Fucile Steyr-Mannlicher M1895

produzione austro-ungarica

Fucile Steyr-Mannlicher M1895

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: acciaio/ fusione; legno/ sagomatura; cuoio/ concia/ sagomatura; vetro

Forma: mistilineo

Misure: lunghezza 127 cm; altezza 16 cm; spessore 8,5 cm

Cronologia: post 1895 - ante 1918

Ambito culturale: produzione austro-ungarica

Oggetto: Fucile modello Steyr-Mannlicher M1895, l'arma è costituita da una canna d'acciaio fissata longitudinalmente su un fusto di legno (cassa) che si prolunga posteriormente in un'espansione (calcio) adatta a trovare appoggio sulla spalla del tiratore. Presenta due anelli di aggancio per la cinghia di trasporto (sulla parte inferiore del calcio e della fascetta centrale della canna). Sulla canna è presente la punzonatura con i numeri di matricola "3988" e "1135V". Il fucile è provvisto di cannocchiale per il tiro su grande distanza (matricola impressa a punzone: AZF-EAXI4689 8181).

Notizie storiche: Arma da fuoco a ripetizione, austriaca, ideata da Ferdinand Ritter von Mannlicher, protagonista nel campo avverso della nostra ultima guerra d'indipendenza e grande antagonista del modello 91 italiano durante la prima guerra mondiale (era l'arma dei cecchini). Il fucile ha calibro 8 mm e aveva, rispetto alla maggior parte di quelli adottati dagli eserciti dell'epoca, un otturatore semplicemente scorrevole anzichè di tipo girevole-scorrevole. L'arma veniva così caricata, invece che con quattro movimenti, con con due soltanto: tirando indietro il manubrio dell' otturatore e riportandolo in avanti. La chiusura era assicurata in modo perfetto da due alette poste sulla testa mobile dell'otturatore che si incastravano in appositi alloggiamenti all'imbocco della camera di scoppio. Molto pratico era il caricatore a pacchetto a cinque colpi. Era costruito in tre versioni: fucile, carabina, carabina di precisione. Durante la prima guerra mondiale il munizionamento comprese anche pallottole esplosive, vere e proprie granate che provocavano tremende ferite. Si udivano due esplosioni: la prima era quella della pallottola che attraversava l'aria a velocità supersonica, l'altra era invece il rumore dello sparo vero e proprio che giungeva in ritardo rispetto al primo scoppio. Nome dialettale: "skiop".

Collocazione

Valfurva (SO), Museo Vallivo Valfurva "Mario Testorelli"

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2015)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).