrocchie della città e dei Corpi Santi di Milano che ebbe pieno effetto dal 25 dicembre 1787 (avviso 16 novembre 1787), il distretto della chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro comprendeva le contrade del Bottonuto, Moroni, San Giovanni in Conca, Albergo imperiale, Zebedia, Gambaro, Lupetta, Sant’Alessandro, San Fermo, Palla, i vicoli della Quaglia, San Giovanni alla Conca, San Vittorello, Fieno, Pusterla, le piazze di San Giovanni alla Conca, all’Albergo imperiale, Sant’Alessandro, l’Olmetto, parte del corso di Porta Romana, parte della contrada de’ Nobili dal Gambaro alla Piazza di San Giovanni alla Conca, parte della contrada degli Amedei dalla piazza di Sant’Alessandro al vicolo delle Verze, parte della corsia della Palla.
Nel 1805, con il piano napoleonico di concentrazione delle parrocchie nelle città principali del regno d’Italia, la parrocchia di Sant’Alessandro venne conservata nella sua integrità (decreto 22 giugno 1805).
All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella città di Milano, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 34; il clero era costituito dal preposto parroco e da quattordici sacerdoti complessivamente, tra i quali i padri barnabiti, tre coadiutori, due sacerdoti residenti. I parrocchiani erano 9000; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Santa Maria Podone e di San Sebastiano; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento; un’altra analoga confraternita era eretta nella chiesa di Santa Maria Podone; esistevano nella parrocchie la congregazione della Madonna della Divina Provvidenza per le giovanette, la congregazione dei coniugati e delle coniugate, la congregazione del Sacro Cuore; l’associazione del Rosario vivente; la confretarnita dell’adorazione perpetua; la confraternita di Maria Ausiliatrice; la compagnia dell’Apostolato della preghiera; l’associazione della Sacra Famiglia. La parrocchia era di nomina della congregazione dei barnabiti (Visita Ferrari, I, Milano).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Sant’Alessandro in Zebedia fu sempre inserita tra le parrocchie urbane della Porta III, o Porta Ticinese con Porta Genova, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al vicariato urbano e poi decanato del Centro B, nella zona pastorale I di Milano città.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Saverio Almini ]