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27. Francesco Sforza a Villano da Gualdo 1450 dicembre 6 Lodi

[ 58r] Laude, die vi decembris 1450.
Franciscus Sfortia Vicecomes, dux Mediolani, et cetera.
Ordeni et modi per nui dati al Villano da Gualdo, castellano dela rocha de Cassano, li quali lui deve firmiter et inviolabiliter observare et in cosa alcuna non contrafare né venire, per rectum vel indirectum, sucto pena dela testa, li quali ordeni non volimo sappia niuno se non ti, Villano.
Primo, tu, Villano, tenerai la dicta forteza ad nome, fidelità et obedientia nostra, et quella non consignarai mai per tempo alcuno ad homo che viva, et sia chi se voglia, si tu non vedi lo contrasigno che havimo cum ti et ultra questo la nostra littera suctoscripta de nostra propria mano.
Secundo, volimo che tu non lassi intrare per volta in la dicta rocha da quattro persone in suso, ad ciò che la forteza sia sempre in toa possanza, et, quando per caso alcuno che occoresse nui volerimo che tu recepti in la dicta rocha più una gente che un'altra, la littera che ti scriverimo sarà soctoscripta de nostra propria mano cun uno signo denanzi et uno drieto, como sta qui de socto, et ultra ciò in la dicta littera gli serà scolpita la nostra corniola grande cum la cera verde, como sta qui de sopra, et la littera serà sigillata del nostro sigillo ducale cum la cera rossa, como sta qui de socto.
[ 58v] Tertio, non volimo che debbi ussire fuora dela dicta rocha, cioè fuora dela pianchecta de essa, per modo alcuno senza nostra expressa licentia in scriptis.
Ultimo, tenerai tucti li fanti che devi tenere, che siano boni, apti et fidati, ad ciò che ti possi dormire securamente de loro.
Francischus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit (a).
Cichus.


(a) La lettera è depennata con un tratto verticale a penna.