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23. Francesco Sforza a Biagio da Cotignola 1450 novembre 26 Milano

[ 52r] Mediolani, die xxvi novembris 1450.
Franciscus Sfortia Vicecomes, dux Mediolani.
Ordeni et modi per nui dati ad maestro Biaso da Cotignola, castellano del ponte de Lecho, li quali lui deve firmiter et inviolabiliter observare et in cosa alcuna non contrafare né venire, per rectum vel indirectum, socto pena dela testa, li quali ordeni volimo sappia niuno se non ti solo.
Primo, tu, maestro Biaso, tenerai lo dicto ponte a nome, fidelità et obedientia nostra, et cum ogni tuo ingegno, studio, cura, sollicitudine et diligentia attenderai dì et nocte ala bona guardia de esso ponte, siché per modo alcuno non ti possa intervenire sinestro né mancamento alcuno, ma ne lo possi reassignare sì como nui te lo facimo consignare.
Item, volimo che mai per tempo alcuno tu non consigni lo dicto ponte ad homo che viva se non ti mandarimo lo contrasigno che nui havimo cum ti.
Item, volimo che per modo alcuno non debbi ussire fuora delo dicto ponte, cioè fuora dela pianchecta de esso ponte. Ultra questo volimo ancora che in lo dicto ponte [ 52v] non lassi intrare persone forestere né altri che se siano se non tre per volta, ad ciò che lo dicto ponte sia sempre in toa libertà et possanza, et, quando per uso alcuno che occorresse nui volerimo che tu recepti in lo dicto ponte più una gente che un'altra per conservatione de esso ponte, la littera che ti scriverimo serrà soctoscripta de nostra mano, como sta qui de socto, et dentro de essa littera gli serrà la nostra corniola grande con la cera verde, como sta qui de sopra.
Ultimo, tenerai tucti li fanti che devi tenere, che siano boni, pratichi et fidati, ad ciò che non ti ingannassero, et vedi de tenere li dicti fanti che siano deli luochi et stato nostro (a).
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) Seguono due righe depennate con un tratto di penna.