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33. Francesco Sforza ad Antonio Longo e Matteo da Pesaro 1451 gennaio 31 Lodi

[ 68r] Dux Mediolani.
Ser Antonio Longo (1) et Matheo da Pesaro, perché multi sonno che tucto el dì ne domandano che gli vogliamo donare velluti et nui, per levarne lo stimolo da dosso, non gli possamo denegare, volimo et così per questa ve commandiamo che de quante lettere ve havimo scripto da qui indrieto et così de quante ve ne scriverimo in futurum che dati velluti più ad uno che ad un altro non lo dati ad homo che viva, et sia chi voglia, né guardati ad cosa che nui ve scrivamo de dare velluti ad niuno se ben la littera fosse soctoscripta de nostra propria mano, salvo se vui vedesti drieto alla nostra subscriptione doe volte (a), como sta qui in la presente, perché in quello caso intendimo dati lo velluto ad chi ve scriverimo, ma ad tucti dati bone parole, como ve parerà, che vui fareti et direti etc. Questo ordine fati che non sapia niuno se non vui doi soli.
Laude, ultimo ianuarii 1451, hora 20.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) Nel senso di «subscripsi».

(1) In SANTORO (Gli uffici, p. 64) Antonio Longo è indicato come «Regulator ducalium intratarum», con data ipotizzata di inizio della carica ante 1462.