pieve di San Vittore martire 1137 - 1971

Pieve della diocesi di Milano. La prima chiesa plebana della Valtravaglia, con il titolo di Santa Maria Assunta, doveva trovarsi a Domo, dove era sorto un battistero altomedievale. Un privilegio dell’arcivescovo Robaldo, risalente al 1137, portò allo spostamento della chiesa plebana a Bedero, dove già esisteva, forse del V-VI secolo, un edificio di culto.
I confini della pieve della Valtravaglia alla fine del XIII secolo sono ricavabili dal Liber notitiae sanctorum Mediolani. La pieve comprendeva oltre all’attuale Valtravaglia fino a Caldé, il versante sinistro della Valveddasca, l’area compresa tra il lago e l’attuale confine di stato, le valli di Tresa e Margorabbia sino a Biviglione Grantola e Mesenzana. Il Liber notitiae includeva anche Cunardo, Cugliate e Fabiasco, non elencate tra le cappellanie della confinante pieve di Agno, cui appartenevano invece Avigno, Cremenaga, Marchirolo. Maccagno Superiore, la Val Veddasca settentrionale, Pino, Bassano e Tronzano appartenevano alla pieve di Cannobio, alla quale il Liber ascriveva anche Maccagno Inferiore, in origine esente da giurisdizione. Nel 1398, la Notitia cleri non segnala nella pieve della Valtravaglia località della Valmarchirolo, ma include Maccagno Inferiore, che però risultava ascritta nel 1455 alla pieve di Cannobio. Maccagno e la Val Veddasca si separarono da Cannobio all’incirca all’inizio del XV secolo, anche se nel 1455, all’epoca della visita pastorale dell’arcivescovo Gabriele Sforza era ancora formalmente legata a Cannobio (Frigerio 1999).
Dall’epoca post-tridentina, alle dirette dipendenze del prevosto di Bedero rimasero alcuni paesi, riuniti in un’unica parrocchia: si trattava di Bedero, Brezzo, Ticinallo, Muzeno, Porto, Castello, Roggiano, Brissago, Mesenzana e Bivione. Vi era un altro gruppo di parrocchie comprendenti due o tre comunità: Dumenza con Due Cossani e Agra, Montegrino con Bosco, Armio con Lozzo e Biegno, Campagnano con Cadero, Curiglia con Monteviasco. Un terzo gruppo, poi, era costituito da parrocchie che servivano una sola comunità: Domo, Grantola, Voldomino, Germignaga, Luino, Maccagno Inferiore, Maccagno Superiore.
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato della Valtravaglia, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense II.
Nell’anno 1574 la pieve contava 8072 persone, appartenenti a 1510 famiglie.
All’epoca della visita pastorale del cardinale Cesare Monti, nel 1640, la pieve della Valtravaglia comprendeva 22 parrocchie: Bedero, Porto, Castello, Domo, Roggiano, Brissago, Mesenzana, Grantola, Bosco, Montegrino, Voldomino, Germignaga, Maccagno Inferiore, Maccagno Superiore, Campagnano, Garabiolo con Cadero Armio e Graglio, Lozzo, Biegno, Curiglia con Monteviasco, Agra, Dumenza, Luino. La limitazione delle funzioni della collegiata di Bedero condusse a una riduzione da quattordici a quattro dei sacerdoti che vi erano residenti. I sacerdoti ebbero pertanto l’incarico dall’arcivescovo di Milano di reggere una parrocchia (DCA, Bedero Valtravaglia). Dopo che, con breve di Pio VI del 16 febbraio 1819, la pieve di Cannobio era passata alla diocesi di Novara, le parrocchie di Bassano, Pino, Tronzano, furono aggregate alla pieve della Valtravaglia.
Nel 1836 il cardinale Carlo Gaetano Gaysruck decise di costituire un vicariato autonomo con Luino e la parte settentrionale della pieve; mentre la zona meridionale rimase alle dipendenze di Bedero. Il vicariato di Luino venne a comprendere le parrocchie di Agra, Armio, Biegno, Bosco Valtravaglia, Cadero, Campagnano, Curiglia, Dumenza, Germignaga, Graglio, Grantola, Lozzo, Maccagno Inferiore, Maccagno Superiore, Montegrino, Monteviasco, Voldomino, Bassano, Pino, Tronzano.
Nel corso del XIX e XX secolo la pieve di Bedero è sempre stata inclusa nella regione II, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Luino, nella zona pastorale II di Varese.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]