comune di Olevano sec. XIV - 1707

Il toponimo appare citato in un diploma di Enrico II del 1014 come Olivolum, in altre carte, documenti piemontesi del 1219 e del 1277, come Oleyvano (Bergamo 1995).
In tempi antichi qui esisteva un castello che Federico Barbarossa ordina di riedificare. In questo periodo è infeudata la famiglia Isimbardo.
Nell’Elenco dei pagamenti di tasse di fodro e di giogatico, si trova “Secundum breue de Lomellina, Jn Oleuano (…)” (Bollea 1909).
La località è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come Ollevanum nella contea Lumellina (Soriga 1913).
In questo periodo risulta che Olevano e Rivalta formavano un unico comune.
Nel 1404 Facino Cane rase al suolo il castello ma, per volere di Filippo Maria Visconti, fu riedificato.
Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella Squadra di Lumelina, “Ollevanum” (statuta stratarum).
L’imperatore Federico III diede nel 1469 una parte del feudo agli Attendoli-Bolognini e da questi passò ai conti Taverna (già signori di Cilavegna).
Nel XV secolo vi si trovavano alcuni Beccaria col titolo di signori d’Olevano: “Jo. Antonius Montis et Olevani Dominus”, 1475 (i marchesi Olevano furono i più forti latifondisti medioevali dell’agro mortarese, i loro beni si estendevano in una plaga che comprendeva l’attuale Olevano, Mortara, Ceretto e Cergnago. Essi ebbero stretti vincoli con la vita mortarese figurando Olevano, già dal 1179 nella podesteria o squadra della città.)
Olevano partecipa alla congregazione del principato di Pavia tenutasi a Pieve del Cairo nel 1566 in cui vengono definiti e distribuiti gli organi del potere esecutivo (Porqueddu 1980).
Una nuova congregazione si svolgerà a Pavia tra il 4 e il 6 gennaio 1567, sono presenti tutte le 20 comunità già precedentemente riunitesi, compresa Olevano, che hanno diritto di voto (Porqueddu 1980).
Nel 1604 il conte Antonio Beccaria risulta essere il feudatario del luogo (Bergamo 1995).
Il comune è incluso nell’elenco delle terre del principato di Pavia, censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone, come appartenente alla Lomellina (Opizzone 1644).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Gloria Ferrario, Cooperativa Arché - Pavia ]