pieve dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro sec. X - 1971

Pieve della diocesi di Milano. La prima attestazione documentaria dell’esistenza della pieve risale al marzo 966: si tratta di una permuta di fondi giacenti in Robbiate fatta tra un certo Arioaldo e Adelgiso “venerabilis presbyter de ordine sancte mediolanensis ecclesie et custos ecclesie plebis sancti Alexandri sita Brivio” (DCA, Brivio). Alla fine del XIII secolo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di Brivio le chiese di San Giovanni Battista; San Leonardo; San Martino di Brivio; Airuno; Sant’Andrea, San Pietro di Beolco; Beverate; ’San Gregorio di Val Beretta’; Calco; Carvico; Casternago; Cisano; Santi Marcellino e Pietro, San Paolo di Imbersago; ’San Martino alla Grugana’ (”Imbertiago in monte”); Marenzo; San Bartolomeo, Santi Dionigi e Biagio, Santa Maria di Merate; ’Arlate' (San Colombano “in monasterio”); Sant’Agata, San Biagio di Mondonico; San Michele “de platio”, Santo Stefano di Novate; Sant’Andrea, San Martino di Paderno; San Protaso, San Remigio di Pagnano; ’Pontida’ (”Pontia monasterii”); Porchera; Santa Croce, San Zenone di Porchera; Sant’Alessandro, Santa Maria di Robbiate; Sabbioncello; Sartirana; ’Villa d’Adda’ (”Villa”) (Liber notitiae; Vigotti 1974). Nel 1398 il plebato di Brivio comprendeva, oltre la canonica, le “capelle” di Marenzo “ultra Abduam” (San Paolo); Sant’Andrea, San Martino di Villa “ultra Abduam”; Santa Maria “de la Cima” (’Santa Maria di Celana’ in Dozio 1858); Sant’Ambrogio “ultra Abduam”; Merate; San Giorgio di “Vizago”; Airuno; Imbersago; Robbiate; Novate; Verderio; Casternago (San Martino); Calco. A quella data il collegio canonicale risulta composto dal preposito e undici canonici, o dodici se si comprende un “maceconiatu”, corruzione della voce magister scholarum (Notitia cleri 1398). Secondo lo Status ecclesiae mediolanensis, nel XV secolo, nella canonica di Brivio, c’erano dodici canonici oltre al “prepositum cum maceconicatu per se”; la pieve comprendeva quindici “ecclesie parochiales cum clericatibus”, la “domus monialium” di Merate e il monastero di San Colombano. La canonica dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro, con dieci canonicati e la prepositura, è ricordata anche nel XVI secolo unitamente alle cappelle di San Giovanni evangelista in Sant’Alessandro di Robbiate, Santo Stefano di Novate, Sant’Ambrogio di Calco, San Giacomo di Paderno, “cappella seu rettoria” di San Zenone di Porchera; alle rettorie di San Giorgio di “Vizagho”, San Damiano di Airuno, San Marcellino di Imbersago, Santa Maria di Merate, San Fiorano di Verderio, San Vigilio di Calco, San Martino di Castronago (Liber seminarii 1564).
Negli atti delle visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili, nella pieve di Brivio figuravano costituite le parrocchie dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro (capopieve); Airuno; Arlate; Calco; Imbersago; Merate; Novate Brianza; Paderno d’Adda; Pagnano; Porchera; Robbiate; Verderio Superiore; Verderio Inferiore (dal 1778) e, al di là dell’Adda, le parrocchie di Sant’Antonio d’Adda; Caprino Bergamasco; San Gottardo; San Gregorio di Val Beretta; San Michele (ora Torre de’ Busi); San Paolo Monte Marenzo; Villa d’Adda; Villasola. Nel 1787 le parrocchie della riva orientale dell’Adda vennero staccate dalla diocesi di Milano e assegnate a quella di Bergamo (DCA, Brivio).
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Brivio era inserito nella regione forense V.
Nel corso del XVII secolo furono investiti della dignità di vicario foraneo in luogo diversi parroci di Merate; a partire dal 1812 Merate divenne stabilmente sede di vicariato foraneo in luogo, incluso nella regione V della diocesi, e, con determinazione 7 marzo 1854 dell’arcivescovo Bartolomeo Carlo Romilli, la prepositura di Merate venne elevata al grado di plebana, accordando nel contempo al prevosto parroco la qualifica di vicario foraneo sulle parrocchie di Osnago; Cernusco Lombardone; Montevecchia, distaccate dalla pieve di Missaglia, e di quelle di Pagnano; Novate, distaccate dalla pieve di Brivio. Sempre con determinazione 7 marzo 1854 dell’arcivescovo Bartolomeo Carlo Romilli la pieve acquisì inoltre le parrocchie di Rovagnate; Perego, originariamente comprese nella pieve di Missaglia (determinazione 7 marzo 1854) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Merate).
Nel 1900 fu istituita nella pieve di Brivio la parrocchia di Sartirana (decreto 6 aprile 1900) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Sartirana).
Con decreto 30 gennaio 1912 dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari le parrocchie di Paderno d’Adda; Robbiate; Verderio Inferiore; Verderio Superiore della pieve di Brivio furono ulteriormente attribuite al vicariato foraneo di Merate (DCA, Merate).
Nel 1914 fu istituita la parrocchia di Santa Maria (decreto 13 aprile 1914) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Santa Maria); dal 1941 la parrocchia di Sant’Ambrogio in Monte rimase compresa come delegazione arcivescovile nella pieve di Brivio (Fondo Investiture parroci); nel 1949 fu istituita la parrocchia di Beverate (Fondo Investiture parroci, Beverate), nel 1970 la parrocchia di Olgiate Molgora (decreto 6 ottobre 1970 b) (RDMi 1970).
Nel XIX e XX secolo la pieve dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro di Brivio, al cui interno si formarono nel tempo le nuove parrocchie di Sartirana; Santa Maria Hoè; Sant’Ambrogio in Monte; Beverate; Olgiate Molgora, è sempre stata inclusa nella regione V fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al decanato di Brivio nella zona pastorale III di Lecco.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Marina Regina ]