parrocchia di San Giorgio sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa più antica di Varenna era dedicata a San Giovanni Battista (DCA, Varenna). Essa risulta attestata nel XIII secolo insieme alla chiesa di San Martino (Liber notitiae). Si deve supporre una lacuna da parte del Liber notitiae a proposito della chiesa plebana dedicata a San Giorgio. Essa compare come rettoria in un atto del 1313. Si può affermare che alla fine del XIII secolo Varenna fosse capopieve, sede di un collegio di canonici (Pensa 1980).
A seguito dell’esodo degli abitanti dell’Isola Comacina avvenuto nel 1169, a Varenna si impose l’uso liturgico del rito patriarchino, che fu praticato fino al XVII secolo, quando venne sostituito dal rito romano (Palestra 1984; Pensa 1980). Varenna risulta elencata come parrocchia e prepositura alla metà del XV secolo nell’indice premesso agli atti delle visite pastorali di Gabriele Sforza (Indice 1454).
Varenna fu assoggettata, forse fin dall’epoca longobarda, alla chiesa di Monza, sudditanza questa che durò fino al XVI secolo. Il parroco di Varenna, nominato dai capifamiglia, continuò a essere subordinato all’approvazione dell’arciprete di Monza, oltre che della curia di Milano, fino al tempo di Carlo Borromeo, che pose fine a questa consuetudine (Pensa 1980).
Nei primi anni del XIV secolo fu costituita la pieve di Perledo e Varenna le fu in un primo tempo probabilmente sottoposta. Infatti la “rettoria” di San Giorgio e la “cappella” die San Giovanni Battista de Varenna risultano attestate nel 1564 nella pieve di Perledo (Liber seminarii 1564).
Nel 1566, all’epoca della visita pastorale di Carlo Borromeo, Varenna era designata come parrocchia a sé, “membrum per se” o “nullius plebis” e sede di un rettore parroco (Palestra 1984). Nel 1592 era ancora qualificata “nullius plebis” nella relazione della visita dell’arcivescovo Gaspare Visconti: “terra varenae est de per se, nulli plebi subiecta, ubi est parochus et duo cappellani” (Visitatio ad limina 1592).
Nella relazione della visita fatta nell’anno 1685 dall’arcivescovo Federico Visconti alla chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni Battista e Giorgio di Varenna, di quest’ultima si legge “nulli plebi ascripta, aut prepositurae subiecta ipsa sola est, utiturque in celebratione divinorum offitiorum rito romano”; inoltre risultava posta alle dipendenze di Bellano quale vicariato foraneo; nella relazione della visita effettuata nel 1722 dal cardinale Benedetto Odescalchi si conferma che Varenna “in divinorum offitiorum celebratione romano utitur rito” e viene posta alle dipendenze dal prevosto di Perledo quale vicario foraneo; il decreto di visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli del 12 luglio 1746 è rivolto alla “parochiali ecclesia Sanctorum Joannis Baptistae et Georgij loci Varenae, romani ritus, nullius plebis” (Pensa 1980).
Nel 1746, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli a Varenna, nella chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni Battista e Giorgio di Varenna si avevano la confraternita del Santissimo Sacramento e la confraternita del Santissimo Rosario, la cui canonica istituzione si ricavava da esemplari autentici dell’anno 1722. Il numero dei parrocchiani era di 557, di cui 364 comunicati. Entro i confini della parrocchia di Varenna esistevano gli oratori di Santa Marta, di San Giuseppe, di Santa Maria Maddalena, di San Giovanni Battista, della Beata Maria Vergine Assunta in Cielo in località Monastero e della Beata Vergine Lauretana in località Fiume Latte (Visita Pozzobonelli, Pievi lacuali). Negli atti della visita suddetta la chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni Battista e Giorgio martire di Varenna “nullius quidem plebis” risulta sottoposta al vicario foraneo di Perledo (Visita Pozzobonelli, Pievi lacuali). La chiesa di Santa Marta risultava appartenuta alla confraternita omonima, soppressa nel 1732 (DCA, Varenna).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la chiesa parrocchiale di San Giorgio possedeva fondi per 65.21 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 651 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Varenna assommava a lire 312.5; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1833 il parroco di Varenna fu nominato vicario foraneo in luogo dal cardinale Carlo Gaetano Gaysruck (DCA, Varenna).
Nel 1895, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a Varenna, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 420.04. Entro i confini della parrocchia di Varenna esistevano l’oratorio di Santa Marta, l’oratorio di San Giovanni Battista di patronato del marchese Serponti, l’oratorio di Santa Maria Maddalena non aperto al culto, l’oratorio di Santa Maria Assunta del monastero e l’oratorio della Madonna di Loreto in Fiumelatte. Nella chiesa parrocchiale di San Giorgio martire di Varenna si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento, distinta in una sezione femminile e in una maschile, quest’ultima fondata nell’oratorio di Santa Marta, dove una volta esisteva la confraternita dei disciplini; la confraternita del Santissimo Sacramento aveva ricevuto un nuovo ordinamento nel 1891; sempre nella chiesa parrocchiale si aveva la confraternita del Santissimo Rosario che risultava istituita nel 1633 nella cappella della Madonna del Rosario. Il numero dei parrocchiani era di 1060 (Visita Ferrari, I, Vicariati foranei in luogo).
Il 4 aprile 1923 l’arcivescovo Eugenio Tosi attribuì al parroco e vicario foraneo di Varenna il titolo di prevosto (DCA, Varenna).
Nel XIX e XX secolo la parrocchia di San Giorgio di Varenna figura sempre sede vicariale nella regione V della diocesi, fino alla revisione della struttura territoriale attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando è stata attribuita al decanato dell’ Alto Lario nella zona pastorale III di Lecco.
Nella parrocchia è in uso il rito romano.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Alessandra Baretta ]