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102. Francesco Sforza ad Andrea Simonetta, al castellano della rocchetta della cittadella di Parma, al castellano di Binasco, a Guglielmo da Baviera, ai castellani di Cremona e a Filippino da Castellaccio 1452 luglio 29 vicino a Quinzano d'Oglio

[ 142r] MCCCCLII die xxviiii iulii, prope Quinzanum.
Per alcuni fogli suctoscripti manu propria domini nostri scriptum fuit:
al castellano de Monza (1), ultra li altri contrasigni del receptare gente, la corniola dela testa dela donna cum la cera verde, ut pate in isto in folio 65;
al castellano dela rochecta dela cittadella de Parma (2), la corniola del pino cum la cera rossa;
al castellano de Binasco (3), la corniola piccola cum la cera biancha;
al castellano de Abią (4), la corniola grande cum la cera verde;
ali castellani de Cremona (5), la corniola dela bissa cum la cera biancha et la corniola del pino cum la cera verde;
al castellano de Montebarro (6), che non recepte gente alcuna senza littera suctoscripta manu domini et che gli sia la corniola del pino cum la cera rossa.


(1) Identificato come Andrea Simonetta (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 599).
(2) Non identificato. In SANTORO (Gli uffici, p. 644) sono segnalati i castellani «roche nove Parme» e «rochete Sancti Crucis Parme», ma non la carica riportata nella missiva registrata.
(3) Nella missiva registrata si fa riferimento a un unico castellano di Binasco: secondo SANTORO (Gli uffici, p. 610), tuttavia, la carica era esercitata dai fratelli Angelo, Giacomo e Giovanni de Contuzi da Assisi.
(4) Identificato come Guglielmo da Baviera (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 609).
(5) Per identificare i castellani di Cremona si veda SANTORO, Gli uffici, pp. 634-635.
(6) Identificato come Filippino da Castellaccio (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 606).