9 cm Feldkanone M. 75/96

produzione austro-ungarica

9 cm Feldkanone M. 75/96

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: ferro/ fusione/ laminatura/ formatura/ verniciatura; legno/ intaglio/ verniciatura

Cronologia: post 1875 - ante 1896

Ambito culturale: produzione austro-ungarica

Oggetto: Affusto a coda unica realizzato con elementi di lamiera metallica massiccia assemblati mediante rivettatura. La parte anteriore è munita di assale con ruote a raggi di legno per la movimentazione dell'arma, mentre la parte posteriore presenta un anello di aggancio per il traino.

Notizie storiche: Nel 1898 la quasi totalità dei cannoni campali austro-ungarici "9 cm Feldkanone M. 75" venne aggiornata per rendere idonea l'arma ai nuovi propellenti che all'epoca stavano via via entrando in uso, la nuova versione , il "9 cm Feldkanone M. 75/96", presentava una canna più resistente, ma ancora realizzata in bronzo, e alcuni adeguamenti funzionali che ne miglioravano prestazioni e sicurezza, tra questi un blocco sul focone per evitare inneschi involontari quando l'otturatore era aperto. Alla coda degli affusti venne aggiunto un vomere con ammortizzatore a molla che permetteva di accorciare il rinculo dell'arma in fase di sparo, nei vecchi M. 75 era di circa cinque/sei metri, nella nuova versione si poteva ridurre a meno di un metro a condizione che il dispositivo ammortizzante fosse ben conficcato nel terreno, ciò era meno facile in presenza di superfici rocciose. Per l'impiego sui fronti in quota venne aggiunta una leva sulla coda dell'affusto per maggiorarne la depressione, un buon numero di esemplari venne inoltre dotato di scudo corazzato protettivo. Per i fronti secondari, come quello dello Stelvio, anche alcuni vecchi pezzi M.75 non ancora aggiornati vennero recuperati dai magazzini dell'Esercito imperial regio e impiegati efficacemente grazie alla loro relativa maneggevolezza, semplicità e leggerezza, doti molto apprezzate in scenari di querra difficili come quelli d'alta quota. In questo esemplare, recuperato nel 1975 in una galeria in roccia sul monte Madaccio, manca la bocca da fuoco, sicuramente gettata nei crepacci del ghiacciaoio sottostante dai soldato autro-ungarici prima di arrendersi all'avanzata delle truppe italiane nel novembre 1918.

Collocazione

Valdisotto (SO), Forte Venini

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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