Pistola a rotazione modello 1874

; Chamelot J.; Delvigne Henri-Gustave

Pistola a rotazione modello 1874

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: acciaio/ fusione; legno/ sagomatura

Cronologia: post 1887

Autore: Chamelot J., progettista; Delvigne Henri-Gustave (1800-1876), progettista

Ambito culturale: produzione bresciana

Oggetto: Pistola a tamburo con capacità di sei colpi, calibro 10.35, a caricamento dalla parte posteriore tramite sportello di ingresso posto sul lato destro (Abadie). La pistola è ad incastellatura chiusa, ovvero forma un compatto telaio serrato intorno al tamburo, ed è provvista di grilletto protetto da ponticello. La canna, a quattro rigature destrorse, ha la sezione esterna ottagonale con il mirino posto molto vicino alla volata, la tacca di mira è invece ricavata sul castello vicino al foro del percussore. L' estrattore ad asta è montato sul fianco destro dell'arma, una volta sfilato libera il tamburo che può essere rimosso per consentire le operazioni di pulizia. Il meccanismo del cane permette di assumere due pozioni, al primo scatto in "sicura", al secondo "pronta al fuoco". Le guancette del calcio sono in noce zigrinato, mentre la coccia dell¿impugnatura è dotata di anello portacorreggiolo. Sul lato sinistro, davanti al tamburo è impresso il marchio del fabbricante con la data di produzione, mentre sul lato destro, sopra il calcio, è impresso il numero di matricola

Notizie storiche: Denominata ufficialmente "Pistola a rotazione modello 1874", ma conosciuta comunemente come "Chamelot-Delvigne Mod. 1874", deriva dall'arma progettata tre anni prima dallo svizzero J. Chamelot e dal francese Henri-Gustave Delvigne. Gli ideatori cedettero in seguito il brevetto alla fabbrica d'armi belga "Pirlot Frères" di Liegi. Il revolver ebbe subito grande successo, per primo venne fornito all'esercito svizzero e subito dopo alle armate di Francia e lì prodotto dalla "Manufacture d'armes de Saint-Étienne" (MAS). Quando venne adottato anche dall'esercito italiano la produzione in patria fu curata dalla "Officina Metallurgica Francesco Glisenti" e dalla "Regia Fabbrica d'Armi di Brescia". Il revolver sostituì gradualmente, a partire dal 1875 (circolare n. 165 del 14 dicembre 1874), le precedenti dotazioni di armi corte del Regio Esercito costituite essenzialmente dai revolver a spillo M. 1861 Lefaucheux. La distribuzione ai reparti si protrasse fino al 1888, due anni prima l'armaiolo Carlo Bodeo aveva brevettato un revolver che aggiornava il Modello 1874 e che presto ne avrebbe via via preso il posto. Il revolver Mod. 1874, seppur soppiantato dall'arma ideata da Carlo Bodeo, restò ufficialmente in servizio per un arco di tempo lunghissimo: venne impiegato durante le campagne coloniali italiane, nella lotta al brigantaggio e durante il primo conflitto mondiale in cavalleria, nelle truppe ausiliarie e in quelle di seconda linea. Anche durante la seconda guerra mondiale, a causa della penuria d'armi, molti esemplari del Mod. 1874 vennero utilizzate dalle compagini della Repubblica Sociale Italiana e, in contrapposizione, dalle truppe partigiane. Non furono pochi i corpi di polizia municipale che ebbero in dotazione la "Chamelot-Delvigne" addirittura fino al 1962, anno nel quale l'arma cessò ufficialmente il servizio.

Collocazione

Valfurva (SO), Museo Vallivo Valfurva "Mario Testorelli"

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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