Obice da 75/18 Mod. 1934/1935

; Rosini Giuseppe

Obice da 75/18 Mod. 1934/1935

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: ferro/ fusione/ formatura; gomma/ fusione; legno

Cronologia: ca. 1941 - ca. 1945

Autore: Rosini Giuseppe, progettista

Ambito culturale: produzione italiana

Oggetto: bocca da fuoco da 75/18 (75mm di calibro per 18 calibri di lunghezza) con parte dei meccanismi di brandeggio per l'uso in un mezzo corazzato. Il pezzo è costituito da una massicia canna con freno di bocca tronco-conico fissato alla volata munito di cinque serie di fori sul perimetro, innestata entro una calotta semisferica che permetteva tramite comandi meccanici un alzo da -12 a 22° gradi e di 20° a destra e a sinistra sull'asse orizzontale. La canna è alloggiata entro una "culla" per il movimento di rinculo dopo lo sparo. Tutti gli elementi sono verniciati in colore verde militare.

Notizie storiche: Dal 1938 la FIAT-Ansaldo lavora su progetti per un semovente d'artiglieria in vista del potenziamento delle unità corazzate del Regio Esercito previsto dallo Stato Maggiore. Il nuovo modello doveva sostituire gli ormai obsoleti carri armati tipo L3, insufficienti e poco efficaci per le necessità della guerra moderna. A fine 1940 l'ispettorato Tecnico dell'Artiglieria, a seguito dell'entrata in servizio degli "Sturmgeshutz" tedeschi, chiese uno studio di fattibilità per un'arma simile basata sullo scafo dei carri M. Un prototipo venne completato a meno di due mesi dalla richiesta ed equipaggiato per le prove di tiro ai primi di febbraio del 1941. In quegli anni erano in produzione gli scafi dei carri M13/40 che, associati gli obici da 75/18 Mod. 1934/1935 (in seguito si utilizzarono anche scafi degli M41 e M42), portarono alla realizzazione del semovente 75/18. A fine anno entrarono in servizio le prime forniture, poi, sempre in maggior numero, il 75/18 continuava la sua vita operativa fino a fine conflitto. La nuova macchina da guerra venne affiancata inizialmente alla fanteria e in appoggio alle grandi unità corazzate, ma, a seguito di numerose esperienze sui campi di battaglia, ci si accorse della particolare efficacia nel loro utilizzo quali unità cacciacarri e sempre più di frequente vennero impiegati nelle azioni di contrasto dei corazzati nemici che col progredire del conflitto erano realizzati in modelli sempre più potenti. Il 75/18 fu di fatto l'unico blindato italiano nel teatro del secondo conflitto a contrastare in modo estremamente efficiente l'azione dei mezzi inglesi e dei carri americani "Sherman" e "Grant", in particolare sul fronte africano, negli scontri dopo lo sbarco alleato in Sicilia e poi nelle azioni dei reparti della R.S.I. e dell'esercito germanico con gli esemplari requisiti dai tedeschi.

Collocazione

Valdisotto (SO), Forte Venini

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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